Questo libro non è solo un thriller scritto da un autore italiano agli esordi, che si confronta con un genere finora appannaggio dei grandi autori americani, reinventando le regole del gioco. È una storia che esplora la zona grigia fra il bene e il male fino a cogliere l'ultimo segreto, il minimo sussurro. Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che richiede tutta l'abilità degli agenti della Squadra Speciale guidata dal criminologo Goran Gavila. Il loro è un nemico che sa assumere molte sembianze, che li mette costantemente alla prova in un'indagine in cui ogni male svelato porta con sé un messaggio. Ma, soprattutto, li costringe ad affacciarsi nel buio che ciascuno si porta dentro. È un gioco di incubi abilmente celati, una continua sfida. Sarà con l'arrivo di Mila Vasquez, un'investigatrice specializzata nella caccia alle persone scomparse, che gli inganni sembreranno cadere uno dopo l'altro, grazie anche al legame speciale che comincia a formarsi fra lei e il dottor Gavila. Ma un disegno oscuro è in atto, e ogni volta che la Squadra sembra riuscire a dare un nome al male, ne scopre un altro ancora più profondo...
Recensione
Dopo aver letto l'entusiastica recensione di questo libro su Dreaming Fantasy, come ho scritto proprio nel commento sul blog, mi è venuta un'immediata voglia di leggere Il suggeritore e, detto fatto, ho accantonato tutti gli altri romanzi che avevo in lista d'attesa e mi ci sono buttata a pesce sperando di non fare un tonfo clamoroso come mi è capitato altre volte con libri per i quali piovevano lodi sperticate. Il tonfo clamoroso non c'è stato per fortuna, però d'altra parte, per i miei personalissimi gusti in fatto di thriller, non è un libro che merita il massimo dei voti. Sì, è un bel thriller, mi è piaciuto e mi ha tenuta col fiato sospeso per i tre giorni che ho impiegato a leggerlo ma ci sono alcuni particolari che non mi hanno convinta pienamente. Il suggeritore è un thriller, per così dire, "all'americana", nel senso che si inserisce in quel filone tipicamente d'oltreoceano che è quello dei thriller che parlano di serial killer: in questo libro, infatti, una Squadra Speciale composta da poliziotti e da un famoso criminologo, Goran Gavila, si trova ad indagare su un misterioso ed inafferabile assassino che rapisce, uccide e amputa il braccio sinistro a cinque bambine. Le braccia delle bambine vengono ritrovate sepolte in un bosco ma terribile è la sorpresa che attende la Squadra Speciale, perchè gli arti ritrovati nella fossa sono sei e questo significa che è scomparsa un'altra bambina della quale però nessuno ha denunciato la sparizione. Viene poi convocata una delle più grandi esperte di persone scomparse, Mila Vasquez, perchè affianchi la Squadra nella ricerca della sesta bambina. Ben presto viene ritrovato il corpo di una delle bambine e questo ritrovamento porta alla luce un altro crimine e mano a mano che i corpi vengono fatti trovare da quello che i poliziotti suppongono sia l'artefice di tutto e che loro hanno chiamato Albert, si svelano nuovi delitti rimasti impuniti. Inizia una vera e propria corsa contro il tempo per salvare la sesta bambina che probabilmente è ancora viva e per trovare colui che sta tirando le fila di tutto, che sembra dirigere il gioco e suggerire alla squadra, come da titolo, le mosse da compiere per arrivare alla verità... Un thriller particolare, quello di Carrisi, non c'è che dire. L'argomento è indubbiamente affascinante: quello degli omicidi su "induzione", dei cosiddetti "suggeritori" che istigano altri individui a commettere delitti; l'autore conosce bene l'argomento di cui parla, dato che è specializzato in criminologia, e sfrutta appunto le sue conoscenze in materia, spesso inserite sotto forma di piccole ma molto interessanti spiegazioni, per delineare la complessa trama di questo romanzo. Personalmente ho apprezzato molto queste incursioni nella criminologia e nella psicologia criminale, visto che ne sono appassionata e ho letto parecchi libri sui serial killer e affini (no tranquilli, sono sana di mente, è solo che sono interessata a questi argomenti... anni fa avevo persino pensato di studiare criminologia, poi però non se n'è fatto niente :D). Il suggeritore è un thriller complesso, un romanzo con una trama molto articolata e ben architettata in cui a un filone principale,ovvero la caccia al serial killer che rapisce bambine, se ne uniscono altri, cioè quelli relativi ai delitti irrisolti, che vanno ad incastrarsi in un puzzle composto da pezzi apparentemente slegati tra di loro che alla fine però convergono in un unico, grande ed inquietante disegno. È una lettura sicuramente coinvolgente, piena di tensione e di suspense, con un atmosfera cupa ed opprimente che ben si adatta a un romanzo di questo tipo; è un libro che fa rimanere il lettore col fiato sospeso fino alla fine, quasi costringendolo a girare freneticamente le pagine per arrivare alla soluzione del mistero. Ho apprezzato la curiosa e originale scelta dell'autore di ambientare in un "non-luogo" la vicenda: non ci sono nomi di città o descrizioni di particolari posti che permettono un'identificazione dell'ambiente, così come i nomi dei personaggi sono di varie nazionalità e origini. Molti parlano di un'ambientazione presumibilmente americana, e io invece ho pensato ad un'ambientazione nord-europea, va a sapere il perchè... il mio cervello a volte fa delle associazioni di idee davvero strane. Credo sia stata la prima volta che mi è capitato di leggere un libro senza una precisa ambientazione spazio-temporale, però mi ha sorpreso e l'ho trovata una bella idea. Come vedete finora ne ho parlato bene ed in effetti non posso affermare che, come ho detto all'inizio di questa recensione, non mi sia piaciuto; il fatto è che per quanto l'abbia apprezzato, alla fine della lettura ho provato una sorta di insoddisfazione di fondo. Il libro è scritto bene, la trama è interessante e intricata al punto giusto, la suspense che mi aspetto da un thriller c'è, l'imprevedibilità pure, i colpi di scena non mancano, anzi, forse ce ne sono anche troppi, però... però non ho provato quel brivido e quell'ansia di cui molti lettori parlano e che anch'io mi aspettavo. Anzi, giunta al finale che, per inciso, mi ha delusa molto e che ho trovato un po' assurdo e finto, ho pensato: "Beh, tutto qua?". Non so, forse aver letto troppi thriller mi ha fatto male e non riesco più a trovare niente che mi soddisfi pienamente. La mia insoddisfazione deriva anche dai personaggi che, purtroppo, ho trovato piatti e poco significativi; nessuno di loro mi ha trasmesso qualcosa di particolare. Direi che i personaggi mi sono scivolati tra le dita senza colpo ferire, li ho visti scorrere davanti ai miei occhi in modo sfuggente e non sono riusciti a suscitare quell'empatia e quelle emozioni, positive o negative, che vorrei che i protagonisti dei libri che leggo mi facessero provare. In conclusione, posso dire che la mia impressione su questo romanzo è, nel complesso, positiva, è stata una lettura appassionante e nient'affatto banale, anche se, come ho detto, non pienamente convincente. Mi aspettavo molto di più, quello sì e volevo fortemente dare il massimo dei voti, madal mio punto di vista non è un libro da cinque stelline. In ogni caso, è un libro che consiglio, soprattutto a chi ama il genere e, per quanto mi riguarda, credo che leggerò anche l'altro libro di Carrisi con protagonista Mila Vasquez, L'ipotesi del male, e chissà che questa volta non riesca a trovare un libro da dieci e lode. ;)
Il mio voto: