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Recensione "I diabolici" di Boileau e Narcejac

Creato il 16 settembre 2014 da Saraguadalupi
"I DIABOLICI" di Boileau e Narcejac
• Editore: Adelphi • Pagine: 173 • Prezzo: 16,00 € (cartaceo) - 11,99 € (ebook) "Una sorta di interminabile attacco di cuore": così è stato definito "I diabolici," che - unanimemente considerato un classico della letteratura noir - non ha perso un grammo del suo torbido fascino: come dimostrano i commenti dei giovani blogger francesi, i quali scoprono stupefatti quanto l'attuale letteratura psicologica francese "à suspense" debba a un libro che ai loro occhi appare "di un'incredibile modernità", dotato di "un intrigo perfetto" e di "una tensione che fino all'ultimo non ti dà un attimo di tregua". Come nei migliori romanzi di Simenon, quello che conta qui è la progressiva perdita, da parte del protagonista, della percezione della realtà, il suo sprofondare sempre più allucinato in una vertigine di angoscia e di terrore in cui i deliri si accavallano ai ricordi d'infanzia e a un lacerante senso di impotenza. Nei "Diabolici" compaiono per la prima volta alcuni dei marchi di fabbrica della sterminata produzione di Boileau e Narcejac: lo schema triangolare, l'ambientazione provinciale e piccoloborghese, il motivo del colpevole tormentato dal rimorso e dalla paura, la contiguità fra innocenza e colpa; e soprattutto l'inversione dei ruoli: in un'autentica spirale di orrore, l'assassino si trasforma in una vittima braccata da "colei che non c'è più" - la donna che sa di aver ucciso.
Nell'angolo più remoto della mia libreria di fiducia, ho trovato questo libricino ( 170 pagine, più o meno) e chiedendo pareri alla proprietaria, nonché mia inesauribile fonte di informazioni e consigli letterari, mi è stato detto che "dovevo assolutamente leggerlo!" ..a dir la verità non ha saputo darmi una motivazione vera e propria. Dovevo leggerlo e basta, per capire.  L'ho comprato al volo, inutile dirlo. E mi sono lanciata nella lettura, breve, ma intensa. Probabilmente se non mi fosse caduto l'occhio sul titolo non lo avrei neanche considerato come possibile libro da portarmi a casa, eppure ora che l'ho finito, ringrazio il mio occhio per essere caduto proprio lì, in quel preciso momento.
"I diabolici" è un romanzo scritto a quattro mani: Boileau, autore di libri con tematiche e personaggi alla Sherlock Holmes, mentre Narcejac - professore di filosofia, si dilettava con romanzi che non erano altro che imitazioni di libri gialli di autori già affermati. La loro prima collaborazione si tradusse in questo libro, il cui titolo originale ("La donna che visse due volte") già basta per lasciarci intendere il clima noir in cui ci troviamo.  I protagonisti sono essenzialmente tre: lui, lei e l'altra. Fernand Ravinel è un uomo mediocre, quasi insulso, che si lascia manipolare molto facilmente. Mireille è la moglie di Fernand che viene uccisa dallo stesso marito e dall'altra - Lucienne - l'amante diabolica e spietata, una burattinaia con i contro fiocchi. La sua ambiguità è ciò che maggiormente tiene incollato il lettore alle pagine: ama davvero Ferdinand o lo sta solo manipolando per un'altro scopo? Tra i due non vi sono parole dolci, abbracci od effusioni, c'è solo qualche ricordo dell'inizio del loro rapporto, raccontatoci da Ferdinand in un momento di abbandono al passato.  Fin dalle prima pagine ci troviamo in un clima di suspense che non si esaurisce, anzi, continua a crescere, crescere, crescere: all'inizio tutto sembra avere un senso perfettamente e irrimediabilmente logico - forse anche troppo - il marito, invaghito di una donna più forte e avvenente di sua moglie, decide di ucciderla per poter scappare con il suo amore extraconiugale..cosa ci può essere di strano? Niente. Apparentemente niente. La verità però, è che niente è esplicito in questa storia: tutto viene lasciato ad intendere, in una continua nebbia d'incertezza e di "forse" che accompagna i protagonisti per tutte le pagine scritte. Anche la violenza non è manifestata, è implicita e, se la cogliamo, buon per noi, se no amen. Lo stesso vale per i personaggi: non ci vengono presentati in tutto il loro nero splendore, anzi, vengono quasi abbozzati e lasciati li, a lasciarci intendere i loro pensieri ed i loro desideri più nascosti e cupi: Fernand con le sue ansie, Lucienne con la sua crudeltà..e Mirielle: con il suo essere morta..o forse no. E' come se, durante la lettura, lo stesso autore abbia voluto lasciarci piccole briciole di verità, da cogliere al momento opportuno per tentare di capire la vera strada del romanzo, e soprattutto il vero ruolo dei protagonisti..tutto ciò fino all'ultimo paragrafo, in cui il lettore si ritrova quasi esausto dopo tutto questo "stare sul filo del rasoio" e scopre la verità. E, a quel punto, credetemi, l'unica parola che vi viene in mente, è proprio diabolico!
Ho scoperto solo ora che, nel 1955 è stato girato un film proprio su questo libro, osannato dalla critica come "un capolavoro di violenza ed ironia" .. chissà, magari prima o poi lo guarderò, ma per adesso continuo a fissare questo libro sulla mia scrivania e mi chiedo come sia possibile avere una mente così contorta. Ve lo consiglio? Ovvio! Soprattutto a tutti coloro (e lo so che siete tanti <3) che hanno amato "L'amore bugiardo" di Gillian Flynn!
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