Il vincitore del premio Oscar Ron Howard torna a dirigere Chris Hemsworth in Heart of the sea - Le origini di Moby Dick, incentrato sugli eventi che hanno ispirato il popolare romanzo avventuroso di Melville.
"Questo non è un film che glorifica la caccia alle balene: al contrario, mostra quanto fosse brutale. L'industria baleniera del XIX secolo era essenzialmente l'industria petrolifera prima che qualcuno capisse come praticare una buca nel terreno per estrarre il petrolio dalla terra. L'olio di balena ha acceso le lampade dell'America e dell' Europa. Hanno fatto addormentare i bambini in culle realizzate con ossa di balena; i loro mobili, i corsetti delle donne, ed una miriade di altri elementi essenziali erano sottoprodotti di balene. Ma la vita degli uomini a bordo di queste baleniere aveva uno scopo mercenario, niente più che voci di un bilancio aziendale".
Ci sembra giusto partire da questa osservazione dello sceneggiatore Charles Leavitt per introdurre Heart of the sea - Le origini di Moby Dick, che, tratto dal best-seller Nel cuore dell'oceano - il naufragio della baleniera Essex di Nathaniel Philbrick, conduce alla scoperta dei retroscena legati alla stesura del popolarissimo romanzo Moby Dick, scritto nel 1851 da Herman Melville ed oggetto di diverse trasposizioni su grande schermo; dal mitico Moby Dick - La balena bianca interpretato nel 1956 da Gregory Peck sotto la regia del grande John Huston al trashissimo 2010: Moby Dick di Trey Stokes, prodotto dalla famigerata Asylum.
Sfida ai confini del mare
Quindi, niente capitano Ahab nel corso delle circa due ore di visione, bensì il racconto che Thomas Nickerson, ovvero Brendan Gleeson, fa a metà XIX secolo al citato Melville alias Ben" Spectre" Whishaw a proposito del drammatico viaggio in mare effettuato trent'anni prima insieme al veterano primo ufficiale Owen Chase, al secondo ufficiale Matthew Joy e all'inesperto capitano George Pollard, rispettivamente incarnati da Chris" Thor" Hemsworth, dal Cillian Murphy di Batman begins e dal Benjamin Walker de La leggenda del cacciatore di vampiri; il quale osserva: "Ci sono tre grandi prove racchiuse in questa storia: l'uomo contro l'uomo, l'uomo contro la natura, l'uomo contro sé stesso. Come si possono superare tutte queste sfide ed uscirne vivi? Questa è la questione centrale del film. Ma in tutto ciò, di bello emerge la resistenza dello spirito umano".
Perché, mentre nel corso della prima parte del lungometraggio di Ron Howard si guarda probabilmente a Master and commander - Sfida ai confini del mare di Peter Weir nell'inscenare le frenetiche situazioni a base di tempeste ed attacchi per mano del gigantesco cetaceo splendidamente concepito in CGI, durante la seconda si passa al naufragio e alla conseguente lotta per la sopravvivenza, tra fame e, addirittura, obbligatorio cannibalismo.
Al servizio di un piuttosto dinamico spettacolo su celluloide che, in un certo senso vicino a Titanic di James Cameron per quanto riguarda l'utilizzo della voce narrante e della colonna sonora a firma di Roque Baños, al di là dell'intrattenimento efficacemente dispensato racchiude non poco fascino nella evidente intenzione di rappresentare - più o meno allegoricamente - l'importanza di mantenere il senso di umanità non solo nell'affrontare gli ostacoli della vita, ma anche nel trovare sempre il coraggio di contrastare la menzogna che contribuisce ad alimentare la ricchezza economica e il perverso potere ad essa legato.
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