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Recensione: "Il dono del buio"

Creato il 02 agosto 2013 da Ilary
Recensione: Titolo: Il dono del buio Titolo originale: The gift of darkness Autore: V. M. Giambanco Editore: Nord Collana: Narrativa Nord Pagine: 476 Prezzo: 18,60 € cartaceo / 13,99 e-book
Trama È la paura che gli dà la forza di correre. Il piccolo John Cameron non sente né la fame né il freddo e nemmeno si accorge di avere le braccia coperte di sangue. John sa soltanto che deve attraversare il bosco, nel buio. Solo così potrà chiedere aiuto per il suo amico James Sinclair. Solo così potrà salvare quello che rimane della sua innocenza... Seattle, oggi. Gli occhi bendati, le mani legate e una croce sulla fronte tracciata col sangue: è in questa macabra posa che il detective Alice Madison trova i cadaveri di James Sinclair e della sua famiglia, trucidati nella loro casa. Dalle prove rinvenute, sembra che il colpevole sia John Cameron, un criminale sospettato di numerosi altri delitti. Ma per Madison i conti non tornano: perché John Cameron avrebbe ucciso il suo amico d'infanzia? Perché avrebbe dovuto odiare proprio la persona con cui aveva condiviso un'esperienza devastante? C'è qualcosa di oscuro dietro quegli omicidi, qualcosa che affonda le radici nel buio di quella notte di venticinque anni prima, quando la polizia aveva salvato i due ragazzini, non riuscendo però ad arrestare i rapitori. E, per scoprire la verità, Madison dovrà entrare in sintonia con l'assassino e accettare che, quando si volge lo sguardo verso un abisso di tenebra, anche la tenebra guarda dentro di noi.
Recensione
Il dono del buio, romanzo d'esordio dell'italiana (trapiantata a Londra) Valentina Giambanco, è stato uno dei libri più chiacchierati e soprattutto pubblicizzati degli ultimi mesi, e definito da più parti come un vero e proprio caso letterario. Mah, un caso letterario non direi proprio, magari un thriller abbastanza buono, questo sì, ma non certo un fenomeno. Il libro inizia con una sorta di prologo nel quale vediamo un bambino che sta correndo in un bosco, i vestiti laceri e le braccia insanguinate; non viene subito detto chi sia questo bambino e perchè stia correndo disperatamente, ma scopriremo in seguito, grazie a una serie di flashback che quel bambino è John Cameron e, insieme ad altri due amici, James Sinclair e David Quinn, era stato rapito da una banda di balordi nell'agosto del 1985. Anni dopo James Sinclair e la sua famiglia vengono trovati assassinati in modo efferato e tutti gli indizi sembrano puntare proprio su John Cameron. Ma che motivi avrebbe avuto John Cameron di uccidere l'amico? Apparentemente nessuno. Del fatto che John Cameron non sia il colpevole, ma che qualcuno stia cercando di incastrarlo, si convince ben presto anche Alice Madison, la detective che si occupa del caso. Andando contro tutto e contro tutti, in particolare i suoi colleghi, Alice inizia una sua indagine, nella quale viene aiutata proprio da John Cameron e dal suo avvocato, Nathan Quinn. Questo libro si potrebbe quasi dividere in due parti: una prima parte piuttosto lenta e francamente poco interessante, con lunghe e dettagliate descrizioni e poca azione, e una seconda parte dove finalmente la storia acquista ritmo e si fa più coinvolgente. Facendo una media tra queste due parti, si ottiene un libro tutto sommato gradevole, anche se non esaltante o appassionante come mi sarei aspettata leggendone la trama. Una trama certamente complessa e articolata, dal taglio quasi cinematografico, con capitoli brevi e repentini cambi di punti di vista (a volte fin troppo rapidi) che l'autrice sa condurre ottimamente, ma che non offre nulla di nuovo al panorama del thriller, e che manca di quella suspense che dovrebbe invece caratterizzare questo genere di letteratura. Il libro è scritto indubbiamente bene, anche se a volte è troppo descrittivo, ma il problema principale è il suo essere prevedibile in alcuni punti. Uno in particolare: cioè l'identità dell'assassino; quando, ad un certo punto, viene introdotto un determinato personaggio, si capisce subito che è lui l'artefice dell'omicidio, resta solo da capire il movente. E anche quello, beh, non è che sia un movente molto valido secondo me... c'è da dire che la gente si uccide anche per cose ancora più futili di quelle descritte in questo libro, ma insomma il movente proprio non mi ha convinta per niente. Stessa cosa dicasi per il finale, frettoloso, poco incisivo e con una serie di situazioni lasciate in sospeso. Per non parlare di quella benedetta trappola costruita dall'assassino della quale si parla nel capitolo della resa dei conti e della quale non ho capito assolutamente niente, non riuscivo proprio a immaginare come fosse fatta. Il punto di forza di Il dono del buio è costituito, a mio avviso, dai personaggi, in particolare Alice Madison e John Cameron. Alice è il classico poliziotto tutto dedito al lavoro e con una vita privata praticamente inesistente; lavora alla Omicidi da soli cinque mesi e ce la sta mettendo tutta per farsi apprezzare dal suo capo, il quale, dal canto suo, ha capito che questa giovane donna nasconde in sè un grande potenziale e fa di tutto per spronarla a svilupparlo. Alice è intelligente, intuitiva e tenace, non si dà per vinta e lotta per portare a galla la verità, anche se per farlo deve fare i conti con la sua coscienza e fare scelte spesso difficili, che potrebbero anche minare la sua carriera. Alice mi è piaciuta molto, ma ancora di più mi è piaciuto John Cameron. Non so dirvi di preciso cosa mi abbia affascinata di questo personaggio, forse la sua personalità complessa, sfaccettata e oscura o forse il suo tormento interiore che l'ha portato a essere quello che è, ovvero un personaggio sempre in bilico tra bene e male, un uomo che pur essendo davvero un assassino (anche se non ha commesso l'omicidio del suo amico, ha comunque compiuto altri delitti), ha una sua etica e un suo particolare senso della giustizia. Insomma, non so dire precisamente perchè mi abbia colpita così tanto, ma ne sono rimasta conquistata... forse è per il fatto che di solito resto sempre ammaliata dai "cattivi"! Vi dirò che non mi dispiacerebbe leggere un altro libro con protagonista John Cameron. Concludendo, Il dono del buio ha alcuni aspetti positivi, come la caratterizzazione dei personaggi e la capacità dell'autrice di scavare nel profondo dell'animo umano e di creare atmosfere cupe e tenebrose che ben si adattano a un romanzo come questo, ed altri, non dico negativi, ma meno positivi, come una certa lentezza che pervade alcune parti del libro e alcune scelte non proprio felici che, sommandosi, ne fanno un thriller abbastanza buono, che consiglio a chi ama i libri in cui si punta molto sull'aspetto psicologico più che sull'azione.
Il mio voto: Recensione:

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