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Titolo: Il sogno della tartaruga
Autore: Alessandro Cimarelli
Genere: narrativa
Editore: Youcanprint (autopubblicato)
Pagine: 148
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo di copertina: €13,00
ISBN: 9788866188568
Formato: brossura
Valutazione:
Grazie all’autore per aver inviato il libro in formato eBook.
L’AUTORE -È un consulente informatico da 15 anni e per lavoro ha girato tutta l’Italia: nei vari viaggi ha sempre trovato del tempo per poter scrivere racconti e mettere su carta i suoi pensieri. Una sua grande passione è lo sport, negli anni ne ha praticati tanti, ma uno che gli ha preso il cuore e l’anima è il windsurf, che cerca di praticare appena può. È anche appassionato di teatro e dall’ottobre 2010 ha iniziato a frequentare dei laboratori teatrali a Roma e ha partecipato ad alcuni spettacoli con piccole parti in una compagnia romana.
La volontà di scrivere un racconto e pubblicarlo è stata un idea di un suo caro amico.
* * *
RECENSIONE
di Gambero83
Il sogno della tartaruga è il tipico romanzo da leggere sotto l’ombrellone. È una piccola opera fresca, veloce e affrontata con una leggerezza, credo, voluta. Cimarelli ci fa immergere nelle calde atmosfere di Cabarete, un piccolo paesino della Repubblica Dominicana, regno incontrastato degli amanti del surf e del windsurf. Il protagonista è Marco, un giovane che decide di staccare dal pesante lavoro con una lunga vacanza in questi luoghi del riposo assoluto.
Ma andiamo per ordine: alla base, l’idea di creare una trama con la cornice di spiagge, luoghi incontaminati e un pizzico di mistero, è buona. Purtroppo però l’autore sembra non saper affrontare adeguatamente l’argomento, tralasciando il topos letterario e dando il posto, più che altro, a un racconto fatto di molti elementi “sportivi”: quelli che riguardano le discipline acquatiche che tanto piacciono al protagonista, per esempio, ma a discapito dell’elemento mistero.Gli elementi negativi che ho notato con maggiore rapidità sono costituiti, innanzitutto, dalla serie di infodump relativi al windsurf o kitesurf: è bene che al lettore vengano forniti elementi necessari al fine di comprendere adeguatamente questi sport, ma al contempo lo scrittore ce ne fornisce troppi, quasi a voler riempire le pagine. Questo atteggiamento potrebbe piacere, credo, soltanto a uno sportivo che abbia avuto a che fare con tali discipline.
Un’altra nota dolente sono le parti narrate che, ai fini della trama, servono poco o niente: descrizioni tipo “lista della spesa” di cosa fa il protagonista durante il giorno possono risultare superflue, anche perché, ogni qual volta che la trama sembra si stia sbloccando o che un evento fa in modo da rompere questa routine, ecco subito che riparte la descrizione giornalieri dei fatti. A causa di ciò viene lasciato pochissimo spazio, come ho già detto, agli eventi misteriosi che dovrebbero caratterizzare il romanzo.
La trama, quindi, sembra non decollare mai, e infatti, secondo il mio parare, due o tre situazioni non bastano per crearne una e per poi lasciare il tutto nelle mani delle descrizioni “sportive”.
Carino, tuttavia, il finale, che credo sia il più curato, ma che sfortunatamente non riesce a salvare l’intera opera. Tuttavia, il romanzo potrebbe “acchiappare” gli amanti delle discipline sopra citate, o tutti coloro che sognano una vacanza in luoghi simili, ma di sicuro non conquisterebbe i lettori che potrebbero affrontarne la lettura speranzosi di trovare elementi tali da poterlo definire “un romanzo di Mistero”.
In sintesi…
Romanzo leggero che si legge
velocemente e in tranquillità.
Troppe informazioni riguardo al
wind e al kitesurf, infodump.
L’idea è buona…
… ma è trattata secondo un punto
di vista troppo sportivo.
Finale abbastanza ben fatto.
Descrizioni “lista della spesa” che
spezzano e disturbano la storia.
Situazioni inverosimili, molti luoghi
comuni, anche stilistici.
Libro scritto soltanto per gli amanti
degli sport; non adatto a chi cerca
un romanzo di mistero.
* * *
Una frase significativa…
La macchia scura era una tartaruga che nuotava lungo la baia.
La seguì per un po’.
Sembrava che anche la tartaruga lo osservasse, che fosse curiosa di quell’essere che navigava fuori dall’acqua.