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RECENSIONE: "Il canto delle parole perdute" di Andrés Pascual

Creato il 08 agosto 2013 da Franniepanglossa @Frannie_Pan
Buongiorno cari followersss, come procedonon le vacanze!
Oggi è la mia prima vera giornata di mare, dalla mattina fino alla sera! Ieri, finchè siamo partiti ed arrivati, siamo potuti scendere al mare soltanto per un paio d'ore e quel paio d'ore sono bastate, per la prima volta a 18 anni, a farmi toccare da una medusa! Non mi era mai successo! Non che le abbia viste bene dato che sono scappata come una pazza a gambe levate ma comunque mio padre mi ha detto che era un meeting di tre meduse!!!Il mio shock è comprensibile se si considera che fino ad un paio di anni fa io non facevo il bagno al mare, avevo paira di entrarci a causa delle meduse e delle tracime e perchè non sopporto le alghe, ne ho proprio la fobia. Poi ho cominciato a farlo solo di mattina perchè l'acqua è trasparente, cristallina, e si vede il fondo. Odio non vedere il fondo, non sapere dove metto i piedi! E ieri che prendo un pò di coraggio... Ecco il risultato! Mi sa che tornerò a tuffarmi solo di mattina! 
Comunque, oggi finalmente vi posto la recensione che tutti stavamo aspettando (si, come no)! Ve ne ho parlato fino alla nausea ma mi ringrazierete un giorno! Wow, che manie di grandezza... XDBuona lettura!!
RECENSIONE: canto delle parole perduteTitolo: Il canto delle parole perduteTitolo originale: El haiku de las palabras perdidasAutore: Andrés PascualCasa Editrice: CorbaccioAnno di Pubblicazione: 2012
Pagine: 385

Booktrailer 
TRAMANagasaki, agosto 1945. Kazuo, un ragazzo occidentale adottato da una famiglia giapponese, e Junko, figlia di una maestra di ikebana, si sono ripromessi di incontrarsi su una collina per suggellare il loro amore adolescente con un haiku. Pochi minuti prima dell'appuntamento, la bomba atomica trasforma la città intera nell'inferno. Tokyo, febbraio 2011. Emilian Zäch, architetto svizzero in crisi, funzionario delle Nazioni Unite e sostenitore dell'energia nucleare, conosce una gallerista di arte giapponese ossessionata dall'idea di rintracciare il primo amore della nonna. Due storie parallele, destinate a incrociarsi in un finale che sorprende. Un libro sulla forza dell'amore capace di superare ogni cosa. Una storia di speranza e determinazione, di abbandono e di coraggio, un romanzo sull'importanza di non dimenticare le tragedie del passato per affrontare le sfide del presente e scrivere il nostro futuro.
RECENSIONE: canto delle parole perdute
Mi trovo di nuovo in difficoltà perché sono sicura che qualsiasi cosa scriverò non riuscirà a rendere pienamente giustizia a questo meraviglioso, incredibile libro. Spero comunque di riuscire ad esprimere le infinite emozioni che mi ha fatto provare, senza riserve.
RECENSIONE: canto delle parole perduteNagasaki, 1945. Kazuo è un ragazzino di tredici anni di origini olandesi, adottato dal dottor Sato e sua moglie alla morte dei genitori, quando era ancora molto piccolo. A causa della sua diversità, e della guerra che imperversa e rende tutti nemici di tutti, viene trattato come “diverso”, quasi come “nemico” dagli altri giapponesi. L’unica eccezione alla regola è Junko, la sua principessa, che lo ascolta e resta sempre al suo fianco, non lo abbandona mai. Un pomeriggio, Junko porta a Kazuo un haiku, il primo di quattro. Gli haiku sono piccole poesie tristissime: tre versi, diciassette sillabe; un fugace battito di ciglia che ci mostra l’essenza delle cose. Arrivato al quarto haiku, Junko lo consegna a Kazuo e gli chiede di leggerlo prima di addormentarsi; la mattina seguente si sarebbero visti e lo avrebbero commentato, scambiandosi forse il loro primo bacio. La mattina seguente è il 9 agosto.Tokyo, 2011. Emilian Zach, un architetto svizzero, si è recato in Giappone per un incontro in cui si decideranno le sorti di un suo progetto a favore dell’energia nucleare. Le cose, tuttavia, non vanno come sperato ed Emilian si ritrova senza lavoro, praticamente senza una carriera e tradito dai suoi due migliori amici. Per una serie di eventi, entra in una galleria d’arte dove incontra Mei, la donna giapponese più bella che abbia mai visto, ogni suo movimento è posato, calcolato e allo stesso tempo naturale e spontaneo, sembra una danza armoniosa. Mei capisce che Emilian ha bisogno di essere salvato da qualcosa, proprio come sua nonna Junko, rimasta ferma con la mente all’orologio della cattedrale che segnava le 11.02 del 9 agosto 1945. Solo scambiarsi quel tanto sognato primo bacio con il suo primo amore potrebbe liberarla dai fantasmi del passato e permetterle di abbracciare in pace un’altra vita nell’aldilà prima che venga divorata dal cancro originatosi per le radiazioni di 65 anni fa.
E’ un libro che fa commuovere e che, soprattutto, offre moltissimi spunti di riflessione proprio per la vasta quantità di temi che affronta, ciascuno approfondito accuratamente e sensibilmente.Emilian Zach è un architetto a favore dell’energia nucleare. Ritiene che sia un passo necessario, almeno fino a quando l’uomo non sarà in grado di sfruttare nel modo più ottimale i combustibili fossili. Una specie di: “il fine giustifica temporaneamente i mezzi”. Dopotutto, se si agisce con attenzione e competenza, l’energia nucleare non rappresenta un rischio, sono gli uomini che talvolta la utilizzano per scopi meno nobili. Ma ci si può davvero permettere di pensarla così quando milioni di vite sono state spazzate via in un secondo proprio a causa di una bomba atomica? Non dimenticandosi delle città che sono andate distrutte o di coloro che a causa delle radiazioni, cito anche Chernobyl, ancora oggi ne soffrono le terribili conseguenze?Un altro diverbio. Nel libro vengono riportati persino i punti di vista di alcuni diplomatici tenuti provvisoriamente prigionieri a Karuizawa. Secondo loro, la bomba sganciata su Nagasaki convinse il Giappone ad arrendersi e firmare la resa, evitando così la fine di migliaia di altri soldati e civili che sarebbero morti se invece la guerra fosse continuata. Ma forse, se fosse stata lanciata su una qualsiasi altra parte del Giappone, comunque la guerra sarebbe finita. Quindi si sarebbe potuta evitare la strage?E’ a questo che portano la brama di potere degli uomini e la cecità di coloro che, senza rendersi conto di ciò che stavano facendo, costruirono un ordigno nucleare? Pensavano che servisse a bonificare il terreno? O coloro che, senza batter ciglio, obbedirono agli ordini di colpire e radere al suolo costruzioni e vite come se stessero lanciando una palla da bowling contro dei birilli? Ho visto documentari da brividi, da non credere ai miei occhi. Ho ascoltato confessioni senza udire un minimo di rimpianto per ciò che era stato fatto. Troppo spesso dimentichiamo gli errori del passato o non ci rendiamo conto di ciò che stiamo facendo, scaricando sempre responsabilità sugli altri. Tutti erano soltanto una parte, delle api operaie all’interno di un progetto. Ma se nessuno si alza in piedi scontrandosi con gli altri, mettendo in dubbio ciò che sembra scontato e “naturale”, come si può cambiare e continuare nel verso giusto?Fa davvero, davvero riflettere. E’ uno di quei libri che non dimentichi il giorno dopo, che non inizia già a sfumare non appena hai letto l’ultima parola. Ha bisogno di tempo, deve essere assimilato in tutta la sua complessità, anche avendolo concluso è rimasto e ancora rimane nella mia mente.
In questo terrificante e cupo scenario, tuttavia, continua a sopravvivere l’amore. Due ragazzini che ancora non si rendono conto della gravità della situazione in cui si trovano continuano a sognare, a sperare che ci sia un futuro anche quando può sembrare che non ci sia più luce. Sono ingenui, guidati dal sentimento tenero e puro che provano l’uno verso l’altra e che non muore neanche quando tutto sembra perso, neanche dopo anni di lontananza senza né vedersi né parlarsi né sapere se il proprio amore è ancora vivo ma continuando imperterriti a cercarlo.

RECENSIONE: canto delle parole perdute

karesansui

Kazuo mi ha incantata. Mi ha intenerito la sua dolce caparbietà nel credere che la bomba non poteva avergli portato via la sua principessa, no; lei era viva da qualche parte e anche lei lo stava cercando, lo stava pensando; ho ammirato il suo coraggio, la prontezza e l’ostinazione che lo hanno guidato attraverso le rovine della sua città, che lo hanno portato a sfidare qualsiasi pericolo rischiando senza esitazione pur di ricongiungersi con la sua Junko.
L’autore è stato incredibile. Ha affrontato temi difficili con una delicatezza straordinaria e toccante, ciascun personaggio è caratterizzato ed unico nel suo genere, le sue descrizioni che mi hanno trasportata nel mondo della millenaria cultura orientale ed i dialoghi mi hanno fatto emozionare e commuove, mi hanno lasciata senza parole per la loro bellezza ed eleganza anche nei momenti in cui parlavano di morte e desolazione.
Credo davvero che questo libro possa definirsi un capolavoro. Ha tutto, ma proprio tutto: esattezza storica, cura dei minimi dettagli e particolari, immagini nitide, dolore e sofferenza, amore e tenacità, ricerca, emozione che trasuda ad ogni singola parola. Una fugace fantasia attraverso cui conoscere la dura realtà.
LO CONSIGLIO: a chiunque, per riflettere sulla vita, sull’uomo, su tutto ciò che ci circonda.  TEMPO DI LETTURA: 4 – 5 giorni.
ATMOSFERA:cuscini, tanti soffici cuscini. Tè alle erbe.
STATO D’ANIMO: dolce tristezza, riflessione, rabbia, ammirazione.

RECENSIONE: canto delle parole perdute

Senza parole... perfetto!


Frammenti di parole...
<<Non può piovere verso l'alto. [...] Certe cose che desideriamo sono incompatibili con altre che amiamo allo stesso modo>>.
Se realmente vuoi sapere ciò che sarai nel futuro, guarda che cosa stai facendo adesso.
<<Prima di agire dovremmo guardare a fondo dentro di noi. Non possiamo capire gli altri se non siamo onesti con noi stessi>>.

Wow, finito. Davvero un fiume in piena, ho scritto tutto d'un fiato. Può sembrare un libro forte (e lo è) e magari non adatto a tutti ma vi consiglio davvero con tutto il cuore di leggerlo, metto la mano sul fuoco che non potrebbe non piacervi.La cover italiana, forse sarà una delle prime volte, mi piace molto di più di quella originale anche se ne preferisco il titolo. Nel libro hanno una grandissima importanza gli haiku, rende più l'idea.
Vorreste leggerlo? Lo avete già letto? Vi è piaciuto?
Alla prossima! RECENSIONE: canto delle parole perdute

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