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Recensione: Il Messia del diavolo

Da Zombie Knowledge Base
Il Messia del Diavolo è uno di quei film che ti lascia perplesso. Non è certamente una pellicola in cui l'azione né il sangue la fanno da padroni, mentre risulta più un film sospeso quasi in una dimensione onirica in cui però lo spettatore rischia di perdersi a causa della lentezza a tratti esasperante anche se l'attenzione viene recuperata grazie alla peculiare messa in scena. La recensione dopo il salto..
Recensione: Il Messia del diavolo
Il Messia del diavolo, titolo originale Messiah of Evil, è un film statunitense realizzato nel 1973 da Willard Huyck e Gloria Katz.
Arletty, figlia di un famoso pittore, si reca nel paesino di Pandum, che prima portava il nome di Bethlem, per cercare il padre che lì si era trasferito e di cui non riceve più notizie dall'ultima lettera in cui le diceva di essere allo stremo delle forze e la supplicava di non andare a cercarlo. Arrivata al villaggio trova la casa del padre piena di quadri che raffigurano soprattutto inquietanti individui intenti a fissare lo spettatore. Nella casa trova anche il diario del padre in cui confessa di sentirsi sempre più strano e di aver avuto alcuni episodi in cui i suoi orifizi hanno cominciato a sanguinare. Il diario è una traccia della sua lenta ed inesorabile trasformazione in una sorta di Zombie antropofago.
Come si evince dal diario e dal racconto di un vecchio ubriacone del luogo, il padre di Arletty non è l'unica vittima di questo strano malessere. Infatti tutti coloro che si trovano nel villaggio sono destinati alla stessa sorte a causa di una maledizione che si ripete ogni cento anni, quando la luna si tinge di rosso e ricompare lo straniero che diede inizio alla leggenda. La protagonista verrà poi risparmiata perché, come una moderna Cassandra, è destinata a non essere creduta.

Il trailer di Il Messia del diavolo

Il punto forte del film è certamente l'atmosfera di angoscia che permane la pellicola nella sua interezza. Alcune scene poi sono incredibilmente intense, prima tra tutte quella che si svolge nel cinema dove una delle ragazze che si è stabilita nella casa del pittore insieme ad Arletty si reca da sola per distrarsi un po'. Qui ancora un crescendo di suspence ed inquietitudine mentre vediamo la sala che da vuota diventa sempe più gremita di persone che ormai sappiamo essere cannibali. Quando la ragazza si accorge di essere stata lentamente accerchiata è ormai troppo tardi.
Recensione: Il Messia del diavolo
Il film sfrutta il soprannaturale per lanciare una critica alla società moderna in cui l'individualità si perde all'interno della massa per una sorta di adattamento e conformismo. Nel film infatti si dice che il messia arriva quando la gente, incapace di cercare il vecchio Dio, ne avrebbe accolto un altro che non chiede atti di fede ma cieca obbedienza e sacrifici umani (la vittima sacrificale è la stessa Arletty, risparmiata dallo straniero perché già condannata ad essere considerata pazza).
Nel complesso il film pecca di una sceneggiatura lacunosa in cui i dialoghi sono poveri e a tratti a malapena abbozzati. Come già detto l'atmosfera inquietante creata attraverso la musica, la voce fuori campo della ragazza che racconta, i quadri nella casa del pittore e la cittadina fantasma riesce però a risollevare l'opera di Huyck e Katz e a renderla una pellicola consigliabile a tutti coloro che amano le ambientazioni cupe.
Scheda del film:

Titolo originale: Messiah of Evil
Paese: USA
Anno: 1973
Regia: Willard Huyck, Gloria Katz
Produttore: International Cine Film Corp.
Sceneggiatura: Willard Huyck, Gloria Katz
Cast principale: Marianna Hill, Michael Greer
Durata: 89 minuti
Voto: 6/10


[Segnalato da: Francesco Moretta]

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