Magazine Tecnologia

Recensione Helldivers

Creato il 12 dicembre 2015 da Lightman
    Recensione Helldivers

A qualche tempo dall'uscita su PlayStation 4, il Twin Stick Shooter cooperativo sviluppato dai ragazzi di Arrow Head Studio approda su personal computer, senza stravolgere di una virgola l'esperienza di gioco.

Helldivers

Videorecensione

Recensione Helldivers

Articolo a cura di Lorenzo Morlunghi

    Disponibile per:
  • Ps3
  • PSVita
  • Pc
  • PS4
Recensione Helldivers

Lorenzo Morlunghi gioca ormai da oltre 20 anni a quasi tutto e adora parlare di videogiochi e farci video sopra, soprattutto per ridere. Nel tempo libero guarda anche film e legge qualche fumetto, ascoltando per lo più musica elettronica. Lo trovate su Facebook.

Helldivers - Recensione PC
Uscito lo scorso marzo in esclusiva su piattaforme Sony, Helldivers ci aveva convinti non poco, andando a recuperare lo spirito caotico e esilarante di Magicka (progetto nato anch'esso dalle idee di Arrowhead Game Studios) ed esaltando la componente online con un intrigante sistema di meta-game. A distanza di alcuni mesi dal lancio e dopo aver subito delle aggiunte in termini di contenuti e feature, Helldivers abbatte il muro dell'esclusività e si arriva sui nostri PC in una nuova e più completa versione. Siamo quindi corsi ad arruolarci nell'esercito in nome dell'egemonia della Super Terra, imponendo la nostra democrazia e dichiarando guerra a chiunque osasse contrapporsi al nostro dominio.

Maledetto il fuoco amico

La struttura di gioco che Helldivers propone si basa su un numero potenzialmente infinito di missioni da compiere in giro per la galassia, conquistando un astro dopo l'altro e accumulando influenza in ogni singola area. Una volta terminate tutte le quest di un pianeta questo diventerà automaticamente nostro e fornirà dei punti a una barra generale del controllo di quel settore, così da garantire un'espansione solida grazie al lavoro combinato di ogni giocatore sulla rete. I livelli sono peraltro generati in maniera completamente casuale, così che ad ogni incursione il giocatore possa sentirsi spaesato e sia invogliato ad esplorare sempre con cautela i rischiosi anfratti delle lande ostili. È comunque innegabile che, nonostante gli spunti interessanti che il lato di macro-gestione è in grado di offrire, il vero cuore di Helldivers risieda nel lato action del gameplay, che prevede tanto una crescita del personaggio simile a quella di rpg, quanto un bisogno di cooperazione decisamente fuori dal comune. I raid possono infatti essere affrontati da un massimo di 4 giocatori e lo stesso sistema di personalizzazione e gestione dell'inventario invita caldamente alla creazione di un gruppo ben organizzato, che sappia tenere a bada gli alieni che di volta in volta difenderanno i propri domini. Questi possono appartenere a 3 razze differenti, ognuna dotata di strategie peculiari. Nella nostra esperienza gli Insetti si sono rivelati i più semplici da gestire, pura carne da macello che basa tutto sull'esagerato numero delle proprie truppe, mentre gli Illuminati, dotati di scudi e altri diabolici gadget tecnologici, hanno rappresentato la sfida più pericolosa a disposizione. Nel mezzo troviamo i Cyborg, un incrocio tra le due razze precedenti, in grado di utilizzare alcuni strumenti futuristici, ma mai in maniera eccessivamente aggressiva. Per contrastare tali avversari troviamo sia un gran numero di armi (a partire dai classici fucili, fino ad arrivare a laser e raggi elettrici), sia un'ampia gamma di perk attivabili per renderci la vita più semplice, come casse di munizioni, torrette mitragliatrici o attacchi missilistici. La gestione combinata di questi elementi è uno dei lati più divertenti di Helldivers ed è ciò contro ciò a cui ogni team affiatato dovrà dedicarsi per uscire vivo già dalle missioni di livello intermedio. Fiondarsi infatti in maniera del tutto casuale contro gli avversari, senza sapere quale tipo di arma sia più efficace o quali gadget siano più utili per i propri obiettivi equivale quasi sempre a un violento Game Over, spesso causato anche da quel sadico fuoco amico già ampiamente sperimentato in Magicka. Di una cosa siamo infatti certi: in questo titolo si muore soprattutto a causa della distrazione dei propri compagni e non c'è assolutamente niente che possiate fare per evitare una fine del genere. Basta una bomba lanciata troppo vicina o una fucilata a bruciapelo che voleva mirare al nemico esattamente dietro di noi per innescare una reazione a catena in cui si cerca di richiamare una capsula di salvataggio, la quale, molto spesso, finirà con l'uccidere un altro malcapitato che si trovava nel posto sbagliato. Ricordiamo infatti che ogni perk verrà catapultato sulla mappa con dei pesantissimi contenitori d'acciaio, i quali si abbatteranno senza pietà su chiunque si trovi nell'area interessata senza fare distinzioni tra voi e i nemici.

Recensione Helldivers

A complicare ulteriormente le cose è il sistema di richiamo e attivazione dei suddetti strumenti: idealmente basta spremere la giusta sequenza di frecce, ma la cosa si fa molto complicata quando si è accerchiati e in mezzo al fuoco incrociato. In questi termini l'esperienza potrebbe sembrare un vero e proprio incubo da giocare, ma in realtà sta proprio in questi dettagli il divertimento esilarante che Helldivers è in grado di garantire a chiunque decida di imbarcarsi in un questa fantascientifica crociata democratica. Specialmente con un gruppo precostituito è possibile passare ore e ore all'insegna della conquista e della distruzione, molto spesso incolpandosi vicendevolmente e discutendo su di chi sia da biasimare se l'intero team è stato spazzato via, ma godendo al contempo di ogni meritato successo. Il rovescio della medaglia è che l'esperienza in solitaria e quella online con giocatori sconosciuti ne escono un po' fiacche, sia per la ripetitività delle missioni, sia per la difficoltà a coordinarsi con chi è poco esperto o poco incline al gioco di squadra. Non che Helldivers non risulti interessante anche per i lupi solitari, ma di sicuro il tipo d'azione che propone andrebbe condivisa almeno con un amico per poterne sfruttare appieno le potenzialità.


Poche nuove

Dal punto di vista tecnico questa nuova edizione di Helldivers non si distacca troppo da quanto visto precedentemente su Playstation 4, offrendo ambienti puliti e colorati, ma non supportati da una buona caratterizzazione artistica. Sebbene le atmosfere siano indubbiamente coinvolgenti fin dalle prime battute, purtroppo mancano elementi di spicco per rendere memorabile l'esperienza, che strizza l'occhio ad alcuni cult della fantascienza cinematografica e videoludica ma pecca di originalità. La versione PC non ha comunque mostrato esitazioni praticamente in nessuna situazione, complice anche l'assenza di caratteristiche in grado di impensierire il nostro (ormai non troppo recente) hardware. Geometria, texture e illuminazione sono semplici ma efficaci, andando incontro a un gameplay che richiede una prontezza di riflessi tale da non potersi permettere neanche un frame-drop. Unica differenza di rilievo è la gestione del filtro antialiasing, che anche a fronte degli stessi 1080p ci è sembrata più precisa rispetto alla controparte Playstation 4, regalando un'immagine priva di scalettature.
Anche i contenuti di gioco non differiscono rispetto a quanto è già possibile affrontare su console, con una serie di novità che in realtà sono già state distribuite gratuitamente nel corso dei mesi grazie ai 3 DLC principali, che hanno aggiunto nuove aree, obiettivi e strumenti. Il titolo è comunque disponibile su Steam anche in una versione più ricca, che include tutti gli altri DLC a pagamento ed estende l'esperienza per un endgame sicuramente meno noioso, ma ad un prezzo maggiorato di 10€. Una scelta comprensibile, ma che lascia l'amaro in bocca, soprattutto perché sarebbe stata l'occasione giusta per garantire a tutti un'esperienza completa ad un anno dall'uscita originale.
Un inciso infine per quanto riguarda la giocabilità su computer, data la possibilità di affrontare il titolo con mouse tastiera.

Recensione Helldivers

Purtroppo va segnalato che tale opportunità rischia di compromettere pesantemente l'esperienza di gioco, soprattutto mantenendo la disposizione standard dei pulsanti, che obbligano il giocatore a eseguire combinazioni improbabili. Consigliamo pertanto l'utilizzo di un pad che permetta di sfruttare l'originale e collaudato sistema a doppia levetta, che in alcuni momenti concitati ci ha comunque causato più di un problema. Nulla di preoccupante a livello generale, anche se una revisione parziale del sistema di controllo avrebbe potuto essere una feature interessante da includere in questa riedizione.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog