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Recensione: "Firelight. La ribelle"

Creato il 31 gennaio 2012 da Ilary
Titolo: Firelight. La ribelleTitolo originale: FirelightAutore: Sophie JordanEditore: PiemmeCollana: FreewayPagine: 288Prezzo: 9,90 €ISBN: 978-88-566-2115-0
Trama & recensione:
Discendiamo dai draghi. Siamo dei mutaforma che hanno sviluppato la capacità di apparire umani per sfuggire ai Cacciatori. Viviamo nascosti nelle foreste remote, volando solo di notte, dispiegando le ali quando nessuno può vederci. Siamo Draki. Io mi chiamo Jacinda e sono il tesoro del mio branco, l’unica capace di soffiare ancora fuoco. Ma dopo aver infranto per l’ennesima volta le regole che proteggono la vita della nostra comunità, sono stata costretta a fuggire insieme a mia madre e mia sorella. Ci siamo sepolte vive in un’anonima cittadina, dove sono costretta a mantenere l’aspetto umano con il rischio di dimenticare la mia vera natura. Finché non mi sono ritrovata nella stessa scuola del mio Cacciatore. È possibile una simile coincidenza? Oppure questo bellissimo e pericoloso ragazzo non è quello che la sua famiglia vorrebbe far credere?
"Firelight. La ribelle", pubblicato in origine dalla Harper Teen nel 2010, è il primo libro di una trilogia (il secondo, " Vanish" è stato pubblicato l'anno scorso, mentre il terzo, "Hidden" sarà pubblicato probabilmente a settembre del 2012) young adult che strizza l'occhio al fantasy.
Dal momento in cui ho sentito parlare di questo libro ho pensato che avrei dovuto assolutamente leggerlo, in quanto prometteva di essere una ventata d’aria fresca nel panorama ormai stantio degli young adult.

Le mie aspettative si sono in parte avverate e in parte sono state deluse e vi spiego il perché.
In “Firelight” troviamo sicuramente una nota di originalità che consiste nella creazione da parte dell’autrice di una razza di creature tutte nuove, i draki: discendenti dagli antichi draghi, sono dei mutaforma con aspetto umano quando non manifestano la loro vera natura, che vivono isolati dal resto del mondo in villaggi tra i boschi e le montagne, nascosti dalle nebbie, per non essere catturati dai cacciatori che li rivendono per la loro magnifica pelle. Tutto questo, dicevo, è un punto a favore per la Jordan che non ha seguito l’onda del successo facile scrivendo di vampiri, o licantropi, o angeli che adesso vanno tanto per la maggiore nella letteratura di questo genere, ma ha creato dal nulla una nuova mitologia.
Però c’è un però. Di questi draki non ci viene detto quasi niente: sì sappiamo che vivono in clan; che sono governati da un alfa e che quindi c’è una gerarchia all’interno della comunità; che i draki si dividono in varie sottospecie (di acqua, di terra, d’onice, i quasi estinti sputafuoco, ecc.). Ma non ci viene detto nient’altro della loro vita, dei loro usi, di come si sono evoluti… insomma c’è del potenziale ma non è sviluppato a dovere, avrei voluto leggere qualcosa di più sui draki.
Ma l’autrice, evidentemente, ha deciso di sviluppare più la parte “young adult”, quella che prevede i classici protagonisti adolescenti alle prese con un amore più o meno tormentato, rispetto alla parte fantasy che viene lasciata così in secondo piano.
Il racconto è scritto in prima persona e la voce narrante è quella della protagonista femminile, Jacinda, una bella sedicenne dalla folta chioma rossa e dai luminosi occhi verdi che però non è una comune adolescente: lei infatti è una draki. Ma una draki speciale: infatti è una sputafuoco, anzi la prima sputafuoco dopo secoli, il che la rende preziosa agli occhi del clan, ma al tempo stesso questa caratteristica condiziona la sua vita.
Jacinda infatti viene considerata non per quello che lei è come persona, ma solo per il suo essere sputafuoco e all’interno del clan il suo destino sembra ormai segnato: diventerà la compagna di Cassian, figlio del capoclan, e darà vita a una nuova generazione di sputafuoco.
Ma Jacinda è una ribelle, non vuole sottostare alle regole del clan, vuole essere libera; per questo un giorno decide di compiere un grave atto di ribellione che la porterà, in primo luogo, a trovarsi faccia a faccia con un cacciatore di draki, Will, che stranamente la lascerà andare senza catturarla, ed in secondo luogo, a dover abbandonare il clan con la madre e la sorella e dirigersi in un’altra città lontana dal villaggio per non dover subire una grave punizione da parte di Severin.
Arrivano a Chaparral, cittadina poco distante da Las Vegas, in pieno deserto, una vera sofferenza per Jacinda che sente il suo draki avvizzire lentamente senza il sostegno datole dai monti, dalla nebbia e dalle foreste del villaggio d’origine. Ed è proprio questo che la madre spera, che Jacinda perda la sua capacità di manifestarsi e inizi una vita come una comune umana, come fa lei stessa che da anni ha deciso di lasciar morire il suo draki, o come Tamra che invece non si è mai manifestata e, al contrario di Jacinda, è ben felice di poter essere completamente accettata nella nuova città.
Ed ecco che a Chaparral Jacinda fa un incontro inaspettato e sconvolgente: si tratta di Will, il cacciatore, che frequenta la sua stessa scuola. Will risveglia letteralmente il fuoco dentro di lei, fa rinascere il suo draki morente e perciò nonostante lei sia la preda e lui il cacciatore, non riesce a stargli lontana.
I pensieri e le emozioni in cui si dibatte Jacinda sono descritti dall’autrice con grande maestria, non annoiano, ma anzi rendono partecipe il lettore del tormento interiore della ragazza.
Anche Will si sente attratto da Jacinda, pur non sapendo che lei è la draki che ha lasciato scappare, lui che non ha mai degnato di uno sguardo nessuna ragazza della scuola. Will infatti è un ragazzo tenebroso, misterioso, solitario; gli unici con cui lega sono i cugini Xander e Angus, anch’essi cacciatori. Will fa parte di una famiglia di cacciatori, ma lui è diverso… forse perché nasconde un segreto che lo lega ai draki…
Della famiglia di Will non ci viene detto molto ma chissà che non ci venga svelato qualcosa nei prossimi libri.
Inizia così la storia tra i due giovani: una storia d’amore molto tenera, appassionata e tormentata, descritta con sapienza e delicatezza dalla Jordan, una storia che avvince il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Attorno a Will e Jacinda ruotano tutta una serie di personaggi secondari anch’essi ben caratterizzati: Tamra, la gemella di Jacinda, che lasciatemelo dire, ho trovato estremamente odiosa nella sua voglia di rivalsa sulla sorella, la madre delle due ragazze, un altro personaggio che non ho apprezzato particolarmente, ho trovato alcune sue scelte molto egoistiche (anche se poi si capisce che in realtà alcune scelte, che possono sembrare “antipatiche”, sono fatte per salvare Jacinda) e infine Xander, l’inquietante ed enigmatico cugino, un personaggio che ha stuzzicato la mia curiosità e che spero avrà spazio nei prossimi libri (i cattivi hanno sempre il loro fascino :P).
Un personaggio invece che viene lasciato un po’ nell’ombra è Cassian, il “terzo incomodo” per così dire. In realtà il triangolo amoroso è solo vagamente accennato, anzi quasi assente, visto che Cassian che dovrebbe essere il rivale di Will, fa solo sporadiche apparizioni e non interagisce mai con quest’ultimo.
Credo comunque, anche visto il finale di questo primo libro, che Cassian avrà più spazio in “Vanish” e scopriremo molto più su di lui.
Concludendo, “Firelight” è un libro piacevole, ben scritto e veloce (in due giorni l’ho finito) e pur, avendo qualche limite (come ho detto prima, avrei voluto che la parte più spiccatamente fantasy fosse più sviluppata, e ho avuto qualche deja vu in alcune parti facendomi fare un confronto con un certo libro di questo genere, non voglio dire quale ma penso che si capisca a cosa mi sto riferendo :D) è una lettura appassionante e fa ben sperare per il seguito, nel quale forse molte domande e questioni lasciate in sospeso o solo accennate saranno risolte.
Le mie aspettative si sono in parte avverate e in parte sono state deluse e vi spiego il perché.
In “Firelight” troviamo sicuramente una nota di originalità che consiste nella creazione da parte dell’autrice di una razza di creature tutte nuove, i draki: discendenti dagli antichi draghi, sono dei mutaforma con aspetto umano quando non manifestano la loro vera natura, che vivono isolati dal resto del mondo in villaggi tra i boschi e le montagne, nascosti dalle nebbie, per non essere catturati dai cacciatori che li rivendono per la loro magnifica pelle. Tutto questo, dicevo, è un punto a favore per la Jordan che non ha seguito l’onda del successo facile scrivendo di vampiri, o licantropi, o angeli che adesso vanno tanto per la maggiore nella letteratura di questo genere, ma ha creato dal nulla una nuova mitologia.
Però c’è un però. Di questi draki non ci viene detto quasi niente: sì sappiamo che vivono in clan; che sono governati da un alfa e che quindi c’è una gerarchia all’interno della comunità; che i draki si dividono in varie sottospecie (di acqua, di terra, d’onice, i quasi estinti sputafuoco, ecc.). Ma non ci viene detto nient’altro della loro vita, dei loro usi, di come si sono evoluti… insomma c’è del potenziale ma non è sviluppato a dovere, avrei voluto leggere qualcosa di più sui draki.
Ma l’autrice, evidentemente, ha deciso di sviluppare più la parte “young adult”, quella che prevede i classici protagonisti adolescenti alle prese con un amore più o meno tormentato, rispetto alla parte fantasy che viene lasciata così in secondo piano.
Il racconto è scritto in prima persona e la voce narrante è quella della protagonista femminile, Jacinda, una bella sedicenne dalla folta chioma rossa e dai luminosi occhi verdi che però non è una comune adolescente: lei infatti è una draki. Ma una draki speciale: infatti è una sputafuoco, anzi la prima sputafuoco dopo secoli, il che la rende preziosa agli occhi del clan, ma al tempo stesso questa caratteristica condiziona la sua vita.
Jacinda infatti viene considerata non per quello che lei è come persona, ma solo per il suo essere sputafuoco e all’interno del clan il suo destino sembra ormai segnato: diventerà la compagna di Cassian, figlio del capoclan, e darà vita a una nuova generazione di sputafuoco.
Ma Jacinda è una ribelle, non vuole sottostare alle regole del clan, vuole essere libera; per questo un giorno decide di compiere un grave atto di ribellione che la porterà, in primo luogo, a trovarsi faccia a faccia con un cacciatore di draki, Will, che stranamente la lascerà andare senza catturarla, ed in secondo luogo, a dover abbandonare il clan con la madre e la sorella e dirigersi in un’altra città lontana dal villaggio per non dover subire una grave punizione da parte di Severin.
Arrivano a Chaparral, cittadina poco distante da Las Vegas, in pieno deserto, una vera sofferenza per Jacinda che sente il suo draki avvizzire lentamente senza il sostegno datole dai monti, dalla nebbia e dalle foreste del villaggio d’origine. Ed è proprio questo che la madre spera, che Jacinda perda la sua capacità di manifestarsi e inizi una vita come una comune umana, come fa lei stessa che da anni ha deciso di lasciar morire il suo draki, o come Tamra che invece non si è mai manifestata e, al contrario di Jacinda, è ben felice di poter essere completamente accettata nella nuova città.
Ed ecco che a Chaparral Jacinda fa un incontro inaspettato e sconvolgente: si tratta di Will, il cacciatore, che frequenta la sua stessa scuola. Will risveglia letteralmente il fuoco dentro di lei, fa rinascere il suo draki morente e perciò nonostante lei sia la preda e lui il cacciatore, non riesce a stargli lontana.
I pensieri e le emozioni in cui si dibatte Jacinda sono descritti dall’autrice con grande maestria, non annoiano, ma anzi rendono partecipe il lettore del tormento interiore della ragazza.
Anche Will si sente attratto da Jacinda, pur non sapendo che lei è la draki che ha lasciato scappare, lui che non ha mai degnato di uno sguardo nessuna ragazza della scuola. Will infatti è un ragazzo tenebroso, misterioso, solitario; gli unici con cui lega sono i cugini Xander e Angus, anch’essi cacciatori. Will fa parte di una famiglia di cacciatori, ma lui è diverso… forse perché nasconde un segreto che lo lega ai draki…
Della famiglia di Will non ci viene detto molto ma chissà che non ci venga svelato qualcosa nei prossimi libri.
Inizia così la storia tra i due giovani: una storia d’amore molto tenera, appassionata e tormentata, descritta con sapienza e delicatezza dalla Jordan, una storia che avvince il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Attorno a Will e Jacinda ruotano tutta una serie di personaggi secondari anch’essi ben caratterizzati: Tamra, la gemella di Jacinda, che lasciatemelo dire, ho trovato estremamente odiosa nella sua voglia di rivalsa sulla sorella, la madre delle due ragazze, un altro personaggio che non ho apprezzato particolarmente, ho trovato alcune sue scelte molto egoistiche (anche se poi si capisce che in realtà alcune scelte, che possono sembrare “antipatiche”, sono fatte per salvare Jacinda) e infine Xander, l’inquietante ed enigmatico cugino, un personaggio che ha stuzzicato la mia curiosità e che spero avrà spazio nei prossimi libri (i cattivi hanno sempre il loro fascino :P).
Un personaggio invece che viene lasciato un po’ nell’ombra è Cassian, il “terzo incomodo” per così dire. In realtà il triangolo amoroso è solo vagamente accennato, anzi quasi assente, visto che Cassian che dovrebbe essere il rivale di Will, fa solo sporadiche apparizioni e non interagisce mai con quest’ultimo.
Credo comunque, anche visto il finale di questo primo libro, che Cassian avrà più spazio in “Vanish” e scopriremo molto più su di lui.
Concludendo, “Firelight” è un libro piacevole, ben scritto e veloce (in due giorni l’ho finito) e pur, avendo qualche limite (come ho detto prima, avrei voluto che la parte più spiccatamente fantasy fosse più sviluppata, e ho avuto qualche deja vu in alcune parti facendomi fare un confronto con un certo libro di questo genere, non voglio dire quale ma penso che si capisca a cosa mi sto riferendo :D) è una lettura appassionante e fa ben sperare per il seguito, nel quale forse molte domande e questioni lasciate in sospeso o solo accennate saranno risolte.

Voto: ♥ ♥ ♥ 1/2

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