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[Recensione] Il ritorno degli dei

Creato il 28 ottobre 2012 da Topolinamarta

Certo che, se già a fine ottobre mi ritrovo a scrivere al computer con le dite congelate, non immagino in che stato saranno le mie mani a gennaio… Intanto, sperando che questi maledetti spifferi la smettino una volta per tutte, benvenuti a questa nuova recensione del progetto :)

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[Recensione] Il ritorno degli deiTitolo: Il ritorno degli dei
Serie: Cronache del Klaidmark (#2)
Autore: Alberto De Stefano
Genere: fantasy classico, heroic
Editore: GDS
Collana: Aktoris
Pagine: 249
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo di copertina: €14,00
ISBN: 9788897587569
Formato: brossura
Valutazione: [Recensione] Il ritorno degli deiGrazie all’autore per avermi inviato il libro in formato eBook.

RIASSUNTOUn risveglio tragico e la certezza di aver perso tutto ciò per cui ha lottato in passato accolgono Rindall come in un incubo. Esselin e Atrebor sono stati uccisi da un demone che seminerà terrore e distruzione per tutte le Terre di Priston.
Il guerriero si metterà così all’inseguimento del nemico ma il suo animo, lacerato dal dolore e dal desiderio di vendetta, rischierà di farlo impazzire facendogli valicare spesso la sottile linea che divide il bene e il male.
Rindall incontrerà vecchi amici e un nuovo amore. La barda Aras Sirolf, bellissima e carismatica, con un grande potere ed una grande ambizione. Riuscirà a riportare la pace nel cuore del guerriero prima che si perda per sempre?
Un romanzo intenso dove i personaggi si mescolano in un turbine crescente di eventi. Alberto De Stefano ci accompagna ancora una volta in un universo magico e unico dove il concetto di bene e male viene rivisitato in una nuova forma. L’Heroic Fantasy può vantare ora un nuovo personaggio che sarà sicuramente amato da tutti gli appassionati del genere: Rindall.

[Recensione] Il ritorno degli deiL’AUTORE - Alberto De Stefano nasce a Gallarate il 20 Dicembre 1984. Nel 2003 si diploma in informatica e si mette subito a lavorare in un negozietto di usato a Varese. Nel 2006 cambia e trova il lavoro che davvero fa per lui, diventa Libraio.
Alberto è un grande appassionato di libri fantasy e il suo scrittore preferito è Michael Moorcock, autore della saga di Elric di Melnibonè. Pratica scherma medievale e canta in un gruppo Power Metal.
L’ultimo eroe del Klaidmark è il suo primo libro fantasy, iniziato all’età di 16 anni, pubblicato ora con il Gruppo Albatros.
Prima di portare a termine quest’opera si è dedicato a poesie e racconti, di cui “Nolatar e Ilentar” è stato pubblicato per le Edizioni Scudo con la rivista di Maggio 2008.
Nel 2011 si classifica fra i primi tre finalisti del premio letterario nazionale Cittadella e nel 2012 pubblica il suo nuovo libro fantasy, Il ritorno degli dei, per le edizioni GDS.

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RECENSIONE

Probabilmente il nome Alberto De Stefano non suonerà nuovo a chi c’era già nei primissimi mesi di Pensieri d’inchiostro: questo perché, come forse ricorderete, ho recensito anche il suo primo romanzo, ovvero L’ultimo eroe del Klaidmark, di cui quello che sto per recensire è il secondo episodio.

Come sempre, quando recensisco romanzi di autori che ho già letto, trovo assai interessante fare una comparazione con le opere precedenti, se non altro per sapere se lo scrittore è stato capace di migliorarsi. Finora non mi è mai capitato, per fortuna, che un titolo pubblicato per secondo richiedesse una valutazione peggiore del primo, e sono felice che anche per Il ritorno degli dei sia accaduto lo stesso. Se devo essere sincera, non si è trattato di un miglioramento da medaglia d’oro, ma per quanto mi riguarda le tre goccioline e mezzo che gli ho assegnato (contro le tre dell’Ultimo eroe) sono più che meritate. Ma ora continuate a leggere, se volete sapere come mai non gli ho dato di più.

I maggiori progressi, secondo il mio modesto parere, sono stati fatti nella gestione della trama e soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi.
Se ricordate, nello scorso capitolo avevo messo in luce la poca originalità all’interno della trama e dell’ambientazione. Quest’ultima, trattandosi del sequel, è rimasta la stessa, ma l’autore è riuscito stavolta a rendere entrambe più interessanti e meno scontate: in generale, infatti, la storia mi è parsa intrigante e ricca di colpi di scena; in poche parole, molto più coinvolgente del primo volume.
Inoltre, figure come Rindall, il protagonista, sono riuscite ad acquistare un notevole spessore psicologico, cosa che invece mancava almeno in parte, secondo me, nel precedente romanzo: l’aspetto che ho preferito di questo nuovo episodio, infatti, è stato il tortuoso percorso che il giovane Rindall si ritrova a dover intraprendere; un vero e proprio viaggio alla ricerca di se stesso che lo porterà a dover fare i conti con un demone che tormenta il suo spirito. Ma in questo viaggio non sarà solo: al suo fianco ci sarà, per esempio, la dolce Aras Sirolf, una tra le tante new entry che si sono rivelate davvero notevoli.

[Recensione] Il ritorno degli dei

Il mondo del Klaidmark

Gli unici problemi che ho riscontrato sono, ancora una volta, nello stile. Certo, il fatto che Alberto De Stefano sia maturato e che abbia affinato la sua scrittura si sente, ma la maggior parte dei difetti de L’ultimo eroe del Klaidmark è purtroppo presente anche ne Il ritorno degli dei. Mi riferisco ai molti, troppi aggettivi e avverbi superflui che spuntano fuori ovunque, rendendo le descrizioni pesanti e poco efficaci:

Una donna Umana stava seduta sui gradini di una casa, il liuto tra le mani e una voce che portava gioia e dolcezza. Gli occhi castani e profondi che sembravano aver visto un milione di cose. La pelle liscia e leggermente abbronzata e i capelli mossi, castani e stupendi incorniciavano il sorriso bellissimo e sincero. Snella e dal seno formoso, stupenda con un corpo che rendeva giustizia alla razza umana. (pag. 64)

Forse non è delle peggiori che abbia mai letto, ma trovo che si sarebbe potuto fare di meglio.
In parecchi punti, poi, ci si imbatte in ripetizioni davvero fastidiose:

Quando ebbero terminato la cena Aras toccò la sua mano dolcemente: – Facciamo due passi?-. […] Dolcemente sciolsero l’abbraccio, appena il sufficiente per baciarsi, dapprima dolcemente poi con passione, sempre crescente. (pag. 70-71)

Tra questi tre “dolcemente” ci sono pochissime righe di testo; gli ultimi due sono addirittura nella stessa frase, e di esempi simili ne ho trovati a bizzeffe. Non sono certo una che manderebbe al rogo tutte le ripetizioni (del resto anch’io, se non ci sto attenta, ne sparo a centinaia), ma quando se ne incontrano così tante il rischio è che lo stile perda molto di scorrevolezza, cosa che purtroppo accade spesso ne Il ritorno degli dei.

Inoltre, incontriamo un narratore che non sempre fa il suo dovere, finendo talvolta per saltellare senza preavviso da un punto di vista all’altro, infilare fastidiose anticipazioni o sgradevoli infodump:

La cittadina temuta da tutti, nella quale solo vagabondi, assassini, ladri e mercenari si avventuravano, in poco tempo era diventata uno dei più prolifici punti commerciali della nazione. Due borgomastri di razza nanica la governavano, amministrando sicurezza e commercio con eccezionale abilità. I Nani, infatti, erano ritenuti non solo i più grandi tra i condottieri ma anche abilissimi mercanti e sapienti conoscitori delle pietre preziose. E, a detta di tutti, avidi di tesori, cosa che però non impediva il buon governo di Unghat. (pag. 11)

C’è da dire, comunque, che nonostante questi difetti (a cui va aggiunta anche una punteggiatura discutibile) lo stile resta tuttavia soddisfacente: scorre bene e non annoia, tranne rare eccezioni. È un peccato, però, che parecchie carenze siano rimaste, perché in quanto a piacevolezza trovo che Il ritorno degli dei sia molto meglio del suo precedente.

Come sempre, dunque, faccio gli auguri ad Alberto De Stefano: è evidente che si è dato da fare, dopo la pubblicazione del primo romanzo, e almeno nella trama i risultati si vedono. Occorre solo lavorare un altro po’ sulla scrittura e sulle rifiniture.

*        *       *

In sintesi… 

[Recensione] Il ritorno degli dei [Recensione] Il ritorno degli dei

Migliore gestione della trama, più
originale. Troppi aggettivi e avverbi, molte
ripetizioni che appesantiscono.

Personaggi ben caratterizzati, con
maggior spessore psicologico. Infodump, anticipazioni e problemi
vari.

Migliorato rispetto al precedente… …ma parecchi difetti di stile restano.

Nonostante i difetti, lo stile scorre
bene e non annoia.  

*        *       *

Una frase significativa…
Al limitare della Foresta Buia, il cavaliere venne fermato da alcuni spiriti che non gli permisero di entrare – Consegnaci ciò che hai nel manto e abbandona queste lande-.
Senza una parola, Rindall prese il sacchetto contenente il cuore e lo consegnò all’essere che aveva parlato. Conosciamo il tuo dolore Umano e ti siamo grati per ciò che hai fatto ma qui non c’è più posto per te. Trova la tua strada ora, figlio degli Uomini, gli spiriti fatati scomparvero all’istante.
Rindall fissò il bosco un’ultima volta – Addio Esselin. Che tu possa riposare in pace -, quindi girò il cavallo e si diresse verso il villaggio dei Failfling.
Una nuova fiamma ardeva nel suo cuore, una fiamma che avrebbe arso per sempre.

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