Autore: Cornelius Kane
Editore: Tea
ISBN: 978-88-502-1980-3
Num. Pagine: 266
Prezzo: 12.00€
Voto:
Trama:
Bob Cavalli è un otterhound col muso sempre sporco di terra, è il più potente imprenditore dei Canili e ha una passione per ipermercati e parcheggi. Felix Torriani è un elegante burmilla di Gathattan, con una spiccata predilezione per i grattacieli in stile gotico e gli hotel faraonici. Entrambi ricchi al di là di ogni immaginazione, e protetti politicamente, mirano al potere supremo: il governo assoluto di San Bernardo. Così, quando troppi dei cani che lavorano per Cavalli cominciano a morire, misteriosamente assassinati, e altrettanti gatti alle dipendenze di Torriani fanno la stessa fine, la coppia Cassius Lap e Crusher McNash apre le indagini. Ma i due investigatori si trovano a sbattere il muso contro i muri di omertà di Gathattan e a doversi difendere dai pericoli a ogni angolo di strada dei Canili.
La città è il premio in palio in una guerra senza esclusione di colpi. Agli Ingrattabili il compito di difendere la legge e riportare la giustizia nelle strade di San Bernardo.
Recensione:
Non appena l’ho visto tra le file dei nuovi arrivi in libreria mi sono precipitata, memore de Gli ingrattabili, prequel di cui potete trovare la recensione QUI, ero felicissima di potermi gustare un’altra opera piacevole.
Purtroppo devo dire di essere stata un po’ delusa.
Qualcosa, in questo secondo romanzo, è cambiato: il punto di vista. Se nel primo il POV apparteneva a Crusher – il cagnone dai modi bruschi, invadenti e guasconi che conquistavano immediatamente – qui entriamo in diretto contatto coi pensieri di Lap – poliziotto felino e astuto, dalla mente analitica. E la differenza si avverte.
Non che questo libro sia brutto, sia chiaro. Cornelius Kane ancora una volta ci ha regalato un’opera in cui il mondo umano si fonde con quelli animale fino a creare una società credibile, verosimile e bizzarra, in cui i personaggi rispecchiano vizi e virtù di entrambi, senza esclusione di colpi, a volte divertente e a volte terrificante.
Anche lo stile è sempre lo stesso, scorrevole ed esaustivo in cui ci si immedesima, in cui non si vede l’ora di sfogliare le pagine per arrivare alla fine.
Quello che mi ha lasciato l’amaro in bocca è stata piuttosto questa visione distaccata, presunta felina, diversissima dalla precedente canina. Lap è un gatto, una personalità più fredda e rispettosa degli schemi, meno propensa a ragionamenti fuorvianti o velleità, il suo atteggiamento sulla difensiva rende la lettura piuttosto impersonale, in un certo qual modo più impegnativa rispetto al precedente romanzo. Anche la trama è molto più elaborata, che si avvicina ad una spy-story in tutto e per tutto, e forse la qualità dei personaggi viene adombrata dal complesso intreccio.
Senza togliere assolutamente nulla a Il braccio felino della legge, posso affermare che è un romanzo ben scritto e ben ricamato, un giallo che si rispetti. In confronto al prequel, però, si nota una diversificazione sostanziale che rende questo libro più pesante e meno piacevole, che invece lo fa sembrare più simile ad un poliziesco qualsiasi, facendogli perdere quella caratteristica di originalità.
Accettabile, ma non eccezionale.