Titolo: Il grande GatsbyAutore: Francis Scott FitzgeraldTraduzione: Fernanda PivanoEditore: Einaudi
Data di pubblicazione: 2014 (prima edizione 1925)
Pagine: 164
Prezzo: 10,00
Sinossi: Il grande Gatsby ovvero l'età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell'estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy... Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un'esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.
La mia opinione: Ammetto che questo romanzo inizialmente mi aveva delusa. Lo stile di scrittura non è dei migliori, risulta poco scorrevole, macchinoso, e, soprattutto durante i primi capitoli, ci sono parecchie lunghe descrizioni che però rendono un'idea molto vacua della panoramica di ciò che vorrebbero rappresentare e per questo risultano noiose e la storia non appassiona. Poi andando avanti invece la situazione migliora e anzi posso dire che varcata la metà del libro si riesce davvero ad entrare nel vivo della storia e si scopre un lato di questo romanzo che non ci si aspettava e che lo rende davvero interessante. Quella che sembrava voler raccontare solo di una vita molto sregolata e superficiale fatta di grandiose feste sfarzose che tirano avanti fino all'alba, con personaggi senza spessore che compiono azioni sconnesse e annebbiate dall'alchool, si trasforma invece in una storia di un amore tormentato e idealizzato negli anni, una storia piuttosto struggente di un sogno romantico che diventa il cardine attorno al quale ruota la vita di un uomo. L'illusione effimera di riportare indietro il passato che alimenta speranze di vasta portata.
Ciò che sembrava essere un romanzo vuoto da dimenticare in fretta diventa invece un romanzo infinitamente triste, ma che lascia il segno. Ne consiglio quindi la lettura e non lasciatevi sopraffare da un inizio non promettente, perché io per riuscire ad assimilare i primi capitoli ci ho messo dei giorni, ma poi è stata una lettura che mi ha davvero stregata.
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