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Recensione: Frankenweenie, di Tim Burton - Il film

Creato il 24 dicembre 2012 da Mik_94
La recensione di un film, ancora inedito in Italia, che, accanto ai classici Mr. Doubtfire, Mamma ho perso l'aereo e Nightmare Before Christmas, mi auguro possa accompagnare le vostre feste.Il mio personale augurio di uno splendido Natale. Grazie di esserci, e a presto

Recensione: Frankenweenie, di Tim Burton - Il film Sarebbe dovuto uscire al cinema tra Ottobre e Novembre, quando centri commerciali e negozi di dolciumi ospitavano zucche di plastica dai sorrisi simpaticamente inquietanti, diavoli tentatori con le fattezze di irresistibili caramelle, nemiche della nostra igiene dentale, e quando le librerie e le videoteche avevano ancora un posto d'eccezione per i DVD di Dark Shadows, il suo ultimo film. Invece, Frankenweenie, ultimo capolavoro di Tim Burton, ha subito rimandi su rimandi. Quasi come se non fosse una delle ultime produzioni degne di nota degli studi Disney, ma un trascurabile flop meritevole del giusto oblio.
Adesso, quasi certamente, arriverà in Italia al ritorno dalle vacanze natalizie: il prossimo 17 Gennaio. Tuttavia, ormai stufo di essere ancorato alla volontà dei produttori nostrani, non appena se n'è presentata l'occasione, l'ho visto senza pensarci su due volte. Avrei potuto aspettare ancora un mesetto per godermelo in 3D in un confortevole cinema, ma Burton non conosce due cose: il bruciore dell'insuccesso e i miei no. A un minuto dell'inizio, già ero perso. Il classico castello della Disney si è oscurato durante i titoli di testa. Via le luci, via il luccichio della scia perfetta tracciata attorno ad esso, via i colori. Sullo sfondo si sono accumulati nuvoloni neri e un lampo fragoroso ha dato inizio a tutto, aprendo il film in maniera unica e magistrale. La storia ha inizio dove tutte le storie finiscono e con un avvenimento che nei cartoni per bambini è tabù, ostacolato da un sonoro “e per sempre felici e contenti” o rimandato oltre i limiti inesplorabili dei titoli di coda: la morte.Recensione: Frankenweenie, di Tim Burton - Il filmNon di genitori che ci lasciano una magica eredità, non di un prozio sconosciuto che ci fa il dono di una magione stregata, non di un malvagio antagonista, ma di Sparky, un cane. Il migliore amico dell'uomo. Il migliore amico dello schivo e geniale Victor. Sparky è cresciuto assieme a lui, un socievole e curioso amico a quattro zampe che ha reso la vita del triste protagonista meno vuota e più emozionante. Quando lo stridore dei freni di un automobile e un tonfo mettono fine alla sua esistenza, Victor è completamente solo, alle prese con due genitori che non possono capire il suo dolore e con bizzarri compagni di scuola che lo ignorano beatamente. Questo finché un esperimento azzardato e una notte di fulmini e saette non lo riportano in vita. Ammaccato, con due bulloni ai lati del collo, grossolane cuciture a percorrergli il tenero musetto e una coda che si stacca alla minima scodinzolata. Goffo, fatto a pezzi come un puzzle per bambini, ma rumorosamente vivo. O quasi..  Ispirato al Frankenstein di Mary Shelley e a un corto cinematografico che un giovanissimo Tim Burton realizzò nel lontano 1984, Frankenweenie è il ritorno del regista al mondo dell'animazione stop motion dopo il successo di Nightmare Before Christmase La sposa cadavere.Un ritorno atteso, sperato e avvenuto, finalmente e inaspettatamente, nell'inusuale territorio di casa Disney. Un territorio che per l'incontenibile genio del regista poteva rivelarsi impervio e minato di ostilità. Come avrebbero potuto i produttori esecutivi di La bella e la bestia, Biancaneve, Cenerentola e Pinocchio accogliere di buon grado un film d'animazione a) senza canzoni; b) completamente in bianco e nero; c) tenebroso, cupo e anche un po' grottesco? La collaborazione, inutile dirlo, ha funzionato eccome!La colonna sonora di Danny Elfman è un dono fatto alle nostre orecchie, l'amichevole partecipazione di Winona Ryder, Martin Short e Catherine O'Hara (che prestano le loro voci ai personaggi) rimarca grandi e indimenticabili tappe delle creazioni del nostro cineasta preferito, la storia è un irripetibile coacervo di sentimenti e brutture capaci di scaldare il cuore, il geniale uso del bianco e nero rimanda alle glorie di un cinema muto rispolverato con The Artist e alla foto cult in cui Walt Disney e Topolino posavano per la macchina da presa. E' un incubo macabro e splendido, ma che segna il ritorno a un mondo di fiabe che, visti i recenti insuccessi, sta perdendo scintille della sua polvere magica. Recensione: Frankenweenie, di Tim Burton - Il filmE' il film meno Disney di questo mondo, ma quello che paradossalmente è stato capace di dare ai padri dei cartoni più belli il giusto e meritato lustro e di ricordarci la potenza del buon cinema. Nonostante l'avessi trovato divertente e solare, Dark Shadows era stato un tantino al di sotto dei canoni burtoniani.Bello, sì, ma in maniera disimpegnata e fugace.E' questo, invece, il film che aspettavo. Un armonico e simmetrico matrimonio di opposti, un raffinatissimo gioco di citazioni, un prodotto con un'identità precisa, ma con lo sguardo rivolto al meglio che c'è. Figlia dello stesso seme che aveva dato vita al meraviglioso Edward mani di forbice, la storia d'amicizia di Victor e Sparky prende spunto dall'infanzia solitaria del regista e, ad anni di distanza, regala a lui quell'amico speciale che non ha mai avuto da bambino e noi l'intrattenimento di gran classe e qualità che potrebbe rendere ancora più speciale il nostro Natale. Da vedere con la famiglia in gran completo, riesce a far riflettere con sensibilità anche sui pregi e i difetti della scienza moderna, capace di regalare, se spinti da amore, sorprendenti miracoli; se dall'ambizione più cieca, invece, mostri. Consigliatissimo!

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