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Recensione in anteprima "La notte che ho dipinto il cielo" di Estelle Laure

Da Glinda
Lo so, vi avevo detto che non avrei recensito questo libro prima di una certa data. Be', cancellate quella mi affermazione. Non posso resistere assolutamente, né aspettare un altro giorno. Devo dare fuoco alle polveri proprio qui, proprio adesso. Spero siate pronti.
Recensione anteprima notte dipinto cieloData di pubblicazione: 16 Febbraio 2016Titolo: La notte che ho dipinto il cieloAutrice: Estelle LaureEditore: De AgostiniPrezzo: 14,90 €Pagine: 315Recensione anteprima notte dipinto cieloRecensione anteprima notte dipinto cieloRecensione anteprima notte dipinto cieloRecensione anteprima notte dipinto cieloRecensione anteprima notte dipinto cielo

Per Lucille, diciassette anni e una passione per l’arte, l’amore ha il volto della sorellina Wrenny. Wrenny che non si lamenta mai di niente, Wrenny che sogna un soffitto del colore del cielo. E poi ha il volto di Eden. Eden che è la migliore amica del mondo, Eden che sa la verità. Quella verità che Lucille non vuole confessare nemmeno a se stessa: sua madre se n’è andata di casa e non tornerà. Ora lei e Wrennie sono sole, sole con una montagna di bollette da pagare e una fila di impiccioni da tenere alla larga. Prima che qualcuno chiami i servizi sociali e le allontani l’una dall’altra. Ma è proprio quando la vita di Lucille sta cadendo in pezzi che l’amore assume un nuovo volto: quello di Digby. Digby che è il fratello di Eden, Digby che è fidanzato con un’altra e non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. O forse sì? L’unica cosa di cui Lucille è sicura è che non potrebbe esserci un momento peggiore per innamorarsi…La mia recensione

Che senso ha vivere, se non sei disposto a lottare per ciò che di vero hai nel cuore, se non sei disposto a rischiare qualche ferita?
Bisogna infuriarsi.
Che non si dica in giro che io faccio solo recensioni negative. Non è così. Sono semplicemente selettiva. Dopo anni e anni di letture su letture, ho perso un po' quella grinta che mi faceva apprezzare anche libri non proprio eccezionali. Oggi, alla mia veneranda età, cerco qualcosa di speciale, l'amore che strappa i capelli, per intenderci. E lo trovo. Raramente, ma lo trovo. E quanto accade, quando un libro possiede la magia che cerco, è un giorno speciale. Proprio come è speciale questo momento, in cui io ho la possibilità di contagiarvi con l'adorazione che nutro per "La notte che ho dipinto il cielo", romanzo favoloso che mi ha lasciato senza respiro per un giorno intero (tanto è durato tra le mie mani), e con il cuore pieno di farfalle per tutti i giorni a seguire. Oggi compreso.Per chi, come me, si nutre di passioni, colori tanto vividi da abbagliare e storie che urlano di essere lette, trovare un libro così ricco e trascinante, è come trovare l'anima gemella. Perciò, se anche voi non sapete accontentarvi di libri che sanno solo scalfire la superficie del cuore, allora fate la scelta giusta. Scegliete di leggere "La notte che ho dipinto il cielo" e lasciatevi trasportare dalle sensazioni che vi regalerà. Non ve ne pentirete, è una promessa.Ma non aspettatevi una storia d'amore e nient'altro. Perché questo libro è molto, molto di più che una semplice storia d'amore. E' la storia di una famiglia che non somiglia affatto a quella delle pubblicità, di un'amicizia forte come un fiume in piena, di due sorelle che si tengono per mano affrontando le difficoltà della vita. E poi, in ultimo, è anche una storia d'amore.  

Com’è possibile che una persona si trasformi da un semplice accessorio di quella casa che è la tua vita – un bel tavolino, per esempio – nelle sue stesse fondamenta, nel suo impianto idraulico, in quella trave portante senza la quale l’intera struttura crollerebbe? Com’è possibile che una minuscola e anonima stella diventi il tuo Sole?

Accade raramente di entrare in contatto con un autore che con le parole sa dipingere scene in tecnicolor, vivide e abbaglianti come il sole di primavera. Quando ne si trova uno, lo si capisce immediatamente. Sono sufficienti due righe e scoppia tutto. Salta tutto all'aria: cuore, anima. Tutto. Ecco, Estelle Laure è quel genere di autore. Mi è stato chiaro quando le sue parole hanno cominciato a volare per la stanza, riempiendo ogni singola molecola d'aria che respiravo mentre le leggevo. Mi sembrava di inspirare le sue parole, di sentirle radicarsi dentro di me, appropriandosi di tutto quello che gli capitava a tiro.Ancora adesso, a distanza di giorni dalla lettura del suo libro, le sento battere e fremere, come ali di un colibrì che vuole spiccare il volo. Mi raccontano la storia di Lucille ancora e ancora, rinfacciandomi quanto triste sia stato capire che il libro era giunto al termine, che non avrei più saputo nulla di lei, di Wren, di Digby e di Eden. La vita di Lucille è un groviglio di contrasti. Da un lato c'è la sua giovane età, quella dei primi amori, dei progetti, dei sogni che volano in alto. Dall'altra c'è la realtà che la opprime. Quella in cui il suo mitico padre, giovane musicista dall'animo ribelle, ha perso la testa e ha mandato tutto a rotoli, lasciando dietro di sé un cumulo di macerie. Senza di lui Lucille, la sorellina Wren e la madre hanno tentato di farcela. Ma senza di lui, la forza è venuta meno e anche la madre ha mollato la presa e si è lasciata andare. Via, lontano. Lasciando sole Lucille e Wren. Sole contro un sistema che potrebbe dividerle, contro le difficoltà della vita, contro il rifiuto della madre e la debolezza del padre. Sole, ma non poi così sole. Perché tutt'intorno a loro c'è l'amore. Quello vero, di amici sinceri che mai volteranno loro le spalle. Un amore che vi travolgerà, lo so.
Una volta ho letto che i bambini che hanno subìto percosse o molestie, anche le più terribili, quando vengono allontanati dalla loro famiglia non vogliono fare altro che tornarci. Vogliono il conforto dei loro cari. Vogliono perdonare. Lo vogliono con tutto il cuore. Non hanno abbastanza difese per capire che sono loro, le vittime. In un certo senso sembra una cosa sbagliata, contorta, ma c’è anche qualcosa di assolutamente puro e innocente. Qualcosa che si perde totalmente per strada, quando si diventa grandi.

Come ho detto, la vita di Lucille è un groviglio di contrasti così come lo è il suo animo. Se da una parte c'è la voglia di chiedere aiuto, dall'altra c'è la consapevolezza che se chiedesse una mano lei e Wren potrebbero essere divise per sempre; Se da un lato c'è la leggerezza e l'emozione del primo amore, dall'altra c'è la paura che questo sentimento possa mettere fine alla sua amicizia con Eden; Se da una parte è divorata dal rancore che nutre nei confronti di chi le ha voltato le spalle, dall'altra non aspetta altro che dare loro una seconda possibilità.La sua non è una storia semplice da digerire: ti investe come un treno in corsa, lasciandoti senza fiato. E' narrata così bene da essere terribilmente verosimile e, credetemi, si tratta di una caratteristica bellissima, ma anche pericolosa. Ancora adesso, dopo giorni dalla lettura, sento scoppiare dentro di me la rabbia cieca che avrei voluto riversare sui genitori di Wren e Lucille, ma anche su Estelle Laure. Come ha osato scrivere un libro così intenso e doloroso e bellissimo? E' uno di quegli affronti che mi portano ad adorare ciecamente un autore, odiandolo e amandolo allo stesso tempo.Ma oltre la rabbia, oltre la voglia di prendersi cura di Lucille e Wren, c'è la luminosità che offusca tutto. Una luce scaturita da tutti i tipi d'amore possibile: quello di un gruppo di angeli silenziosi che si occupa delle ragazze di nascosto; quello di amiche che non ti mollano nemmeno per sogno; quello di due sorelle che darebbero la vita l'uno per l'altra; quello di due innamorati che sfidano tutto pur di darsi una possibilità.Portrei parlare all'infinito di quanto questo libro sia unico, speciale, vivo. Ma direi troppo e sempre troppo poco. Leggetelo, ecco tutto.
Quando ho finito mi ritrovo davanti a un tornado di colori. Sono sicura al cento per cento che artisticamente sia una schifezza.
Ma so il significato di quel rosso, dell’arancione, del giallo. Sono io, sono io che brucio. E l’azzurro, il verde, il viola? Quello è Digby.

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