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Recensione: "Il baco da seta" di Robert Galbraith

Creato il 06 gennaio 2015 da Saraguadalupi
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Il richiamo del cuculo
Londra. L'eccentrico scrittore Owen Quine non si fa vedere da giorni. Non è la prima volta che scompare improvvisamente, ma non è mai stato via così tanto tempo e la moglie ha bisogno di ritrovarlo. Decide così di assumere l'investigatore privato Cormoran Strike per riportare a casa il marito. Ma appena Strike comincia a indagare, appare chiaro che dietro la scomparsa di Quine c'è molto di più di quanto sua moglie sospetti. Lo scrittore se n'è andato portando con sé il manoscritto del suo ultimo romanzo, pieno di ritratti al vetriolo di quasi tutte le persone che conosce, soprattutto di quelle che ruotano attorno al suo mestiere. Se venisse pubblicato, il libro di Quine rovinerebbe molte vite: perciò sono in tanti a voler mettere a tacere lo scrittore... Ricco di colpi di scena, uno spaccato degli intrighi del mondo editoriale londinese, "Il baco da seta" è il secondo romanzo della serie che ha per protagonisti Cormoran Strike e la sua assistente, la giovane e determinata Robin Ellacott.
Come vi ho detto, mi sono addentrata in questa nuova avventura del detective Strike con qualche aspettativa in più rispetto a "Il richiamo del cuculo" e, leggendo questa mia recensione, vedrete che alla fine, la cara zia Row, è riuscita di nuovo a sorprenderci..
Dunque, la formula bene o male è la stessa del precedente capitolo: un thriller contemporaneo in cui veniamo catapultati in quella Londra fredda, piovosa e grigia che l’autrice dimostra ancora una volta di conoscere molto bene, sia dal punto di vista puramente “geografico ed architettonico” sia dal punto di vista dei personaggi che la abitano: eccentrici, megalomani e decisamente privi di valori morali. Ciò che pare evidente fin dalle prime pagine è che la Rowling è riuscita a migliore i punti critici de “Il richiamo del cuculo” ed a perfezionare quello stile narrativo che all’inizio sembrava creare più che altro una grande confusione di dettagli e di particolari. La trama, inoltre, risulta essere più avvincente e coinvolgente rispetto alla prima avventura del detective Strike. In questo capitolo, egli viene ingaggiato dalla moglie di uno scrittore, Owen Quine, scomparso dopo la stesura del suo ultimo romanzo, intitolato proprio “Bombyx Mori” – baco da seta, in latino –. Durante le sue indagini il nostro detective scoprirà ben presto che “Bombyx Mori” non è un libro come gli altri, non è un semplice romanzo né una storia da libreria classica, ma una specie di bomba ad orologeria pronta ad esplodere in una serie di rivelazioni molto scomode su diverse personalità della città. Il libro in questione, nel tempo in cui leggiamo, non è andato in stampa e quindi di conseguenza il cerchio si restringe a quelle poche persone che lo hanno letto in anteprima tra consigli di non pubblicarlo e grandi arrabbiature per via di quei piccoli scheletri nell’armadio che Quine ha deciso di tirare fuori senza troppa remore. Ovviamente al fianco di Strike c’è la sua fedele assistente, Robin, in procinto di sposarsi ed in eterna lotta per conciliare la personalità del suo fidanzato, con quella del suo capo nel tentativo di evitare che si scannino a vicenda. Le avventure dei due si snodano attraverso il mondo senza scrupoli e vendicativo dell’editoria londinese, nel quale, oltre ai numerosi segreti, pare nascondersi anche il presunto colpevole.

Nel leggere questo romanzo giallo ho avuto l’impressione di vedere uno di quei bei thriller che ti tengono incollati alla poltrona: non ci sono numerose vittime, ma numerosi indizi che il lettore deve stare ben attento a non perdersi, se vuole cercare di stare un passo avanti al detective ed improvvisarsi tale. La trama è molto elaborata ma, a differenza della confusione che avevo trovato ne “Il richiamo del cuculo”, qui appare tutto perfettamente in ordine: la narrazione inizia lenta, mentre Strike raccoglie i primi indizi sul caso che gli viene proposto, poi, come ci si aspetterebbe nella realtà, il tutto inizia a correre più veloce, con colpi di scena che si susseguono uno dopo l’altro, intervallati da bruschi stop, quando sembra che ci siano solo muri dove sbattere la testa; il lettore si ritrova quindi a seguire passo per passo il detective, fino alle ultime pagine in cui viene svelato in modo quasi teatrale il nostro colpevole.
Dopo tutte queste considerazioni, devo però dirvi che, in sostanza sono due i particolari che mi sono piaciuti di più: il primo è la caratterizzazione dei personaggi: sappiamo che la zia Row è maestra in questo ma, tra queste pagine, davvero ha messo il cuore dei due protagonisti, Cormoran e Robin, con tutta la loro vita, i loro dubbi e le loro incertezze, tanto che qui davvero, posso dire di essermi affezionata ad entrambi (un po’ meno al fidanzato della giovane che prenderei a schiaffi ogni due per tre). Ed il secondo sono i dialoghi, veramente verosimili ed incalzanti come la trama: nessuno dei personaggi svela mai troppo nei colloquiare con gli altri e i piccoli indizi vengono mascherati in conversazioni che, ad una prima occhiata, sembrano normalissimi colloqui tra persone che si conoscono. In conclusione devo dire che l’autrice ha trovato decisamente la giusta combinazioni di elementi per un thriller tutto da leggere e da scoprire, in un salto di livello non da poco rispetto ad “Il richiamo del cuculo”.
Ora, visto che pare che ci saranno parecchi altri capitoli della serie (si parla di sette per iniziare), non resta che aspettare le future evoluzioni della Rowling e dei suoi personaggi, entrati ormai nel cuore di molti lettori.
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