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Recensione: Hernest

Da Flautodipan @miriammas
Recensione: Hernest Titolo: Hernest Autrice: Prisca Turazzi Editore: Alcheringa Collana: Le Ossidiane Pagine: 246 Prezzo: 11,60 Descrizione:
Madison Harper lavora per l’Associazione Libero Sfogo e viene contattata al telefono da un uomo che afferma di averla uccisa. Ma chi è il maniaco ossessionato da lei e che continua a seguirla anche quando l’amica Amanda la fa nascondere nella cascina sperduta in cui abita il fratello Hernest, affetto dalla sindrome di Asperger? Fra inquietanti retroscena e momenti di amore tenero e appassionato che fanno emergere da un lato l’umanità di Hernest, dall’altro gli errori di un approccio sbagliato nei riguardi di un Aspie, la vicenda si snoderà attraverso un ritmo incalzante che cattura il lettore, fino alla risoluzione finale in cui i protagonisti saranno in grado di compiere le proprie scelte.
 
L'autrice:
Prisca Turazzi. Studentessa in psicologia, Prisca Turazzi è giovanissima, ma già presente con i propri racconti in antologie importanti come la “365 storie d’amore” edita da Delos Books e curata da Franco Forte. Un suo racconto è stato pubblicato anche nel Terzo Almanacco di Lettere Animate Editore. Hernest è il primo romanzo.

La recensione di Miriam:
  Associazione Libero Sfogo: tutto procede secondo la consueta routine. La giornata lavorativa è appena cominciata e la giovane psicologa Madison Harper siede alla sua postazione pronta a ricevere la prima chiamata in arrivo. In realtà non si tratta della solita telefonata, il suo interlocutore è un uomo, conosce il suo vero nome e sostiene di averla uccisa. Uno scherzo di cattivo gusto? Madison è propensa a crederlo fino a che non scopre di essere seguita. Nei giorni successivi, il sospetto che un maniaco l’abbia presa di mira diviene sempre più pressante ma la situazione precipita la notte di Halloween quando qualcuno fa irruzione in casa sua nel cuore della notte. A quel punto gestire il panico diviene impossibile e, non disponendo di prove che possano assicurarle la protezione della polizia, Madison accetta l’insolita offerta della sua amica Amanda: nascondersi per qualche tempo in una cascina sperduta di sua proprietà. Lì, di sicuro, il maniaco non riuscirà a trovarla perché si tratta di un posto davvero isolato e dimenticato da tutti; dovrà però tollerare la presenza del fratello di Amanda che in quel posto ci vive. Lui è Hernest ed è affetto dalla sindrome di Asperger. Ed è proprio qui, in una casetta annidata nel cuore del bosco e abitata da un gigante − forse buono, forse no −  che la vera storia ha inizio. Dopo un incipit da thriller in piena regola, assistiamo dunque a un’insolita virata che ha quasi il sapore di una favola dark. Lontana dal misterioso uomo che la perseguita, ma anche dagli amici e dalla civiltà, Madison deve imparare a relazionarsi con una persona che ha grandissime difficoltà di comunicazione. Incapace di esprimere emozioni, di gestire una conversazione che rispetti i codici convenzionali, abitudinario, refrattario ai cambiamenti, passibile di violenti sbalzi umorali, Hernest non è affatto un coinquilino facile da gestire. Un approccio sbagliato può provocare reazioni anche violente da parte sua e, considerata la stazza, non è qualcosa di auspicabile. Il primo approccio tra i protagonisti, unitamente all’ambientazione e alla forzata convivenza,  mi ha ricordato la favola de La bella e la bestia. È una sensazione che mi ha accompagnata anche andando avanti, quando il ghiaccio tra Madison ed Hernest comincia a sciogliersi e, alla reciproca diffidenza iniziale, si sostituisce gradualmente un sentimento di sincera amicizia e poi… chissà. Il paragone, tuttavia, regge solo fino a un certo punto perché la trama tessuta da Prisca Turazzi, in verità, ha poco di fantasioso e mette radici nella realtà. Una realtà, complessa, delicata di cui l’autrice ci parla con grande cognizione di causa. Nelle maglie di un romanzo che, a tutti gli effetti, si offre al lettore come un thriller ben congegnato − ricco di suspense ma non meno di sfumature romantiche − si inserisce infatti la descrizione realistica di una sindrome complessa che si spinge al punto di mostrarci in concreto cosa possa voler dire relazionarsi a un Aspie. Il filone misterioso non viene abbandonato, attraversa tutta la narrazione tenendoci costantemente sulla corda. Ovviamente, rifugiarsi nella cascina non basterà ad annientare il maniaco che  tornerà a palesarsi e a rappresentare, per Madison, una minaccia sempre più concreta. Il giallo diverrà via via più intricato anche perché ulteriori misteri affioreranno insinuando nella donna tantissimi dubbi.
Perché l’amica Amanda l’ha spinta a isolarsi con il fratello pur sapendo che può diventare pericoloso? Perché si mostra tanto restia a parlare del passato? Perché costringe Hernest a vivere da solo, lontano da tutti e da tutto? E ancora, che significato hanno le strane bamboline di paglia che Madison ha trovato nella sua stanza?  Le risposte giungeranno in un finale assolutamente imprevedibile, contemporaneamente però la storia procederà anche su un secondo binario che veicola amore e passione, dolore e tenerezza. Così come Hernest unisce in sé la maturità di un uomo adulto e la fragile ingenuità di un bambino, l’intero romanzo si profila come un accattivante mix di thrilling e tenerezza, di evasione  e introspezione psicologica, di intrattenimento e riflessione. Una lettura che saprà inquietarvi e farvi innamorare allo stesso tempo, appassionante e un po’ diversa dal solito. Un esordio brillante che promette, e mantiene, farfalle nello stomaco e brividi lungo la schiena.


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