Titolo: Liberazione
Titolo originale: Release
Serie: Davlova #1
Autore: A. M. Sexton
Traduttore: Lucia C. ed Emanuela Graziani
Editore: Triskell
Lunghezza: 247 pagine
Collana: World / DARK
Genere: M/M
Formato: pdf, epub, mobi
Prezzo: 5,99
Data di uscita: 16 ottobre 2015
Descrizione:
Davlova: una città-stato oppressa dalla povertà e governata da
un'aristocrazia tirannica. Le risorse sono scarse e la tecnologia è
illegale. E nei bassifondi cova la rivoluzione.
Misha è un
borseggiatore comune, finché il suo capo non gli assegna un nuovo
lavoro. Facendosi passare per una prostituta, Misha viene spedito a
lavorare per uno degli uomini più potenti della città. Ma il suo vero
obiettivo è molto più pericoloso: avvicinarsi a Miguel Donato, e trovare
qualcosa - qualsiasi cosa - che possa aiutare a far cadere il governo
corrotto di Davlova.
Misha si immerge nel mondo decadente
dell'aristocrazia, dove gli schiavi sono comuni e dove è possibile
trovare anche il piacere più perverso. Anche se è sicuro che l'élite di
Davlova sia coinvolta in qualcosa di terribile, le prove sono difficili
da trovare, e Misha inizia ad innamorarsi dell'uomo che dovrebbe
tradire. Poi incontra Ayo – uno schiavo sessuale costretto da un
impianto neurale nel suo cervello a provare piacere per il dolore - e
tutto cambia.
Mentre gli abitanti della città bassa si spingono
verso una rivoluzione sanguinosa, Misha si troverà preso tra i
sentimenti inattesi che prova per Donato, il dovere verso il clan e la
determinazione di salvare Ayo.
La mia recensione:
Quello
di cui sto per parlarvi è un romanzo molto particolare in quanto rappresenta
una duplice sfida: è una sfida per la sua autrice (Marie Sexton alias A.M.
Sexton) che, per marcare la differenza fra questa e le altre sue opere, ha
scelto di avvalersi di uno pseudonimo e lo è anche per l’editore, Triskell, che
per l’occasione ha inaugurato una nuova collana “dark”.
La
novità, tanto per i lettori della Sexton quanto per quelli dei romanzi targati
Triskell, consiste nel fatto che Liberazione
non può essere classificato come romance, trattandosi di un romanzo cruento,
drammatico, estremo, sicuramente adatto a stomaci resistenti.
Avendo
una spiccata predilezione per le storie a tinte fosche, non vi nascondo che mi
sono sentita attratta sin da subito da quest’opera “sperimentale”, a maggior
ragione perché, in questo caso, il genere M/M si coniuga con il distopico, che
rientra nella rosa dei miei generi preferiti.
Mi
sono letteralmente catapultata tra le sue pagine animata da grandissime
aspettative e ne sono rimasta entusiasta, tanto che già non vedo l’ora di poter
leggere il seguito.
Il
sipario si alza su Davlova offrendoci uno scenario post apocalittico. La città
stato, stretta nella morsa di un governo tirannico, è divisa in due e si
compone di una collina circondata dai fossati. In basso vive la povera gente, ridotta
alla fame e privata del privilegio della tecnologia, mentre in alto, quasi
fossero dèi arroccati nell’Olimpo, vivono i ricchi, coloro che detengono
soldi e potere e possono disporre del
popolo a loro piacimento.
Tutto
comincia quando Misha, un ragazzo che sopravvive nei fossati facendo il
borseggiatore, viene chiamato dal suo capoclan Anzhèla a svolgere un lavoro
diverso dal solito. Donato, uno degli uomini più potenti di Davlova, ha
richiesto una puttana speciale per soddisfare le sue voglie e Misha, dotato di
una bellezza esotica e colori fuori dal comune, sembra avere i requisiti ideali
per soddisfare le sue aspettative. Quello da ladro a prostituta d’alto bordo non
sarebbe proprio un salto di qualità, ma l’insolita offerta cela un secondo
fine. Se Misha accettasse di interpretare il ruolo, avrebbe l'occasione di
intrufolarsi nell’abitazione privata di Donato e, magari, di entrare in
confidenza con lui tanto da carpire informazioni utili ai rivoluzionari.
Anzhèla, infatti, oltre a gestire attività illecite nei fossati, è in combutta
con gli uomini in giallo, che tramano per organizzare un colpo di stato.
La
speranza di un futuro migliore è più forte del disincanto maturato in anni di
sofferenze e privazioni. In fondo Misha non ha niente da perdere, così accetta
di prestarsi alla causa.
Il
suo compito, in realtà, si rivelerà più gravoso del previsto perché Donato è un
uomo sadico e assai perverso. Soddisfare le sue voglie significa sottoporsi a
violenze fisiche e psicologiche davvero difficili da sopportare.
Misha
viene rassicurato sin dal principio sulla possibilità di tirarsi indietro
qualora il gioco dovesse farsi troppo duro e non si sentisse più in grado di
reggere, ma non sarà così semplice per lui… non dopo aver conosciuto la seconda
faccia di Donato, che sa trasformarsi anche in Miguel facendolo innamorare; non
dopo aver conosciuto il suo schiavo del sesso: un ragazzo giovanissimo
trasformato in macabro sexy toy, attraverso un impianto nel cervello, che in
Misha ripone ogni speranza di liberazione.
È
una trama intessuta di fili neri, come il lato più oscuro dell’animo umano, e
rossi, come il sangue che tinge le strade dei bassifondi quanto le lenzuola nel
letto di Donato. Una trama intrisa di sesso kinky e crudeltà d’animo in cui
eros e thanatos, più che mai, sono due facce della stessa medaglia.
Sullo
sfondo di un mondo andato alla deriva, in cui la vita umana sembra non avere
più valore, A.M. Sexton pone dei personaggi che, anche quando preda di pulsioni
estreme, colpiscono per il loro realismo, non essendo mai completamente bianchi
o neri.
Ci
racconta una storia sordida, di sesso e violenza ma che, nel contempo, è una
complessa quanto profonda storia d’amore.
Gli
scenari sono cupi, le descrizioni esplicite e spesso tanto crude da risultare
disturbanti, ma non meno incisivi sono i sentimenti che con prepotenza bucano
la pagina e ci travolgono come un fiume in piena. A renderli particolarmente
vibranti è proprio la loro ambivalenza, il fatto che sentimenti contrastanti
possano convivere nella stessa persona, che amore e odio possano risultare
inscindibili, molte volte, ponendo i soggetti coinvolti di fronte e scelte
laceranti.
Man
mano che si procede nella lettura, la singola parola che dà anche il titolo al
romanzo, Liberazione, si arricchisce
di mille sfumature e di significati contraddittori, fino a lasciarci nel finale
sospesi come sull’orlo di un baratro: oltre la gabbia fisica e mentale in cui
tutto si è svolto fin qui, ci sarà davvero la salvezza o non c’è soluzione,
perché liberarsi da una schiavitù significa solo scivolare dietro sbarre
diverse, senza reale possibilità di salvezza?
Chiaramente
occorrerà attendere il sequel per scoprirlo, anche se appare ormai chiaro che
nell’universo di Davlova nulla è semplice e ogni brandello – o illusione – di
felicità va conquistato con le unghie e con i denti.