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Recensione Garm Wars - L'ultimo druido

Creato il 18 gennaio 2016 da Lightman

Il cineasta giapponese Mamoru Oshii torna al cinema con una pellicola di genere fantascientifico, realizzata in live-action, densa di spunti che rimandano ai suoi temi preferiti, quali il senso dell'esistenza e il rapporto dell'uomo con la tecnologia.

Recensione Garm Wars - L'ultimo druido Recensione Garm Wars - L'ultimo druido

Marco Lucio Papaleo inizia a giocherellare sulle tastiere degli home computer nei primissimi anni '80. Da allora, la crossmedialità è la sua passione e sondarne tutti i suoi aspetti è la sua missione. Adora il dialogo costruttivo, vivisezionare le opere derivate e le buone storie. E' molto network e poco social, ma è immancabilmente su Facebook e Google+.

Si tramanda che in origine, nel mondo di Annwn, vi fossero otto tribù, ognuna con la propria specializzazione, create dal dio per servirlo. Ma, quando la divinità abbandonò il mondo, le otto tribù cominciarono a farsi guerra per decidere a chi spettasse il predominio sul creato. Dopo un lungo e rovinoso conflitto, solo tre sono le popolazioni ancora esistenti: i Briga (dominatori delle lande), i Kumtak (esperti in tecnologia assoggettati ai Briga), e i Columba (controllori degli spazi aerei). Non esistono più neanche i Druidi, portatori della parola del dio, ma solo questi pochi esseri umanoidi detti Garm, la cui esistenza è costantemente in bilico. Il fato, ad ogni modo, riunirà in una bizzarra alleanza proprio un guerriero Briga, una combattente Columba e un anziano Kumtak, insieme all'ultimo dei Druidi, in un pellegrinaggio verso la verità dietro la loro esistenza. Un nuovo inizio... ma se fosse solo l'inizio della Fine?

La verità sul Garm

Recensione Garm Wars - L'ultimo druido

Mamoru Oshii, come artista, non si discute. La sua carriera parte dall'animazione televisiva di serie di culto quali Lamù e Yattaman, ma è il medio/lungometraggio il mezzo espressivo che lo ha visto principe in quarant'anni di carriera. I suoi film di Patlabor e Ghost in the Shell sono entrati nella storia dell'animazione giapponese, e il suo interesse nella sperimentazione l'ha portato spesso a infrangere le barriere e darsi ai live action in tempi non sospetti, con risultati altalenanti ma sempre degni di nota. E il suo Avalon è uno dei primi, e più interessanti, film sulla realtà virtuale e il rapporto gioco online-vita reale. Dopo una lunghissima gestazione e alcuni cambi di marcia ecco infine arrivare Garm Wars - L'ultimo Druido, nuova pellicola di fantascienza in live action partorita dalla fervida mente dell'autore nipponico, che ci lancia letteralmente all'interno di un conflitto post apocalittico in un mondo techno-fantasy di non semplice comprensione. Nonostante i ripetuti "spiegoni", infatti, durante la visione del film i punti interrogativi in testa agli spettatori si moltiplicano, invece di diminuire, arrivando alla fine della corsa con più domande che risposte. Trascinati da un ritmo cadenzato ma mai noioso e da un'atmosfera fantasy vagamente mistica, i tre protagonisti (interpretati dai noti Lance Henriksen e Kevin Durand e dalla meno conosciuta, ma efficace, Melanie St-Pierre) vagano tra domande esistenziali e basilare lotta per la sopravvivenza in un mondo devastato e in continua mutazione e ricerca di un suo senso. Il tocco di Oshii è palese, a partire dalla fotografia, che ricorda alla perfezione il mood delle sue precedenti opere animate e dal vivo, fino ai numerosi rifermenti alla spiritualità e al ruolo della tecnologia nella sopravvivenza, così come nella perdizione, della razza umana.

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