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[Recensione] Il cavaliere d’Africa

Creato il 29 dicembre 2012 da Topolinamarta

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A677L1913Titolo: Il cavaliere d’Africa
Autore: Ilaria Goffredo
Generi: viaggi, Africa, adolescenti, amore
Editore: 0111
Collana: LaRossa
Pagine: 296
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: €16,50 (eBook €10,99)
ISBN: 9788863074444
Formato: brossura (eBook in ePub/Mobi)
Valutazione: [Recensione] Il cavaliere d’AfricaGrazie all’autrice per avermi inviato il libro in formato eBook.

RIASSUNTOSelene è una ragazza italiana come tante. Un giorno parte per il Kenya, destinazione Malindi, per lavorare come volontaria in una scuola professionale. Si innamora dell’Africa, ma anche di Edward, un giovane insegnante kenyota bellissimo, passionale e istintivo. Tra loro esplode un amore travolgente, viscerale, ma anche difficile a causa delle grandi differenze culturali. Insieme affronteranno l’Africa travagliata e magica, con i suoi colori e la sua vivacità, alternando la povertà e la morte a momenti di passione impetuosa e a volte quasi violenta, che li unirà in un’anima sola. Il diario di un viaggio nel cuore dell’Africa, il diario di un viaggio in fondo al cuore. Una storia che continuerà con la promessa legata a un anello dalla pietra blu.

ilaria goffredoL’AUTRICE – Ilaria Goffredo è nata nel 1987 e vive in Puglia, in provincia di Taranto. Ha frequentato l’istituto professionale per i servizi turistici che le ha permesso di viaggiare in tutta Europa lavorando in agenzie di viaggi e grandi villaggi turistici, nonché come hostess durante convegni e da guida turistica nel suo splendido paese barocco per turisti tedeschi e inglesi. Nel 2005 ha lavorato come volontaria in una scuola professionale di Malindi, in Kenya. Lì si è innamorata di quella terra meravigliosa e della sua gente straordinaria e non passa giorno in cui non pensi all’Africa. Ad ottobre 2010 si è laureata nel corso di Educatore professionale nel campo del disagio minorile, della devianza e della marginalità. Ha vinto diversi premi letterari per racconti, temi e diari di viaggio.

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RECENSIONE

Mi avevano parlato assai maluccio di questo libro, e durante la lettura ho dovuto constatare che, purtroppo, molti dei pareri negativi che ho letto erano giustificati.
Ciò che mi ha infastidito fin dalla prima pagina è stato di sicuro lo stile, in particolare il modo con cui la protagonista – nonché voce narrante dell’intera storia – ci riferisce le vicende a cui prende parte: specialmente nella parte iniziale, troviamo un numero imprecisato delle cosiddette “descrizioni stile lista della spesa”, per non parlare delle frasi che sembrano provenire direttamente da un tema delle elementari.

La mia migliore amica era Fiorella, anche se in realtà eravamo molto diverse. […] Aveva una bella casa e tanti soldi, indossava solo roba firmata Calvin Klein, Burberry, Hogan e altre marche che io neanche conoscevo. A scuola io ero fortissima, lei un po’ meno. Io ero alta, magra, occhi grandi, carina e con i capelli castano scuro; lei era bassina, dalle forme un po’ più piene delle mie, con i capelli rossi e lucenti e con delle simpatiche lentiggini sparse sul naso e sugli zigomi. (pag. 10)

kenya_malindi_02Ogni tanto uscivo con mio fratello. Giacomo era alto e magro, con capelli castano scuro e occhi marroni: secondo me era un bel ragazzo. (pag. 17)

Piera non c’era, tipico, Cinzia tirò fuori le carte da scala quaranta, Fiorella mi lanciò un sorriso, Clarissa continuò a messaggiare, Maristella e Angelica scoppiarono in una fragorosa risata interrotta però da una voce non familiare. (pag. 19)

Era un uomo di media altezza, oltre i sessant’anni, capelli completamente bianchi, baffi ingialliti dal fumo del sigaro, occhi azzurro cristallino. Sempre elegante, molto colto e amante della sua terra, adorava i miei temi e il mio modo di scrivere, la mia passione per la storia e la letteratura. (pag. 24)

Insomma, ogni volta che la nostra Selene ci presenta un nuovo personaggio, pare non poter fare a meno di raccontarcene vita, morte e miracoli, condendo il tutto con queste descrizioni, ripeto, più da pensierini delle elementari che altro.

womenQuesta superficialità mi ha tenuto compagnia per tutto il racconto, senza mai risollevarsi: la protagonista, in particolare, mi è sembrata insopportabilmente frivola: certo, neanche lei può fare a meno di rimanere toccata da ciò che vede nel posto in cui si trova… ma pochissimo dopo la vediamo saltellare come una fringuella, felicissima al pensiero del suo amato, tanto che nel complesso pareva che fosse totalmente indifferente a ciò che le accadeva intorno e che le importasse solo dell’affascinante, dell’intelligente e del bellissimo professore d’italiano di Malindi… Palate su palate di banalità, insomma, a cominciare dalla storia d’amore tra i due.

Oserei dire che Il cavaliere d’Africa si salva solo grazie all’impegno per la realizzazione del background: parrebbe quasi una dimensione parallela, il Kenya, sia per la sua lontananza geografica sia per quanto è differente dal mondo di Selene, dal nostro. Le buone intenzioni di renderlo realistico ci sono, perlomeno. Poi si trovano anche delle pecche non insignificanti, per esempio riguardo al fattore AIDS: possibile che Selene vada a letto con Edward/Nabu quasi ogni capitolo senza mai usare il profilattico? Ok che lo ama alla follia e che si fida ciecamente di lui… però siamo in Africa, gente, e non dimentichiamoci che EdwardCullen pare proprio un dongiovanni!

Senz’altro notevole, ad ogni modo, il messaggio di fondo, che anche Selene si trova a dover imparare: è assai raro che nella nostra vita di tutti i giorni, fatta di comodità e anche di lussi, ci soffermiamo a pensare che non per tutti è così, e che anzi c’è una parte importante del mondo che non è neppure in grado di immaginarli. Io personalmente non ho mai visitato (per ora) un paese africano, o kenya_7nt_palm_treecomunque uno appartenente al cosiddetto “Sud del mondo”, e per questo mi sento anche in dovere di ringraziare l’autrice per il suo libro: anche se magari non sono state descritte decisamente nel modo migliore possibile, non ho potuto non restare toccata dalle scene in cui Selene incontrava da vicino la dura realtà del Kenya, prima fra tutti quella nell’orfanotrofio.

Perché allora la valutazione non arriva alle due goccioline? Be’, perché a mio giudizio c’è un limite a tutto, e per quanto riguarda l’insulsaggine questo romanzo l’ha abbondantemente superato. Quindi suggerirei all’autrice di lavorare ancora un po’ sullo stile, perché un’idea a mio parere interessante e ricca di spunti come quella de Il cavaliere d’Africa si merita qualcosa di più, e non è il caso che il buono che c’è risulti sommerso da montagne di superficialità.

* * *

In sintesi…

[Recensione] Il cavaliere d’Africa [Recensione] Il cavaliere d’Africa

Buone intenzioni per il background e
per il messaggio di fondo… … ma il tutto è stato condito da una
buona dose di banalità.

Stile approssimatico, descrizioni “lista
della spesa”, raccontato.

Protagonista superficiale, storia d’amo-
re ancora peggiore.

Scarsa attenzione per i problemi dell’A-
frica da parte di Selene.

* * *

Una frase significativa…

«Come puoi tu volermi bene?» chiesi a Edward; gli altri erano ancora nelle capanne e mi arrivava la voce stridula della professoressa Magli che civettava con qualcuno.
«Che vuoi dire?»
«Io vengo da un altro mondo. Un mondo ricco, pieno di superficialità e comodità. Non so se riuscirei a vivere come tanta gente che ho visto qui. Non ho mai sofferto la fame, né vissuto guerre ed epidemie. Mi sento fortunata ma anche colpevole.»
Edward mi accarezzò la guancia destra. «Io ti amo per quello che sei. Tu sei Selene. Non è colpa tua se sei nata in un posto dove non c’è la fame. Non scegliamo noi quando e dove venire al mondo. E comunque sono felice che tu non abbia sofferto certi drammi. Né vorrei mai che tu li provassi.»


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