Titolo: Il buio oltre la siepe
Autrice: Harper LeeTraduzione: A. D'Agostino SchanzerCasa editrice: FeltrinelliPagine: 290Data di pubblicazione: 26 Febbraio 2013 (prima edizione 1960)
Prezzo: 9,00
Sinossi: In una cittadina del "profondo" Sud degli Stati Uniti l'onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d'ufficio di un "negro" accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrarne l'innocenza, ma l'uomo sarà ugualmente condannato a morte. La vicenda, che è solo l'episodio centrale del romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un Huckleberry in gonnella, che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso, testimone e protagonista di fatti che nella loro atrocità e violenza non riescono mai a essere più grandi di lei. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell'infanzia che è un po' di tutti noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte.
La mia opinione: E' difficile recensire un romanzo come questo, perché l'ho trovato praticamente perfetto e mi è piaciuto moltissimo, ma non credo di essere in grado di argomentarlo, perché è uno di quei libri che quando piace piace e basta, è uno di quei libri che quando lo finisci non senti il bisogno di addurre motivazioni al fatto che ti sia piaciuto. E' raro imbattersi in libri così, però a volte capita, e anche se come ho già detto non sentirei il bisogno di recensirlo faccio comunque un piccolo sforzo per riuscire a tirare fuori almeno qualche opinione, anche se so in anticipo che non riuscirò a rendergli giustizia.
Anzitutto penso che sia infinitamente riduttivo etichettarlo come un libro contro il razzismo, perché anche se l'argomento è presente va comunque osservato che una buona parte della storia è incentrata su altro, ed è per questo che secondo me il "Buio oltre la siepe" è da considerarsi molto semplicemente un ROMANZO, ma in maiuscolo per ribadire che questo è a mio dire il romanzo per eccellenza. Fin dalle prime pagine lo stile di scrittura perfetto e lineare permette di immedesimarsi al massimo nella storia e anche se inizialmente non si intuisce neanche in maniera vaga gli argomenti che verranno trattati non è un problema perché non è uno di quei libri in cui se non si arriva subito al dunque c'è il rischio di perdere l'interesse, anzi. Per me il dunque di questo romanzo non esiste perché ogni parte è ugualmente importante per capire il contesto della storia, ovvero per avere un ritratto completo e preciso di ciò che era abitare in un piccolo paese americano nello stato dell'Alabama durante gli anni trenta. La narrazione è volutamente fatta attraverso gli occhi ingenui di una ragazzina ed è anche grazie a questa decisione azzeccata che la lettura risulta così ordinata e piacevole, cadenzata dallo svolgersi della lenta vita di tutti i giorni e dalle lunghe estati ma al tempo stesso attraversata da piccoli e grandi avvenimenti che stravolgono la quotidiana tranquillità. E' un libro che possono leggere davvero tutti, adatto ai ragazzi come libro di formazione ma apprezzabile a pieno anche dagli adulti. E penso di non sbagliarmi nel dire che si tratta di un evergreen della letteratura che non ha bisogno di stratagemmi o colpi di scena troppo eclatanti per mantenere alta l'attenzione.
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