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Recensione in anteprima: L'età dei miracoli, di Karen Thompson Walker
Creato il 26 luglio 2012 da Mik_94Titolo: L'età dei miracoli Autrice: Karen Thompson WalkerEditore: MondadoriNumero di pagine: 272Prezzo:€ 18,50Data di pubblicazione: 28 Agosto 2012Sinossi: Il 6 ottobre, gli esperti comunicarono ufficialmente la notizia. Dissero che c’era stato un certo cambiamento, un rallentamento. Da quel momento lo abbiamo chiamato proprio così: il rallentamento.” Julia ha dodici anni quando la terra inizia a rallentare la sua rotazione, prima di sei minuti, poi dodici, poi ventiquattro, fino a quando il giorno si allunga oltre le cinquanta ore, la gravità si indebolisce, gli uccelli smettono di volare, gli astronauti si allontanano dalla terra, compare una nuova malattia chiamata “sindrome da rallentamento”... La terra inizia a cambiare e Julia con lei. E mentre il mondo impaurito si divide tra coloro che continuano a seguire le ventiquattro ore e quelli che si regolano con la luce del sole, Julia cerca di trovare il proprio posto nonostante tutto: nonostante la migliore amica che decide di non vederla più, nonostante le crepe nel matrimonio dei suoi genitori e le paranoie del nonno stravagante, e poi ancora la solitudine, l’adolescenza con tutti i suoi turbamenti, quell’ “età dei miracoli” piena di paura ed eccitazione, e un ragazzo di cui innamorarsi davvero... Intanto il rallentamento, inesorabile, continua. La recensione Ma non è mai ciò di cui ti preoccupi che alla fine accade. Le vere catastrofi sono sempre diverse – sono quelle che non immaginiamo, per cui non siamo preparati, quelle sconosciute.La mattina di tre giorni fa, il caldo di un'estate che troppo rapidamente sta fuggendo via ha squarciato il cielo, facendo venire giù tuoni, lampi e cascate di pioggia fitte e taglienti come lacrime disperate. Io, in pantaloncini e canottiera, con uno sformato cardigan grigio salvato tra gli scatoloni degli indumenti invernali ad avvolgermi le spalle ormai abbronzate, guardavo il caldo estinguersi tra le gocce di un'acquazzone estivo, mentre, piccolo e incredibilmente inutile, i piedi nudi premuti contro la ringhiera del balcone, ero improvvisamente consapevole del moto dei pianeti attorno a me, della luce che sfumava piano scandendo le ore del giorno e del crepuscolo, e della terra che ruotava attorno al suo asse, protagonista di un grande miracolo destinato a ripetersi ogni santo giorno con precisione certosina.Sulle mie ginocchia, il romanzo che mi ha fatto tremare la voce e il cuore, la corsa a perdifiato verso il sole di mezzanotte, di cui hanno cantato, nei lontani anni '80, i Journey.Una capsula sopravvissuta al tempo, piena di memorie, foto e ricordi, che, come una cartolina ingiallita o un'enciclopedia dettagliatamente illustrata, mi ha mostrato il ritratto di un'epoca che ha tanto in comune con la nostra e che ha messo a soqquadro il mio essere, rovesciando il mio mondo e riportandomi in fretta alla mai dimenticata età dei miracoli. I dodici anni. Quando i colori sono più nitidi e le emozioni più sentite. Quando si è troppo grandi per sentire i racconti sempre uguali dei nonni e per continuare a ignorare l'insofferenza nelle parole dei nostri genitori. Quando gli amori nascono, le amicizie finiscono e i ragazzi e le ragazze si scoprono abitanti di pianeti agli antipodi – i seni spuntano ad occupare le piccole colle di un reggiseno a lungo bramato e i feromoni si diffondono nell'aria simile a soffi dolci di polline. Dodici sono gli anni di Julia – una voce pacata e ancora infantile, la curiosità e la paura verso un avvenire di punti interrogativi, la linfa vitale di un racconto ordinario, ma colmo di vite e anni straordinari. Seduti in un cinegiornale vuoto in cui rimbombano le eco dei ricordi, abbiamo lei a farci compagnia. La testa che si muove seguendo un ritmo immaginario, le labbra rosse di lucidalabbra a soppesare parole e frasi, due trecce brune che frusciano nel silenzio della sala.Mi sembra adesso che il rallentamento avesse innescato anche altri cambiamenti meno evidenti all'inizio, ma più profondi. Alterò certe traiettorie meno percettibili: i percorsi delle amicizia, per esempio, i sentieri verso l'amore, e lontano da esso..Questa piccola Anna Frank, con il suo diario e i suoi adorabili modi di adulta, è un'astronauta del tempo, fluttuante in un radioattivo cielo d'apocalisse e appesa alla soglia di un' inquietante e verisimile società distopica, a metà strada tra Bradbury e Orwell. Con una scrittura piena e carica di affascinanti metafore, la giovane autrice firma un romanzo di fantascienza fuori dagli schemi, con i piedi saldamente piantati a terra e l'anima persa in cieli di infiniti “se”, vicino al cuore della gente e alle loro fobie più inconsce. Karen Thompson ci descrive una California arida e sfiancata, in cui l'odore del cloro delle piscine, il rumore degli innaffiatoi automatici che irrigano i giardini e il caldo tangibile divengono parte di presagi d'Armageddon, di giornate che durano anni, di mattine stellate e di notti che bruciano di sole. Trionfi e concretizzazioni di impensati ossimori, in un libro che paradossalmente una trama vera e propria non ce l'ha, ma che riempie di suggestioni e di emozioni e che si lascia chiudere con la sensazione di aver avuto tra le mani un romanzo con la “R” maiuscola, il cui titolo di “caso editoriale” è pienamente meritato e il cui successo istantaneo, una volta tanto, non è dovuto a polemiche o al lavoro massivo dei mass media. Karen Thompson Walker è una scrittrice di innegabile talento e la sua è un'imperdibile opera prima che omaggia il passato, guarda al futuro e non sposta nemmeno per un attimo lo sguardo dal presente. Poteva essere un libro non per tutti, ma, in questa pacata odissea di appena 270 pagine, ci sono le voci pure dei giovani - unite alla loro inestinguibile vitalità e ai loro sogni impossibili – e la fragilità e la fermezza degli adulti.Le nostre sorti erano mutate. Le personalità erano cambiate. Gli sfortunati era diventati fortunati. I fortunati lo erano meno. I nostri destini, scritti da lungo tempo nelle stelle, erano stati riscritti nell'arco di un solo giorno.Lo stupore di una nevicata tra i giochi pirotecnici del quattro luglio, la poesia di una foglia autunnale che scivola in una pozza d'acqua piovana, il brivido di infrangere le regole e la riconoscenza immensa di vivere in un mondo imperfetto ma ancora integro rendono L'età dei miracoli un libro da consigliare spassionatamente e destinato a durare nel tempo. L'attualità di The Help, la dolcezza di La vita segreta delle api, il tocco epico di La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo, la rabbia e la sensibilità di Amabili Resti e il sentimento spaccacuore della Kathy H. dal cognome mozzato di Non Lasciarmi in un gioiello di carta che dà ai drammi, ai tradimenti e al rancore la loro cruda carnalità ed al primo bacio un'emozione in più. Il mio voto: ★★★★★ Il mio consiglio musicale: Young The Giant – Cough Syrup
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