Lettori Silenziosi!
Oggi voglio condividere con voi una nuova recensione - ultimamente vi sto viziando eh! - di un romanzo che si presenta come uno degli migliori esordi letterari degli ultimi anni : Il Prigioniero della Notte di Federico Inverni che vi avvolgerà come una calda notte estiva, presente ed inafferrabile.
La mente è la vera scena del crimine.La mente è la vera arma del delitto.
Lucas è un detective.
Nella sua vita gli sono rimasti solo il nome e il lavoro. Il suo passato è una ferita sempre aperta da un evento sconvolgente ha segnato la sua vita e la sua mente.
Come un automa attraversa i delitti su cui è chiamato a investigare, mettendo al servizio della giustizia il suo intuito straordinario, quasi visionario, e la sua sensibilità persino eccessiva. Fino a quando incappa in un caso diverso da tutti gli altri: una giovane donna trovata morta con il terrore negli occhi e nessun segno di violenza apparente. Lucas sa che il colpevole è un assassino seriale e ne ha conferma da Anna, psichiatra profiler, abituata a scandagliare il male in tutte le sue forme, da quando lei stessa, da ragazza, ha vissuto un’esperienza traumatizzante. Lucas e Anna annaspano in un labirinto di follia in cui i ricordi del loro passato, tenuti troppo a lungo sepolti, riemergono taglienti come vetri rotti in un’indagine che li coinvolge da vicino, lasciandoli devastati di fronte a una verità impensabile...
Storia: 8 | Personaggi: 9 | Stile: 9 | Copertina: 8
Ci sono libri che lasciano una scia impercettibile.Altri che sanno prenderti nel modo più inspiegabile e diretto, fin dalle primissime pagine. Poi, ci sono quei libri che ti corteggiano lentamente, che ti prendono di testa e non ti lasciano andare; sono esattamente quei romanzi capaci di lasciare un profondo segno nel lettore, chiaro ed indelebile.Questo è Il Prigioniero della Notte!
« Il male, soprattutto quello che facciamo a noi stessi e a chi ci sta vicino, ha una sorprendente capacità di nascondersi. Il male sa rintanarsi, sa rimanere in agguato. E sa convincerci di non essere mai stato lì dove l’avevamo visto.. »
Lucas è prigioniero del suo passato e di una mente che si muove vorticosamente, non permettendo alcuna tregua. E' un uomo freddo, razione ed apparentemente privo di emozioni nella vita come nel suo lavoro da detective. Lavoro che porta avanti con esasperato distacco, rifiutando categoricamente ogni parvenza di contatto umano e guidato da una costante logica che lo rende, inevitabilmente, il migliore uomo sul campo! Un detective pragmatico e scostante, dotato di un fiuto investigativo ben oltre l'ordinario e con capacità professionali tali da renderlo l'uomo perfetto per risolvere quelli che - nel più comune gergo poliziesco - vengono denominati come cold case.Quattro donne vengono uccise nel breve arco di due mesi. Il Killer sembra seguire una logica dettagliata e ripetitiva sia per quanto riguarda l'originale firma lasciata sul corpo delle sue vittime - un bocciolo di tulipano adagiato sulla bocca semiaperta - che sulla tempistica quasi maniacale. Ed è proprio quando questo circolo vizioso sembra essersi improvvisamente inceppato - e la polizia sembra oramai ancorata ad un binario morto - che Anna, la profiler responsabile del caso, chiede insistentemente l'intervento di Lucas per ottenere un punto di vista alternativo, estraneo e privo di condizionamenti. « La vita non è fatta soltanto delle scelte che facciamo. E' fatta anche dalle scelte che altri fanno a nostre spese, e non c'è niente che si possa fare in proposito. Ma non è un alibi, ricorda. Non è una scusa. E non devi avere paura.. »Anna è prigioniera di un passato che non riesce a dominare!Un evento terribile e dolorosa ha irrimediabilmente condizionato la sua vita come donna e le sue scelte professionali che, senza dubbio, ne risentono ancora oggi. Un passato che torna a bussare, testardo ed impertinente, all'alba di una doppia indagine che appare ben presto legata da un filo invisibile ed inafferrabile. Lei, sopravvissuta ad un angosciante rapimento, si getta a capofitto in una straziante realtà in grado di riaprire vecchie ferite sopite e lontane cicatrici che sperava fossero oramai silenti alle sue spalle. Anna e Lucas si rivelano - anche se per ragioni e qualità diverse - due personaggi quantomai affascinanti e legati da un destino beffardo che continua a giocare imperterrito una vecchia partita lasciata in sospeso. Sono due lottatori, due vittime che in modi praticamente opposti sono, in parte, riusciti a costruirsi una parvenza di normalità in quella stessa vita che li ha messi profondamente alla prova. Ne sono rimasta immediatamente affascinata. Anche se, forse, a ben pensarci, Anna è il personaggio che ha destato in me il maggiore interesse grazie a quelle zone di ombra che l'autore ci regala a piccoli accenni, in grado di aumentare esponenzialmente la nostra naturale curiosità!La narrazione si distende davanti agli occhi del lettore attraverso ritmici accenti rappresentati da proverbiali colpi di scena che costringono a tenere salda la presa su una trama avvincente, armoniosa ed intrigante, senza mai poterla lasciare andare. Non sono ammesse pause o cali di tensione! E' proprio lo stile narrativo di Federico Inverni ad obbligare il lettore ad una necessaria frenesia ed automatica voracità, senza respiro. Una lettura che non si rivela mai forzata, ma che sembra quasi condurci, mano nella mano, nel cuore di un vortice di emozioni, sentimenti e paure in continua espansione. In questo momento sarei quasi tentata di soffermarmi su aspetti fondamentali che mi hanno fatto letteralmente innamorare di questo romanzo, ma credo proprio che finirei per trasgredire la prima regola delle recensioni sul #nospoiler; così preferisco trasmettervi, attraverso le mie parole, la straordinaria capacità di quest'autore nel conquistare ed ammaliare, sorprendere e confondere in una maniera così naturale e spontanea da non poter lasciarvi indifferenti.« Sai vedere nell'oscurità. Sai cogliere l'impercettibile.Sai intuire dove si nasconde il male.. ma tu non puoi nasconderti! »Quello che ho particolarmente apprezzato - e che, di fondo, prediligo in un genere letterario che già di per sè preferisco - è l'accurata e costruttiva attenzione psicologica riservata dall'autore ai risvolti caratteriale ed emotivi dei personaggi, partendo ovviamente dai suoi protagonisti. Una particolare attenzione che viene messa in risalto da una tecnica stilistica diretta ed efficace in grado di toccare il lettore nei suoi punti più deboli, di liberarlo da ogni certezza per poi ribaltarne sorprendentemente ogni costruita convinzione. Alla fine del romanzo, mi sono staccata con estrema difficoltà da una storia che mi ha coinvolto in ogni sua parte e da due protagonisti come Lucas e Anna in grado di catturare da subito la mia attenzione e di sorprendermi man a mano che gli intrigati nodi venivano sapientemente sciolti davanti ai miei occhi. Perchè vi consiglio IL PRIGIONIERO DELLA NOTTE.Entusiasticamente, voglio consigliare questo romanzo ad ognuno di voi.Un romanzo che scava fino in fondo nelle più piccole e profonde sfaccettature dell'animo umano, senza mai lasciare nulla al caso. Un romanzo che non gira attorno agli ostacoli, ma li affronta di petto; proprio come i suoi controversi protagonisti che dovranno affrontare se stessi prima di poter risolvere un'indagine che, probabilmente, li cambierà per sempre. Voglio spingermi oltre e scommettere su questo esordio perchè, da tempo, non mi capitava di assistere ad uno spettacolo letterario del genere!
Cosa ne pensate, Lettori? Avete avuto modo di leggere il romanzo?E non è finita qui perchè domani sarò felicissima ed onorata di ospitare in queste pagine Federico Inverni per un'imperdibile intervista che, sono certa!, vi condurrà direttamente in libreria.. Cristina
Magazine Cultura
RECENSIONE : Il Prigioniero della Notte di Federico Inverni
Creato il 17 marzo 2016 da Cristina @LeggereShhPotrebbero interessarti anche :