Recensione: Gli zombi non piangono di Rusty Fischer
Zombies don't CryTrama: Maddy Swift è una studentessa un po’ imbranata, che frequenta il liceo della tranquilla cittadina di Barracuda Bay e ha una cotta per il nuovo ragazzo della scuola. Quando Stamp la invita a una festa, la sua vita è destinata a cambiare per sempre. Piove a dirotto e Maddy, tutta agghindata, esce di nascosto dal padre. Dopo essersi persa diverse volte, finalmente intravede le luci della festa e viene colpita in pieno da un fulmine. Quando si risveglia, si ritrova con la faccia in una pozzanghera, stordita e completamente inzaccherata. Ma il fango è l’ultimo dei suoi problemi: è quel buco fumante nel cranio, il cuore che non batte più e i polmoni che non funzionano a farle sorgere qualche sospetto... Una volta a casa, dopo una rapida ricerca in rete, scopre con raccapriccio di essersi trasformata in una delle creature che più la spaventano: una morta vivente.
L'autore: Rusty Fischer è stato un professore di liceo e ha collaborato con famose riviste giovanili come The Mailbox, Learning e Bookbag. Ora è uno scrittore free lance a tempo pieno e un appassionato di horror. Oltre a "Gli zombi non piangono", finalista del Bram Stoker Award, ha pubblicato diverse opere dedicate agli adolescenti: "Stories for a Teen Heart", "Chicken Soup for the Preteen Soul", "Ushers", Inc., "Becca Bloom and the Drumsticks of Doom". Fiero di essere nato in Florida, Rusty vive a Cape Canaveral. Sito dell'autore: http://zombiesdontblog.blogspot.it/
Recensione: Devo ammettere che le premesse non erano per niente positive. Non sono una grande fan dei romanzi con gli zombi (ne avrò letti un paio e basta) né la cover di questo romanzo riusciva a farmi cambiare idea (basta cover con volti femminili in primo piano, non se ne può più!) perciò ho cominciato la lettura con un pesante bagaglio di pregiudizi. Di quelli che mi portano ad aspettarmi il solito young-adult fotocopia, caratterizzato dal solito stile piatto o inesistente e dalla trama superbanale e ormai già vista in tutte le sue possibili declinazioni. Insomma aspettative al minimo storico: ogni tanto capita. Quando parto in uno stato d'animo del genere, il passo dal baratro è davvero breve. Basta una parola fuori posto per iniziare a odiare il romanzo in questione così come basta una parvenza di idea originale per pormelo sotto una nuova luce. Rusty Fischer ce l'ha fatta: se non mi ha convinta alle prime divertenti battute, ci è riuscito col proseguire della storia. Mi son ritrovata a divorare il romanzo allo stesso modo in cui la protagonista ha divorato i cervelli subito dopo essersi risvegliata zombi, e mi son ritrovata a rallegrarmi perché le mie basse aspettative non erano state soddisfatte. Insomma la lettura mi ha divertita, mi ha dato qualche ora di piacevole compagnia (ci vogliono solo un paio d'ore per leggere il romanzo) e mi ha fatto fare qualche risata.
Tutto qui.
Non ho trovato il romanzo fotocopia che temevo - anche se qualche accenno qua e là esiste - né uno stile eccessivamente piatto ma non basta la mancanza di un paio di elementi negativi per farmelo considerare un gran romanzo. Così come non basta l'ironia dell'autore a farmi perdonare la presenza di personaggi abbastanza stereotipati e poco caratterizzati, uno sviluppo fin troppo prevedibile, un finale abbastanza banale. Mi rendo conto che la mia è una voce fuori dal coro, essendo su anobii il romanzo osannato alla - quasi -unanimità, ma non sono riuscita a trovare abbastanza elementi positivi oltre l'ironia dell'autore. Avrei desiderato una storia meglio sviluppata, più profonda, meno superficiale: se il romanzo fosse destinato ai bambini, se fosse stato pubblicato dalla Giunti Kids o Junior la mia recensione sarebbe stata diversa. Ma è destinato agli adolescenti e credo meritino qualcosa di più.
(Living Dead Love Story #1)
Titolo originale: Zombies don't crie Autore: Rusty Fischer
Traduttore: Sara Reggiani Editore: Giunti Y Pagine: 368 Isbn: 9788809768857 Prezzo: €12,00
Valutazione: 2,5 stelline Data di pubblicazione: 17 Ottobre 2012