di Suzanne Collins
Data di pubblicazione: 14 Maggio 2013
Editore: Mondadori
Pagine: 421
Prezzo: 11,05 €
Il mio voto:
Trama
Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata.La mia opinione -potrebbe contenere spoiler-
Il canto della rivolta di Suzanne Collins è il volume che conclude la trilogia di Hunger Games. Credo di essere stata tra gli ultimi a leggere questa serie, lasciandomi fuorviare da pensieri che mi portavano a ritenerla un plagio di Battle Royale. Niente di più sbagliato. Hunger Games ha preso in prestito l'idea dell'arena e del combattimento all'ultimo sangue tra adolescenti, ma questo è quanto. InL'autrice, Suzanne Collins, prima di diventare famosa
con Hunger Games, si dedicava a scrivere sceneggiature
per programmi televisivi per bambini. Nel 2010 è stata
nominata tra le 100 personalità più influenti.
Quest'ultimo volume, come si intuisce dal titolo, è incentrato sulla lotta tra i ribelli dei vari distretti contro l'egemonia di Capitol City. In un'escalation di sanguinosi avvenimenti, Katniss finisce con l'assumere i panni della ghiandaia imitatrice il cui compito é quello di guidare la ribellione di coloro che per anni hanno sofferto, vissuto nel panico e nella fame. Il canto della ghiandaia incendia i distretti che, uno dopo l'altro, imbracciano le armi per dichiarare guerra al potere centrale.
Sebbene Il canto della rivolta sia unanimamente considerato il più bello della trilogia di Hunger Games, personalmente l'ho trovato un po' noioso. Certo, ci sono alcuni colpi di scena, ma niente che mi abbia entusiasmata più di tanto. In un certo senso, credo che la colpa di tutto questo sia da attribuirsi allo stile di Suzanne Collins, non pienamente capace di trasmettere il giusto pathos. Oserei dire che il volume sia incentrato soprattutto sulla protagonista, mentre la vera e propria ribellione è stata liquidata dall'autrice con poche, confuse scene d'azione (al punto che spesso ho dovuto rileggere alcuni paragrafi, chiedendomi se fossi io a non capire).
Per quanto riguarda i personaggi, ho trovato Katniss eccessivamente lamentosa e testarda rispetto alla "ragazza con le palle" descritta nei primi due volumi. Certo, Katniss é indubbiamente rimasta traumatizzata dalla serie di terrificanti eventi vissuti in un così breve lasso di tempo, ma talvolta ho avuto l'impressione che cercasse di mettere a dura prova la pazienza del malcapitato di turno. Improvvisamente Katniss diviene un'egocentrica di prim'ordine e la narrazione si focalizza quasi esclusivamente su di lei. Haymitch diventa un peso da utilizzare solo ed unicamente come spalla su cui piangere. Peeta viene quasi colpevolizzato per la sua condizione e Gale si trasforma nel capro espiatorio di turno su cui convergono le numerose scenate di Katniss. Oltretutto, il triangolo amoroso Katniss-Peeta-Gale si trasforma in una farsa il cui epilogo mi ha lasciata basita (davvero Gale si auto-esilia e Peeta rinsavisce come per magia?).
Mettendo da parte la scrittura in prima persona ed un finale piuttosto deludente, in linea di massima mi sento di attribuire la bellezza di quattro stelline alla trilogia di Hunger Games di Suzanne Collins.
Sorvolando su una rivolta ed un finale raffazzonati, il libro rappresenta comunque una valida lettura che mi sento di consigliare a chi ancora non abbia messo piede nell'arena degli Hunger Games.