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Recensione: Il senso dell’acqua

Creato il 24 maggio 2012 da Topolinamarta

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Recensione: Il senso dell’acqua
Titolo: Il senso dell’acqua
Autore: Cristina Fabbrini
Genere: narrativa, storia
Editore: I libri di Emil
Collana: Composizioni
Pagine: 272
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo di copertina: €16,00
ISBN: 9788896026878
Formato: brossura
Valutazione: 
Recensione: Il senso dell’acqua

Grazie all’autrice per spedito il libro in formato eBook.

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Recensione: Il senso dell’acqua

Recensione: Il senso dell’acqua
L’AUTRICE - Cristina Fabbrini è nata a Bergamo nel 1970. Ha lavorato per alcuni anni come giornalista sportiva per alcune testate locali, prima di dedicarsi allo studio delle Rune e all’esoterismo. Assetata di sapere e innamorata di Pietre e Cristalli, nel 2004 frequenta il corso di Marco Serravalle, “Cristalloterapia delle Vite Passate”, che le rivela una visione del tutto nuova riguardo all’utilizzo delle Pietre. È la fine di un’esistenza fatta di ricerca e inquietudine, e l’inizio di una nuova realtà, nella quale comincia a trovare le prime risposte. È iscritta all’Università degli Studi di Milano, alla facoltà di Lettere Moderne.

*       *       *

RECENSIONE
di Gambero83

Il senso dell’acqua è un romanzo al quale non riesco ad attribuire un genere letterario preciso. È un’opera affrontata con maturità, intelletto e sapienza nello scrivere, e tutto questo è facilmente intuibile già dalle prime pagine.
L’autrice ci presenta un mondo nel quale le vite vissute in un’era precedente possono in qualche modo influenzare quelle attuali, ed è proprio questo che accade alla protagonista. Abbiamo quindi di fronte un romanzo che affonda le proprie radici nella storia, in un’epoca che ci viene presentata con delle digressioni che accompagnano i 4/5 del romanzo.

Recensione: Il senso dell’acqua
Ma andiamo al dunque ed esaminiamo lati positivi e negativi del libro di Cristina Fabbrini. Come sempre, comincerò con i lati negativi, o comunque con ciò che non mi ha convinto pienamente.
L’inizio dell’opera, ovvero quello ambientato quasi ai giorni nostri, ci narra le vicende di una donna ormai stanca del proprio matrimonio e desiderosa di ottenere qualcosa che riesca a salvarla da questa routine di sentimenti avversi. Il fatto è che il rapporto ormai spento col marito ci viene narrato solo da un punto di vista della protagonista, la quale è assolutamente sicura che tutto questo dipenda proprio da lui, ormai stufo di tutto. Ecco, mi sarebbe piaciuto, invece, che l’autrice avesse approfondito questa vicenda, specialmente coinvolgendo i sentimenti del marito, che sono quasi nulli a livello narrativo e quindi lo fanno risultare inutile ai fini del racconto, come se fosse inesistente.

Un’altra nota negativa riguarda la “cristalloterapia” che la donna effettua per cercar di fuggire dal proprio stress mentale: quest’ultima ci viene presentata come una scienza in grado di far rivivere in noi ricordi di vite passate, in un modo del tutto semplice, quasi banale. Cercando nel web, però, mi sono accorto che la cristalloterapia non è niente di tutto ciò: è semplicemente una “medicina” che ha il solo scopo di eliminare alcune disfunzioni del corpo. Quindi direi che le due cose non combaciano proprio: l’ipnosi regressiva sarebbe stata più calzante, a mio parere.
Un aspetto che invece mi ha annoiato parecchio sono state le elucubrazioni della protagonista: se da un lato va bene che ci vengano esposti i suoi pensieri (con un PoV strettamente legato a lei), dall’altro le sue troppe descrizioni di emozioni e stati d’animo, come ho già detto, annoiano, essendo onnipresenti in tutti i capitoli che la riguardano.

Recensione: Il senso dell’acqua
Un’altra cosa che non ho digerito (ma questo più che altro è dettato dal mio gusto personale) sono i due tipi di narrazioni usati nell’opera: quelli che coinvolgono il presente sono narrati ed esaminati in prima persona dalla protagonista, mentre quelli storici sono narrati in terza persona. Avrei preferito che l’autrice ne avesse utilizzato soltanto uno, perché in questo modo è come leggere due romanzi differenti, o almeno è questa sensazione che ho avuto.
Difatti, le parti storiche sono interessantissime, scritte davvero bene con novizia di particolari e descrizioni di persone e luoghi molto convincenti. Sono invece quelle ambientate nel presente che non convincono affatto, sicuramente a causa dello scarso mordente e della protagonista che, ripeto, è un po’ troppo cervellotica.
Ho notato anche una leggera confusione nella struttura del romanzo, dettata dal fatto che i repentini cambi di epoca si intrecciano tra loro un po’ troppo velocemente (magari è anche colpa della struttura dei capitoli).

Ricapitolando, Il senso dell’acqua è un racconto che pecca sotto alcuni punti di vista, come la noia che ho accusato nei capitoli “odierni”, farciti di ogni sorta di elucubrazione un po’ snervante, o anche il repentino cambio di PoV, che potrebbe far storcere un po’ il naso.
C’è da dire che il romanzo è davvero scritto bene e che il tipo di scrittura si sposa bene con una trama storica, ricca di particolari. Infatti, se l’opera fosse stata presentata come un vero e proprio romanzo storico, allora gli avrei dato pieni voti, ma purtroppo essa viene corrotta dai “capitoli odierni” che, secondo il mio parere,  nuocciono un po’ all’intero romanzo.

In sintesi… 

Recensione: Il senso dell’acqua
Recensione: Il senso dell’acqua

Scritto bene, in modo maturo e
consapevole. I sentimenti del marito non vengono
riferiti, al punto che il personaggio
risulta invisibile.

L’idea di una storia doppia divisa tra
presente e passato è interessante… … ma le due vicende risultano spezzate
e si susseguono troppo velocemente.

La protagonista è ben caratterizzata
dal punto di vista psicologico… … ma spesso le sue riflessioni sono
noiose.

Le parti storiche sono notevoli e
ben scritte… … mentre quelle relative al presente
un po’ meno.

L’ipnosi sarebbe stata più appropriata,
piuttosto che la cristalloterapia.

*       *       *

Una frase significativa… 

Per qualche istante non fui più in grado di deglutire. Ero completamente rapita, inebetita e confusa… una tempesta di emozioni e di sensazioni stavano risalendo velocemente dal profondo, simili a un conato di vomito. Forse era un ricordo, un’emozione lontana, inafferrabile. Che cos’era? Mi gira la testa, devo sedermi. Lui aveva riempito lo schermo e ogni angolo del mio essere.
Lui era in me, e io ero in Lui.
Nausea e vertigine. Il cuore aveva accelerato i battiti, e stavo provando una commozione così intensa e dolorosa da risultare insostenibile.
Poi la telecamera cambiò prospettiva, e Lui uscì di scena. Tutto tornò come prima, ovattato, tranquillo, rivestito di una calma irreale, come il vento che d’improvviso si placa per qualche istante prima di trasformarsi in un uragano.


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