Magazine Cultura
Buona domenica e buona lettura!
Titolo: Il libraio notturno
Autore: François Foll
Pagnie:462
Prezzo: 19 euro
Editore: Piemme
Trama
Parigi, 1572. Da anni la Francia è sconvolta da una sanguinosa guerra di religione tra cattolici e protestanti. In uno dei conflitti, il giovane Martin ha perso i genitori, barbaramente uccisi, e da allora vive con lo zio, fanatico cattolico, che lo tratta come un servo. Per evadere dalla sua triste esistenza, la notte il ragazzo si aggira sui tetti, assaporando di nascosto quella serenità che vorrebbe tanto conoscere. Una sera, spiando dalla finestra della ragazza di cui è innamorato, assiste a uno strano spettacolo: due uomini sfogliano furtivamente due libri che uno di loro ha estratto da un nascondiglio nel pavimento. Martin è analfabeta, nonostante lo zio faccia il tipografo, ma sa che quello che ha visto è pericoloso. In un’epoca dominata dal fanatismo e che sembra aver bandito la tolleranza e il buon senso, possedere il libro sbagliato equivale a una condanna a morte. Quando il 23 agosto, nella notte di san Bartolomeo, a un rintocco convenuto delle campane in tutta la città si scatena l’odio dei cattolici contro gli ugonotti, il sangue di migliaia di persone, uomini donne e bambini, scorre letteralmente per le strade. Sconvolto, Martin si rifiuta di unirsi all’ordalia di violenza in cui lo zio vorrebbe trascinarlo, e decide di rischiare la vita per mettere in salvo quei libri. Quei libri che, tra avventure, amori e pericoli, lo guideranno come un faro fuori dalle tenebre.
Ho trovato questo libro casualmente in offerta in un grande supermercato e, come tutti i libri che parlano di libri, librai, bibliotecari, lettori ecc. non ho saputo resistere e ho speso quei 5 € per "Il libraio notturno". Tra gli ultimi romanzi storici che ho letto è forse uno dei più esatti e documentati, quindi il mio giudizio è abbastanza positivo.
Il libro si apre con la presentazione della vita di Martin Dubè presso suo zio tipografo: denutrito, grande lavoratore e molto curioso della vita. Adottato dalla famiglia dello zio perché i genitori sono stati uccisi dagli ugonotti, Martin cerca di sopravvivere tra ingiustizie e soprusi ma, il casuale incontro con una bellissima ragazza, cambia il corso della sua vita. Tra una commissione e l'altra Martin spia da lontano Isabelle, figlia di un altro tipografo, e impara moltissime cose ascoltando ciò che apprende a lezione la ragazza. Il giorno che cambia la sua vita è conosciuto come la notte di San Bartolomeo durante la quale i cattolici massacrarono gli ugonotti e, i presunti ugonotti, depurando la città di Parigi. Costretto a partecipare, a solo 12 anni Martin vede cose terribili, in particolare vede la famiglia di Isabelle trascinata via e ammazzata. Distrutto dal dolore e incapace di comprendere il perché di tali violenze, il protagonista scappa di casa e diventa il pupillo di un ugonotto viaggiatore. A partire da questo momento la sua vita prende una piega completamente diversa tra avventure, conversioni, studi e amore.
Partiamo dal presupposto che il titolo centra poco e niente con la storia che è comunque bellissima: non è ciò che mi aspettavo ma è un ottimo romanzo storico preciso e con fonti solide che ha reso in modo molto evidente il fervore religioso del tempo. Tutta la storia ha a che fare con i libri e con le tipografie ma, dopo le prime 100 pagine, diventa una cosa piuttosto secondaria infatti, Martin decide della sua vita allontanandosi dalle brutture di Parigi e della sua famiglia. Tutta la narrazione è articolata e il linguaggio usato è curato e ricercato rendendo la lettura confortevole e appassionante. È da dire però che in alcuni punti il romanzo risulta lento, scandito, con descrizioni ricche di particolari; in altre parti, invece, c'è una brusca accelerazione nella crono-storia poiché di tanto in tanto vengono saltati interi anni della vita del protagonista senza neanche spendere una parola in merito. Ho trovato la prima metà del libro molto bella e avventurosa piena di dettagli e descrizioni, la seconda parte è un po' ripetitiva perché si concentra molto sulla vita campale del protagonista. Le donne nella storia sono solo una presenza marginale, spesso angelicata infatti, ci sono solo mogli, serve o ragazze nubili oggetto del desiderio. Insomma, nessun personaggio femminile positivo e carismatico ma solo dei fantasmi che appaiono e scompaiono: un vero peccato, ci sarebbe calzata a pennello almeno una donna un po' più presente. Il fulcro di tutto il romanzo è evidentemente il contrasto religioso tra cattolici e ugonotti che coinvolge il protagonista sia dai primi anni della sua vita influenzandola notevolmente. Ho apprezzato moltissimo la ricostruzione storica relativa al fanatismo religioso della fine del 500 e la ricchezza di personaggi, anche molto celebri, presenti all'interno della storia. Nessun elemento che fa da sfondo alla vicenda di Martin è stonato o fuori luogo, cosa abbastanza difficile nei romanzi storiche che mi stanno capitando sotto mano ultimamente. Il libraio notturno mi ha ricordato un altro libro che ho letto nel 2013: "Il maestro di Garmond" collocato più o meno nello stesso periodo storico e nello stesso luogo; entrambi i romanzo sono validi ma, se questo ha poco a che fare con librai, tipografi e libri, nel secondo i protagonisti sono stampatori e incisori.
Assegno al romanzo 4 stelline.
Lya
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