Descrizione:
Il fascino che il cibo, in qualità di strumento letterario, esercita sull'autrice di Harry Potter, e quindi direttamente sulla saga, proviene da lontano: ha infatti radici fin nelle letture d'infanzia. A differenza dei suoi autori di riferimento però, J. K. Rowling è riuscita a utilizzare il cibo in maniera molto più ampia e sfaccettata, facendogli assumere di volta in volta un ruolo determinante per spingere innanzi la storia, per colorarla di sfumature ludiche, per evidenziarne i risvolti familiari e sociali. La sua rilevanza è talmente determinante che neppure la magia riesce a comandarlo: non può infatti generarlo dal nulla, ma solamente variarlo nella quantità rispetto a un ammontare preesistente. E se pensiamo che, fra le altre limitazioni al potere magico, rientrano forze come il vero amore e il dono della vita, possiamo subito comprendere quale posto d'onore J.K. Rowling abbia inteso riservare, all'interno della propria creazione, a ciò che è responsabile del nostro nutrimento, del nostro sviluppo e del nostro sostentamento.
L'autrice:
Nel 2006 ha pubblicato il saggio ‘L’Incantesimo Harry Potter’(Delos Books), vincitore del Premio Italia 2007.
Nel 2007 ha pubblicato il manuale ‘Harry Potter a test’ (Alpha Test), tradotto in Francia nel 2009 col titolo di ‘Le Monde de Harry P.’, per l’editore Belin. Nello stesso anno ha collaborato alla redazione della versione italiana di ‘Lexicon — Guida non autorizzata ai romanzi e al mondo di Harry Potter’ (Piemme).
Nel 2011 ha pubblicato il saggio ‘La Fonte della Buona Sorte: un’allegoria alchemica sul senso della vita’ nell’antologia ‘Potterologia’ (Edizioni Camelozampa), i cui proventi sono devoluti all’associazione Theodora (www.theodora.it).
Nello stesso anno ha pubblicato il racconto ‘Coraggiosa’ nell’antologia ‘Code di Stampa’ (Edizioni La Gru), i cui proventi sono devoluti all’associazione animalista Save The Dogs and The Other Animals (www.savethedogs.eu).
Nel 2012 ha pubblicato, sempre per Camelozampa, il saggio La Metafisica di Harry Potter, che è stato finalista al Premio Italia 2013.
Sul sito www.marinalenti.com propone periodicamente curiosità e approfondimenti sulla saga.
La recensione di Sara:
Harry Potter è una delle saghe che ha stregato intere generazioni nell’ultimo decennio.
L’opera della Rowling non è solo una storia fantasy ma anche un romanzo che si presta a diverse chiavi di lettura, motivo che ha spinto parecchi scrittori ad analizzare la sua opera sotto diverse ottiche e a scriverne saggi.
È questo il caso di Harry Potter: il cibo come strumento letterario di Marina Lenti.
L’avevamo già incontrata con il saggio La Metafisica di Harry Potter, in cui l’autrice spiegava la saga del maghetto in chiave filosofica.
Con questa nuova opera ci ritroviamo invece ad assaporare l’aspetto culinario che caratterizza la saga di J.K.Rowling.
Agli appassionati non sarà sicuramente sfuggito il riferimento frequente nei libri della scrittrice inglese al cibo.
Saranno note a tutti le famosissime Gelatine Tutti i gusti +1, le Cioccorane, le Api Frizzole, la Burrobirra.
Ancor più noti sono i sontuosi banchetti di Hogwarts descritti sin dal primo capitolo della saga.
Quello su cui Marina Lenti si sofferma è cosa abbia spinto la Rowling a citare così spesso il cibo e che funzione abbia ai fini della narrazione.
Ci porta così a scoprire le letture che hanno influenzato la scrittrice nella stesura del suo Harry Potter. Comincia allora un goloso viaggio, a partire dalla cucina di Moonacre, descritta da Elizabeth Goudge nel suo “Il cavallino bianco” fino alla più nota Fabbrica di cioccolato descritta da Roald Dahl nell’omonimo romanzo.
La scelta di J.K. Rowling nasce quindi come inconscio tributo ai suoi autori preferiti dell’infanzia ma, Marina Lenti si spinge oltre.
La cucina di Harry Potter non è solo una citazione ai romanzi a cui la Rowling è affezionata, c’è di più.
C’è della psicologia che riporta alla fase orale dei bambini, la fase più importante e significativa della crescita, c’è un legame profondo tra il cibo e l’affetto, ricevuto o meno che sia.
L’autrice analizza dunque il rapporto dei personaggi con il cibo, la presenza di esso nei momenti significativi della vita a Hogwarts.
Il cibo diventa così dimostrazione di affetto, momento di aggregazione, una scusa per poter parlare di segreti, il momento in cui i personaggi possono scoprirsi.
Ma non finisce qui, il saggio svela anche l’origine dei nomi delle magiche prelibatezze che abbiamo incontrato nei sette libri, la difficoltà nel tradurli in diverse lingue, i luoghi dove potete assaggiarle proprio come se foste a Mielandia o al Paiolo Magico.
Un’analisi interessante e coinvolgente.
Inevitabile sarà avere l’acquolina in bocca, munitevi di qualcosa da sgranocchiare mentre leggete, ne avrete bisogno! Il saggio è arricchito inoltre da una serie di originali ricette ispirate al mondo di Harry, potrete perciò sbizzarrirvi nel preparare singolari banchetti dal tocco magico.
Per i fanatici della saga un libro da non perdere assolutamente!