Bentornati! Eccoci con una nuova recensione di Game Of Thrones, tornato ieri notte con il secondo episodio della quinta stagione.
Se devo essere sincera, l’ho trovato più dispersivo e meno coinvolgente rispetto alla premiere: due minuti la, due minuti qua, arriviamo a 55 e abbiamo fatto un episodio. NO. Io preferirei che ogni episodio si concentrasse su tre, quattro personaggi al massimo e ci desse uno sviluppo… non mi piace vederne sette, otto, per due minuti sullo schermo. Che poi, in due minuti può succedere di tutto, ma qui invece non succede comunque mai NIENTE.
Partiamo da Tyrion e Varys in viaggio verso Volantis. Tyrion domanda: “Cosa c’è a Volantis?” che poi è quello che ci chiedevamo tutti visto che dovrebbero essere diretti da tutt’altra parte. La risposta di Varys, come sempre, non riesce a soddisfare completamente la nostra curiosità: “La strada per Meereen”. Ottimo, bravo, ma chiunque con in mano una cartina geografica avrebbe potuto dirlo. Caro Varys, non è che stai architettando qualcosa?
Però, nonostante questo mi incuriosisca, mi fa anche arrabbiare. Perché farci vedere questi due in viaggio per così poco senza farci sapere altro oltre la destinazione? Certe volte penso a chi scrive gli episodi e li immagino così insicuri delle loro capacità che pensano di non riuscire ad appassionare gli spettatori senza mettere scene di Tyrion ogni settimana, solo perché è il personaggio più amato. No, vi sbagliate, non basta.
Altra parte che mi sarei risparmiata? Quella riguardante Sansa, Petyr, Brienne e Pod. Per quanto adori tre personaggi su quattro che ho appena nominato, mi è sembrata messa lì sempre per fare numero. Nemmeno mi soffermo a paragonare la storyline della nostra Vergine di Tarth dei libri con quella della serie perché le differenze sono davvero abissali e ammetto che preferivo la versione cartacea… e poi non posso fare a meno di dire che questa nuova svolta – il ritrovamento di Sansa, con lei che le dice di non voler essere aiutata e Pod che suggerisce a Brienne che forse a questo punto il suo giuramento è sciolto – mi preoccupa abbastanza. Game of Thrones è così: tutti possono morire in maniera più o meno violenta e quindi tu vivi già con l’ansia per il destino del tuo personaggio preferito e loro che fanno? Aggiungono ansia su ansia. Hanno detto che quest’anno morirà un personaggio che nei libri è ancora vivo e… non lo so, adesso che scopo ha Brienne? Deve vagare per i sette regni nella speranza che un giorno arrivi un re (o una regina, magari nel frattempo Daene… naaaa, quella sono anni che non fa un metro) che vale la pena di servire? Quella frase di Pod mi ha fatto scattare un campanello d’allarme e ora non so… ho paura che il personaggio che ci lascerà sia proprio lei. Non oso nemmeno immaginare le conseguenze di questa svolta: il mio cuore potrebbe non resistere, quindi per ora faccio finta di niente e continuo a vivere serena.
Sebbene il suo rifiuto secondo me sia stato un grosso errore – seriamente, qualcuno crede che Sansa sia al sicuro insieme a Ditocorto? – ho apprezzato quel poco che ci hanno fatto vedere di Sansa. Come nota anche Petyr, è diventata un’ottima osservatrice… mi dispiace solo a causa di questa sua evoluzione sembri così spenta, così diversa, fa quasi paura. E solo io credo (e temo) che la proposta di matrimonio non sia per Petyr ma per Sansa?
Che ansia. Però, ripeto, mi sarei risparmiata tutto questo posticipandolo magari al prossimo episodio per dare più spazio ad altri personaggi, oggi.
Di fatto, avrei voluto vedere un po’ più Dorne. Sono impaziente di conoscere le temute Serpi delle Sabbie, le figlie del nostro compianto Oberyn che non smetteremo mai di rimpiangere.
Per ora dobbiamo accontentarci di Ellaria, Areo Hotah e Doran Martell.
Ellaria… oh, Ellaria. La nostra povera signora non è ancora riuscita a superare il dolore della sua perdita. La capisco: se io avessi un marito come Pedro Pascal e finissi per perderlo… come si fa a trovare un suo degno sostituto? Eppure, mi ha stupito parecchio la sua vena vendicativa. La vedevamo osservare la nuova Myrcella in compagnia del suo promesso Trystane e sembrava proprio intenzionata a stritolare il suo candido collo tra le sue mani. E non so, io propongo di formare un esercito e aiutarla a vendicare la morte del suo compagno.
Areo Hotah è il capitano della guardia di Doran, e purtroppo l’abbiamo visto pochissimissimo. Con quella sua lancia, comunque, incute abbastanza timore, ma oltre questo non abbiamo altro da dire.
Quello più interessante, secondo me, è Doran Martell, e non solo perché è il sovrano della splendida e soleggiata Dorne, ma perché rimane un uomo che ha perso un fratello e una sorella a causa delle stesse persone e che per una volta ha in mano la possibilità di vendicarsi.
Noi non mutiliamo ragazzine per vendetta.
Non so voi, ma Doran mi ha dato l’impressione di essere un personaggio che sfrutta a suo favore il suo aspetto “vulnerabile” al fine di ottenere ciò che vuole. Ha detto a Ellaria che non farà del male a Myrcella, nonostante la minaccia spedita a Cersei, però… però non ha detto che non ci saranno ripercussioni. Insomma, non abbiamo visto abbastanza e farci un’opinione è impossibile, però credo che lui debba essere tenuto d’occhio e su questo non ci piove… è pur sempre il fratello del nostro Oberyn, certo è che non ci farà annoiare.
E a proposito di minaccia, in questi primi due episodi Cersei non ha avuto un attimo di pace: la scorsa settimana l’abbiamo vista tormentata da un ricordo del suo passato, questa settimana dal timore che possa accadere qualcosa alla sua povera figliola. In più, la gente continua a cercare di privarla del suo potere come regina reggente. Effettivamente un re c’è, ma figuriamoci se lei lascerebbe il suo bambino a fare il suo dovere e a imparare qualcosa. Il povero Tommen di questo passo diventerà re dopo Carlo d’Inghilterra.
Tra tutti quelli che vogliono metterla da parte suo zio Kevan Lannister, in particolare, ha attirato la mia attenzione. Non so quanto condivida con il fratello Tywin, ma visto il modo in cui è riuscito a tenerle testa sento che i problemi per Cersei non finiranno presto… Come si suol dire: morto un papa se ne fa un altro. Qui è tutta questione di accenti: morto un papà se ne fa uno zio.
In tutto questo, la nostra regina ha anche il tempo di avviare i sette regni a un nuovo sport: la caccia al nano. Ora, fermiamoci un attimo a pensare a quanti poveri nani vengono trucidati ogni minuto nella speranza che uno di essi sia il Folletto, per dimostrare che gli uomini quando sentono parlare di soldi e potere non guardano in faccia nessuno… e qui è proprio il caso di dirlo: uccidono alla cieca senza guardare chi hanno ucciso, senza nemmeno cercare di trovare qualcuno che effettivamente assomigli a Tyrion. Per loro basta che siano nani maschi. Giuro che tutto questo mi fa salire la tristezza al massimo, poveri nani.
E Qyburn, questo misterioso personaggio, che se ne doveva fare della testa mozzata dello sfortunato nano? Che esperimenti sta portando avanti? Ho paura al pensiero di scoprirlo. Certe volte preferirei rimanere all’oscuro di tutto.
Chi è quello?
Un figone pazzesco.
Mi ha fatto piacere rivedere finalmente Jaime per più di trenta secondi dove in ventotto Cersei gli urla quanto è inutile e nei restanti due secondi lui realizza di essere stato insultato da colei che dovrebbe essere la donna della sua vita. Mi ha fatto piacere rivedere anche Bronn, che credevo fosse ormai andato e perduto. Anche qui però ci stiamo discostando parecchio dai libri, è anche inutile ripeterlo: quindi vi dirò che sono piuttosto curiosa di scoprire cosa combineranno questi due a Dorne. Ricordo che questa strana coppia mi aveva convinta già nel periodo in cui Bronn aveva aiutato Jaime a migliorare il suo uso della spada con la mano sinistra, e spero di mantenere questo sentimento fino alla fine di questa loro nuova avventura.
E sempre a proposito di problemi, ecco cosa ha dovuto affrontare quest’oggi Daenerys Targaryen: uno degli schiavi liberati di Meereen ha ucciso un Figlio dell’Arpia che doveva essere ancora sottoposto a un processo, per cui decidendo che quella non era giustizia, condanna a morte l’ex schiavo. A nulla sono valsi i saggi consigli di Ser Barristan sull’idea di giustizia del Re Folle: questa ragazza è di coccio.
La scena dell’esecuzione è stata molto d’effetto: tutti i cittadini la chiamavano a gran voce, probabilmente non sospettavano cosa sarebbe successo di lì a poco, e quando tutti le chiedevano pietà per il loro “fratello”, lei era sorda. Letteralmente. Avete notato come le loro voci, quando veniva inquadrata Dany, risultavano attutite? Quasi come se li sentisse ma cercasse di tenerli fuori dalla propria mente.
Capisco comunque che lei ha dato loro la libertà e che questa vada a braccetto con la giustizia, ma secondo me ha sbagliato agendo in quel modo. Sarà pure la loro “madre”, ma l’uomo che è stato ucciso – e che ricordiamo avrà sì sbagliato e tutto, ma ha sempre agito in suo nome… okay, lei non gliel’aveva chiesto, ma a quanti importerà? – era un “fratello”, e non so, credo che le ripercussioni di questo gesto non tarderanno ad arrivare. Non per criticarla sempre, però è stata troppo impulsiva e vorrei che ci avesse pensato bene prima di compiere questo gesto così assoluto.
Pollice in su per l’apparizione a sorpresa di Drogon che dimostra ancora una volta di essere un cucciolone. Sembra passato un secolo da quando, grande quanto un cagnolino, imparava a sputare fuoco davanti agli occhi incantati di Doreah e Dany stessa.
Se da una parte la nostra regina dei draghi non si avvicina di un metro al continente occidentale, Arya Stark è invece arrivata a Braavos. Devo ammettere che, mentre nei libri non riesco a lasciarmi coinvolgere da questa parte della sua storia, oggi ero invece piuttosto incuriosita. Spero di continuare su questa via.
Come i pochi minuti dedicati a Dorne e alla missione di Jaime e Bronn, qui ci troviamo davanti a un apri pista. Ci hanno incuriositi mostrandoci la Casa del Bianco e del Nero, con la sua bella porta di entrambi i colori, ci hanno mostrato Arya che ripete la sua ormai breve lista dei nomi dell’odio e che sembra non avere un posto in cui andare, per concludere con la nostra bambina che entra in quel misterioso edificio in seguito alle parole “devi diventare nessuno”. Insomma, dopo aver attraversato il mare ed essere finalmente giunta a destinazione, sembrava che il suo viaggio si fosse concluso… in realtà, è appena iniziato.
La parte di episodio che si svolge alla Barriera invece è quella che mi è piaciuta di più perché finalmente viene affrontata una questione che mi è sempre stata molto a cuore: Jon Snow che potrebbe diventare Jon Stark. Jon Stark. Oddio suona così strano!
Nessuno ha mai pensato a come sarebbe stata la vita di Jon se Ned lo avesse legittimato? Io sì, in particolare quando si sparge la falsa voce della morte di Bran e Rickon ed era rimasto solo Robb come signore di Grande Inverno. Poi il nostro Re del Nord è morto e non c’era nessuno a prendere il suo posto, nessun erede: sappiamo tutti tra le mani di chi purtroppo è finito il nostro castello preferito.. nella sigla rivediamo Grande Inverno nel suo antico splendore ma sotto lo stemma dei Bolton e… c’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo. Profondamente.
Comunque, per tornare al punto, anche Jon ha sempre sognato che suo padre lo legittimasse rendendolo Jon Stark. Bastava chiederlo al re e sicuramente Robert non avrebbe negato un favore del genere al suo amicone del cuore. Allora perché non l’ha fatto? Probabilmente non lo sapremo mai, anche se io ho una mezza idea e penso pure voi.
È stato tutto molto emozionante ma sempre troppo breve: nei libri Jon riflette a lungo su questa possibilità, combattuto tra il suo desiderio di rimanere tra i Guardiani e quello di realizzare un sogno che lo tormenta fin da quando era bambino, mentre qui già nella scena successiva lui confida a Sam che rifiuterà. Ammetto di essere sempre rimasta delusa da questa decisione: in cuor mio desideravo che lui accettasse la proposta di Stannis, sebbene non mi faccia impazzire come re e l’idea del nord inchinata a lui non è in cima alla lista delle cose che vorrei vedere accadere in Game Of Thrones.
Ormai non ha più importanza: il secondo momento più emozionante dell’episodio è stata l’elezione di Jon a Lord Comandante dei Guardiani, acclamato da tutti i suoi compagni che lo chiamavano Snow, Snow, Snow (Però mancavano Grenn e Pyp T_T). Anche qui abbiamo una “semplificazione” rispetto ai libri, e hanno sostituito le macchinazioni di Sam con quel suo bellissimo discorso… va bene, dai, mi accontento perché l’effetto non è stato per niente male. Senza contare che quando rinfaccia a Slynt di essersi nascosto insieme a Gilly nella dispensa durante la battaglia ho riso come una bambina.
E quindi il nostro Jon Snow ha fatto carriera. E chi se lo aspettava. Ma cosa significa questo, adesso? Jon alla Barriera ha tanti nemici, come reagiranno a questa elezione? E Stannis, accetterà senza problemi di aver perso così ogni possibilità di ottenere il Nord?
Episodio con alti e bassi che però ancora si salva. Spero che la settimana prossima si concentreranno su meno personaggi invece di essere dispersivi come oggi. Voi cosa ne pensate, a voi è piaciuto questo secondo episodio? Che ne pensate di Jon Lord Comandante? E di Arya nella Casa del Bianco e del Nero? E che ve ne è parso di Dorne? Fatemelo sapere con un commento. Io come sempre vi lascio il promo del prossimo episodio e i ringraziamenti, appuntamento alla settimana prossima!
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