Recensione
Titolo: Ignite Me (Shatter Me #3)
Autore: Tahereh Mafi
Editore: HarperCollins
Inedito in Italia
Pagine: 416
"Juliette ha ora capito di essere l'unica a poter fermare la Restaurazione. Ma per abbatterli, avrà bisogno dell'aiuto della persona di cui aveva sempre creduto di non potersi fidare: Warner. E lavorando insieme, Juliette scoprirà che tutte le sue convinzioni - su Warner, sulle sue abilità e persino su Adam - erano sbagliate."
"E siamo punti interrogativi, invertiti e al contrario, aggrappati l'uno all'altra alla fine di questa frase. Intrappolati dentro vite che non abbiamo scelto."
Possibili spoiler
Rileggete ora la frase qui sopra e ditemi se iniziare così una recensione/commento non induca a pensare che abbia amato questo romanzo.
Ecco... no. In realtà ho avuto una relazione molto conflittuale con Ignite Me, ultimo romanzo della trilogia Shatter Me di Tahereh Mafi, e solo oggi sono finalmente riuscita a farmene un'idea abbastanza decisa da venire a parlarvene un po'.
Senza dilungarmi nel riassunto dettagliato della storia, IM riprende immediatamente dopo la conclusione di Unravel Me, il fantastico secondo romanzo che ho recensito qui - cliccami - e che ho letteralmente adorato. Dopo aver amato un libro simile, poi, sono approdata sul terzo e ultimo volume con la certezza di divorarlo e venerarne ogni singola pagina, certezza così consolidata che sul momento in cui l'ho ricevuto da un'amica che lovvo tanto sono stata la lettrice più felice del mondo.
Ho così aperto il romanzo della Mafi aspettando con ansia di rivedere un personaggio che avevo più volte invocato sulle soglie di casa mia *coff coff* Warner *coff coff*, e che ero sicura (ero davvero la sicurezza fatta persona per questo libro) avrei adorato ancora una volta.
Risultato?
Non quello sperato.
In questo pianeta non c'era nessuno pronto più di me a divorare Ignite Me e amare ogni singolo suo personaggio tranne Adam. Sono arrivata, però, a odiare buona parte dei personaggi - compreso Adam - tra cui salverei solamente Kenji, il miglior amico di Juliette, e James, il fratellino di Adam.
Tutto quello che in Unravel Me mi aveva conquistata, in Ignite Me è sparito. Persino la scrittura della Mafi, di solito così magnetica e musicale, si è annullata in molti punti quando il... nulla... che provavo durante la lettura la sopprimeva. Credo il motivo per cui la scrittrice non sia riuscita a concludere in modo degno questa storia sia la sua mancanza di esperienza nel campo della scrittura: fino all'ultimo capitolo ho sperato avesse un piano pronto nella manica, un'idea ben delineata di ciò che sarebbe successo, un senso a questa vita storia anche se questa vita storia un senso non ce l'ha. Durante tutto il romanzo precedente ero stata convinta di queste affermazioni, e invece con la conclusione della trilogia sono rimasta a mani vuote, senza una vera conclusione di questo viaggio che anzi finisce lì dove quel che davvero ci interesserebbe sapere inizia, con tanto di stravolgimenti caratteriali che vengono sì motivati dall'autrice, ma in modo sommario e con quattro frasi di circostanza.
Juliette: "Ma io pensavo tu avessi fatto questo, questo, questo e questo! Tu sei malvagio!"
Warner: "In realtà c'è una spiegazione plausibile e molto tirata per tutte le mie azioni, Juliette. Adesso impiegherò minimo cinque capitoli per spiegarti quanto mi avessi distorto nella tua mente. Avevi capito male! In realtà io sono buuuuuoooono come un tartufo bianco ripieno di cioccolato fuso (gnam!)."
Sin dalla prima pagina di questo romanzo, i pensieri predominanti riguardano il cambiamento di Juliette e di chi le sta intorno. Lei è cambiata, Adam è cambiato, Warner è cambiato, tutti sono cambiati.
E non ci sarebbe alcun problema se il cambiamento dei personaggi fosse stato graduale. Ma no, no! In realtà apriamo il libro e ci ritroviamo con persone completamente diverse. Juliette non esiste più, non quella che conoscevamo, che da un momento all'altro è un'altra persona (più interessante, forse, ma di punto in bianco - e non va mai bene). Warner non è più lo stesso, anche se il suo cambiamento avviene prevalentemente agli occhi del lettore - la Mafi cerca di convincerci di averci infatti ingannati, Aaron Warner in realtà non esisteva, non quello che immaginavamo noi, almeno. Il personaggio in questione era in realtà una versione bionda di Adam, sdolcinato come quelle caramelle dolci che fanno cariare i denti dei bimbi e non solo.
Ma chi vogliamo prendere in giro? Dammi indizi, indirizzami visto che sei la scrittrice, dammi un senso a questo cambiamento, anche se questo cambiamento un senso non ce l'ha.
E Adam? Lui, beh, è il cambiamento più radicale ed evidente. Ci viene sbattuta in faccia l'impossibilità di voler stare con una persona come lui, che adesso sembra uno psicopatico ossessionato dalle principessine, le ragazze perennemente in pericolo nella torre. Il bravo ragazzo è sparito, forse trapiantato in Warner, e tutto questo in una pagina scarna! Detto da una lettrice che preferiva Warner, è tutto dire. La Mafi ha voluto prendere la strada facile, eliminando ogni ostacolo sul cammino dei suoi due piccioncini senza darci uno straccio di motivo, peraltro rendendo anche la lettura una vera noia - considerando come il focus principale della trilogia si sveli essere solo la storia d'amore, e non altro. Oltre 300 pagine di sguardi languidi e discorsi pieni di angst scaduta nel, purtroppo, banale. 300 pagine di scene fanservice (scritte in maniera sublime, eh, ma inutili e frustranti se ripenso a quante promesse mi ero illusa avesse), in cui ci viene fatto ingoiare il modo in cui Warner interagisce con Juliette e il suo mondo, dimostrando di essere in realtà buuuuuooooono e perfetto per lei. Kenji che sparla con Juliette di maschietti in tempi di guerra, e gelosie a ogni angolo mentre Warner e Juliette bruciano l'una negli occhi dell'altro.
Mi piange il cuore a dirlo, ma leggendo ho chiesto pietà.
"Posso fare tutto ciò che voglio.
Posso stare con chiunque io desideri.
E sarà una mia scelta."
Mi fa piacere, Juliette, che in ben 416 pagine (ho controllato) tu sia riuscita a capire di poter stare con chi più ti piace. Peccato però non avermi avvertita prima del tuo "fine ultimo", quando ancora aspettavo con ansia di scoprire come avresti affrontato le problematiche più urgenti (una guerra, una dittatura da contrastare, e fesserie così, sai), con un contorno di Warner che per me, evidentemente, è uno di quei piatti che va ingerito in piccole dosi - ma che avrei apprezzato, se fosse stato gestito diversamente.
In definitiva, non posso certo dire di avere odiato Ignite Me, ma mi ha delusa. Tanto. Mi aspettavo molto di più viste le basi che la Mafi aveva piantato e che, purtroppo, non ha saputo cogliere, forse per inesperienza, forse per fanservice, forse per altro - non lo sapremo mai. Leggerò sì i prossimi romanzi di questa scrittrice, ma questa volta lo farò con meno aspettative.
#sadface per me.
Giudizio finale:
Max sì che ha capito tutto della vita.
***
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