Eccomi di nuovo qui a recensire Jury Livorati uno scrittore che per gli amanti del genere fantasy è una chicca.
Nel mondo dell'autore, tra fantasy classico e un pizzico di distopico, la popolazione è afflitta dalla religione e dal potere esercitato da un losco dittatore. Le fazioni che si contrappongono a questo regime sono capitanate dai Tecnici che hanno trovato un'arma in Beynul, un bambino dalle straordianrie capacità. Ma queste capacità dove hanno origine?
«Non ammetterò niente, non c’è nulla che… e quello che cos’è?»
Gli altri due si voltarono verso la direzione in cui guardava Eran, oltre l’albero caduto. Compresero il suo stupore, perché da un groviglio di erbe selvatiche e rami emergeva un manufatto, l’ultima cosa che ci si sarebbe attesi di rinvenire in quel luogo. L’oggetto era immerso in parte nel terreno ed era avvolto nella vegetazione al punto da sembrarne parte, eppure la superficie appariva liscia, intatta, pulita, quasi dotata di luce propria.
«Che cos’è?» domandò Tynur.
«Sembrerebbe un vaso» rispose Eran, avvicinandosi per vedere meglio.
Il ritmo e lo stile narrativo restano simili al primo libro, quindi il romanzo scorre abbastanza lentamente e l'azione non fa da podrona. La recensione non si distoglie molto da quella del primo titolo Il Ritorno di Beynul in quanto resta non essere il mio genere (ma ringrazio l’autore per avermelo inviato). Con Il segreto di Malun - Alethya ci troviamo in una dimensione fatta di premesse in procinto di una grande conclusione. Penso che l’obiettivo sia creare curiosità, attesa, ma per il mio gusto ci sarebbe voluto qualche scossone in più. Apprezzo i dettagli dei personaggi, delle fazioni e dei vari altarini ma io sono una lettrice dche predilige scene forti e dinamiche, quindi è stato difficile calarmi nella storia. Queste possono sembrare note negative, ma non lo sono, perché per gli amanti delle immagini vivide e delle descrizioni questo romanzo è indicatissimo. Jury Livorati è un gran narratore.
Rispetto al precedente volume c’è una parte che per me spicca e che mi è piaciuta proprio tanto ed è quella iniziale che spiega la nascita della faida tra Tecnici e Religiosi, una gran bella base di partenza. Inoltre, sempre in questa prima parte, ho trovato tutto ciò che attira la mia attenzione: lotta, azione, enfasi, sangue, disumanità e sacrificio.
Tynur ebbe appena il tempo di formulare l’ultimo pensiero: fu meraviglia, nel constatare fino a che punto fosse arrivato l’amico. Poi sentì una pressione fortissima dentro la testa, come se qualcuno stesse spingendo contro le pareti interne del cranio. Un secondo più tardi il suo corpo giaceva a terra, decapitato, in un lago di sangue e brandelli di pelle, ossa e cervello
Jury livorati scrive bene, non ci piove, e sa perfettamente come trasmettere il suo mondo in un linguaggio sempre corretto e fruibile per tutti.
❤❤❤ 1/2
TRAMA
Dopo la sua decisione di lottare al fianco dei Tecnici, il piccolo Beynul viene finalmente a conoscenza della misteriosa storia del Vaso e della nascita di Alethya. Nel frattempo, la repressione in atto ad opera del Manderley porta morte e terrore nel Regno e costringe i Tecnici a compiere una ulteriore, decisiva mossa. Ma mentre lo scontro tra Religiosi e oppositori si inasprisce, con esiti drammatici per entrambe le fazioni, una minaccia ben più grave si delinea nel futuro di Alethya. Quale ruolo potrà giocare Malun, ex tutore del bambino, che sembra custodire un potente segreto?