Magazine Cultura
Trama:
Trascorrere un’estate a New York: quale migliore occasione per due ragazze che arrivano da una cittadina di provincia? Trovare un impiego nella gioielleria più famosa del mondo: quale emozione più grande? È il 1945, quando Marjorie Jacobson e la sua migliore amica, Marty Garrett, arrivano nella Grande Mela. Dopo avere ricevuto una serie di rifiuti, quasi per miracolo riescono a ottenere un lavoro da Tiffany come commesse, suscitando l’invidia di tutte le amiche. Come per magia, per loro si spalancano le porte di un mondo scintillante e alla moda: conoscono personaggi ricchi e famosi, incontrano Judy Garland e Marlene Dietrich, si trovano alle prese con famosi gangster e affascinanti playboy, frequentano i locali più in voga. E proprio a una festa esclusiva in cui è riuscita a intrufolarsi, Marjorie s’innamora: un giovane della Marina fa breccia nel suo cuore e la ragazza dovrà prendere una delle decisioni più importanti della sua vita… Tra tuffi nell’oceano, preziosi diamanti e avventure rocambolesche, I love Tiffany svela il fascino inebriante della Manhattan degli anni Quaranta e racconta la nascita di un mito che dura immutato ancora oggi.
La mia opinione:
Non so cosa mi aspettavo quando ho iniziato la lettura di questo libro e sinceramente “I love Tiffany” non mi è piaciuto per nulla! Forse perché nella mia testa si trattava di un romanzo d’amore ambientato da Tiffany, invece è dedicato all’amore per Tiffany da parte delle protagoniste.
Ambientato nel 1945 racconta il sogno di due ragazze di diventare commesse da Tiffany e di come faranno incontri interessanti.
Il problema di questo libro, non è la storia d’amore, scritta in maniera semplice e molto pulita o la scelta di raccontare tutto in prima persona, ma sono le interminabili descrizioni del negozio di Tiffany. Probabilmente non sono una di quelle persone che se entra in questi locali, gira con gli occhi sgranati e sognanti guardando gioielli incomprabili (economicamente parlando). Invidia? Forse!! Fatto sta che tirate via le pagine dove si parla dei vari saloni di Tiffany, del libro rimane ben poco da poter descrivere.
Per questo motivo (non è una critica al modo di scrivere, solo un dato di fatto sui miei gusti personali) non mi ha lasciato nessuna sensazione , ma solo una grande noia mentre lo leggevo.
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