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Recensione in anteprima: Come inciampare nel principe azzurro
Creato il 28 agosto 2013 da Miriam Mastrovito @miriammasDescrizione: Quale ragazza non sogna di sfondare nel proprio lavoro sfruttando la possibilità di trascorrere un anno all’estero? È proprio questa la grande opportunità che un giorno si presenta a Maddison: ma l’inaspettata promozione arriva sotto forma di un trasferimento dall’altra parte del mondo, in Corea del Sud!
Maddison, però, è solo all’apparenza una donna in carriera. In realtà è molto meno motivata delle sue colleghe e per nulla attratta dall’idea di stravolgere la sua vita. Come è possibile che abbiano pensato proprio a lei, che del defilarsi ha fatto da sempre un’arte, che ha il terrore delle novità e di mettersi alla prova? Una volta arrivata in Corea, il suo capo, occhi a mandorla e passaporto americano, non le rende neanche facile adattarsi al nuovo ambiente. Catapultata in un mondo inizialmente ostile, di cui non conosce nulla, di cui detesta le abitudini alimentari e non solo, Maddison si vedrà costretta a tirar fuori le unghie e a crescere una volta per tutte. E non è detto che sulla sua strada non si trovi a inciampare in qualcosa di bello e del tutto imprevisto!L'autrice:
Anna Premoli. Nata nel 1980 in Croazia, vive a Milano dove si è laureata in Economia dei mercati finanziari, presso la Bocconi. Ha lavorato alla J.P. Morgan e, dal 2004, al Private Banking di una banca privata, dove si occupa di consulenza finanziaria e ottimizzazione fiscale. La matematica è sempre stata il suo forte, la scrittura invece è arrivata per caso, come “metodo antistress” durante la prima gravidanza. Con la Newton Compton ha pubblicato Ti prego lasciati odiare, vincitore del Premio Bancarella 2013. Il romanzo è stato per mesi ai primi posti nella classifica dei libri più venduti e la Colorado Film ha acquistato i diritti per la trasposizione cinematografica. Anche Come inciampare nel principe azzurro è stato un successo del self publishing, arrivando ai primi posti della classifica.
La mia recensione:
Ultimamente si è parlato parecchio di Anna Premoli, l’autrice che partendo dal self-publishing è giunta a conquistare il Premio Bancarella con il romanzo Ti prego lasciati odiare divenendo nello stesso tempo oggetto di un acceso dibattito. Personalmente non ho letto l’opera incriminata ma da appassionata frequentatrice di lit-blog, oltre che blogger a mia volta, mi sono imbattuta in diverse recensioni negative che, vi confesso, hanno acceso la mia curiosità pur facendomi desistere all’acquisto.Quando mi è stato recapito un pacchetto a sorpresa contenente Come inciampare nel principe azzurro, ultima fatica della stessa autrice, mi sono perciò tuffata nella lettura animata dal desiderio di conoscerla e magari scoprire il segreto di un successo così controverso.A questo punto mi piacerebbe tanto potervi dire che l’ho scovato, mi piacerebbe poter esprimere entusiasmo ed essere una voce fuori dal coro ma la verità è che seguito a interrogarmi senza trovare una risposta.“Se è il caso editoriale dell’anno ci sarà un perché” recita lo strillo in copertina. Non oso metterlo in dubbio eppure a me personalmente questo perché sfugge.La trama è quasi un classico: una ragazza in carriera riceve una promozione quando meno se l’aspetta. Finalmente potrà capitanare un team tutto suo e fare esperienza all’estero ma la meta a cui viene destinata non è esattamente la più ambita. Maddison, questo il suo nome, dovrà infatti andare a lavorare nella Corea del Sud e, ciliegina sulla torta, avrà per capo un uomo tanto avvenente quanto intransigente, autoritario e scorbutico. A ben pensarci sembrerebbe più una punizione però, si sa, non tutti i mali vengono per nuocere tanto è vero che…Ovviamente non sarò io a svelarvi il seguito ma, scommetto che da questa premessa possiate già presagirlo. Prevedibile è infatti il primo aggettivo che mi viene in mente pensando a questo romanzo. Tutto procede così come ci si aspetta; basta leggere la prima pagina per indovinare cosa accadrà in quella successiva e in quella dopo ancora nel pieno rispetto di un canovaccio, ampiamente ricorrente nel genere e che, nel caso specifico, non riserva nessuna sorpresa.Fin qui poco male; benché abusata si tratta pur sempre di una formula vincente che, se corredata delle giuste varianti, può comunque far breccia nei cuori più romantici. Il vero problema, almeno dal mio punto di vista, è che questa trama, di per sé poco originale, viene cucita su due protagonisti tutt’altro che carismatici. Lei è “una testa vuota su due tacchi a spillo”, per dirla con le sue stesse parole. Se si esclude il fatto che è bellissima, altissima, magrissima, biondissima (il superlativo non è casuale) e dotata di un bel paio di occhi verdi, Maddison è una ragazza insulsa. Fa un lavoro che non le piace e per cui non si sente portata solo per compiacere la sua famiglia, non si impegna e non eccelle in niente. Non pratica sport, non ha hobby diversi dallo shopping, non c’è alcuna attività che la appassioni, a parte dormire e mangiare. Si lamenta di tutto ma non fa nulla di concreto per cambiare ciò che non va nella sua vita, si comporta per lo più come una bambina viziata e capricciosa.Mark, il suo nuovo capo in Corea, la pareggia in materia di bellezza ma anche lui quanto a carattere lascia molto a desiderare. È cinico, scorbutico, prepotente, pedante e terribilmente presuntuoso.Strada facendo il suo atteggiamento subisce un leggerissimo cambiamento in positivo ma di qui a identificarlo con il principe azzurro ci passa un mare.Ho provato a individuare dei pregi in questi personaggi. A un certo punto, rintracciare in loro qualcosa che me li rendesse meno odiosi è diventata quasi una sfida, ma non ce l’ho proprio fatta.Li ho detestati e questa sicuramente è una delle ragioni principali per cui non sono riuscita ad appassionarmi davvero al libro.L’unica nota positiva e che conferisce un piccolo tocco di novità alla storia è rappresentata dall’ambientazione. L’autrice indugia spesso sulle usanze e i costumi del popolo coreano regalando piccole interessanti informazioni a chi, come me, non possiede una grande conoscenza in materia. Altra nota di merito è rintracciabile nella scorrevolezza dello stile, non privo di piccoli difetti e qualche ripetizione di troppo ma tale da far sì che la lettura proceda quasi con il pilota automatico. Pur non essendo curiosa di scoprire un finale già annunciato in partenza, ho letto l’intero romanzo in un solo pomeriggio, presagisco però di dimenticarlo con la stessa velocità perché non mi ha lasciato niente più che qualche ora di puro svago. Una commedia romantica molto leggera che può essere letta con piacere dalle appassionate del genere ma che non riserva grandi novità né emozioni travolgenti. Di certo non il capolavoro che ci si aspetterebbe dalla vincitrice di un premio letterario di prestigio.
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