Dopo la visita della dottoressa [ fortunatamente niente bronchite! :) ] ed aver coccolato la gatta in cerca di attenzioni mattutine, posso dedicarmi a voi e, in particolare, ad una recensione che mi sta particolarmente a cuore : Il nostro gioco - Sogni sospesi di Ilaria Pasqua.
Sono stata ben felice di conoscere l'autrice ed il suo libro che, senza girarci troppo attorno, mi ha conquistato fin dalle prime pagine e, leggendo quello che scriverò tra poco, capirete bene il perché..
Casa Editrice : Leucotea
Prezzo : 12.90€
Pagine : 125
Data di Pubblicazione : 17 Marzo 2015
E' la mattina del 16 ottobre 1943 e i due ragazzini sono rimasti soli in una Roma che non riconoscono più.
I tedeschi hanno preso in mano le redini della città e loro non sanno dove rifugiarsi per sfuggirgli.
Davide porta avanti il gioco iniziato dai loro genitori per impedire alla bambina cosa sta succedendo.
E così farà anche Enrico, un ragazzino dei quartieri ricchi che li nasconde in casa sua rischiando molto. Nonostante una prima iniziale diffidenza nascerà una bellissima amicizia che li salverà da un destino orribile.
Continueranno a giocare tutti insieme, trascinati dai sogni magnifici di Flaminia, fino a quando non finirà la guerra, fino a quando non sfiorirà del tutto l'infanzia..
Nota Storica : Il 16 ottobre 1943 è una data importante per la comunità ebraica di Roma, ma anche per la città intera. Per gli ebrei romani è l'ultima tappa di un triste itinerario iniziato nel settembre 1938 con la promulgazione delle leggi razziali..
Il nostro gioco si apre con due bambini in fuga, mano nella mano, tra le vie di una Roma in mano all'esercito tedesco. Davide e Flaminia fuggono dalla morte e da un destino che sembrava oramai scritto e giocano correndo, senza meta, verso un nascondiglio che possa renderli invisibili agli occhi dei grandi.
Flaminia ha solo cinque anni e nulla sa e conosce della realtà che li circonda: Davide ha promesso di proteggerla, di farla vivere nell'angolo della sua infantile fantasia e una promessa, si sa, va mantenuta! Ti ricordi quel gioco? sono state le ultime parole di due genitori ad un figlio costretto a crescere troppo in fretta, nell'arco di una notte, prima di perderli per sempre!
E quel gioco sarà il filo conduttore di tutta la narrazione.
Quello che maggiormente mi ha colpito è stata la facilità e la spontaneità con cui l'autrice riesce a far trasparire emozioni, paure, timori ed incertezze con una tale delicatezza, avendo tre bambini come protagonisti, che riesce a farti commuovere.
Enrico è il vero eroe di questa storia ed il personaggio che mi è entrato nel cuore fin dal primo momento.
Un bambino che non accetta quella situazione.
Un bambino che cerca quell'affetto e quell'amore che i suoi genitori, in spasmodica ricerca di potere e protezione, non sono capaci di dare e lui, nell'innocenza che solo i bambini sono in grado di trasmettere anche nelle situazioni più difficili, attraverso quel gioco, pur mettendo in pericolo la sua stessa vita, riesce a ristabilire il senso della verità e della giustizia in una casa, la sua, in cui sembrava oramai perduta!
Enrico, Davide e Flaminia diventano, in poco tempo, una cosa sola, praticamente imprescindibile.
Riescono a vedere le paure l'uno negli occhi dell'altro: paure profondamente diverse, ma, allo stesso tempo, capaci di unirli in un'amicizia che, seppur basata su diversità culturali e razziali, diverrà quell'ancora di salvezza di cui hanno bisogno, un porto sicuro in un mondo fatto di oscurità, dolore ed ingiustizie.
« Ogni giorno fingeva, compresi solo in quel momento, aveva paura quanto noi eppure sorrideva sempre. Così feci anche io e continuai ad incitare mia sorella col sorriso sulle labbra.
Era il 16 ottobre 1943 quando la mia famiglia venne distrutta.. »
Il nostro gioco è una bellissima storia di amicizia, generosità e coraggio; un manifesto di come il vero potere si ritrovi negli occhi di un bambino, nella sua anima pura ed intatta e in quella ferma volontà di amare profondamente chi è stato condannato, senza colpe, dall'ignoranza inspiegabile dei grandi.
Ilaria Pasqua, grazie ad una scrittura lineare, ritmica ed incisiva, ci trasporta dentro la vita dei singoli personaggi attraverso le loro paure, le loro ansie, i loro principi e valori, i loro sbagli ed incertezze. Nulla viene lasciato indietro; ogni singolo momento viene descritto perfettamente rendendo il lettore capace di immaginare e focalizzare ogni scena, ogni lacrima, ogni sofferenza, ogni sorriso ed ogni abbraccio.
Vi consiglio questa lettura per il bellissimo messaggio di speranza che accompagna tutta la narrazione, dove gli orrori della persecuzione nazista vengono filtrati dagli occhi della purezza e dell'innocenza di bambini che non potranno mai dimenticare.
Quello che dovremmo fare noi.
Mai dimenticare la nostra storia, il nostro passato e quegli errori che non sono poi così lontani, ma che potranno, con estrema facilità ed incauta leggerezza, essere ripetuti e portare a conseguenze ancora più dolorose.
Grazie ad Ilaria per la fiducia dimostrata verso di me e verso il mio lavoro e, soprattutto, per avermi permesso di vivere questa storia con la stessa sensibilità e delicatezza che traspare dalle sue parole.