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Titolo: In viaggio con te
Autore: Nadia Boccacci
Tags: narrativa, malattia, ricordi, crescita, amicizia
Editore: Butterfly
Collana: Tracce
Pagine: 148
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: €12,00
ISBN: 9788897810001
Formato: brossura
Foto di copertina: Gaia Brusotti, Lorenzo Calosi
Grafica: Max Rambaldi
Valutazione:
Grazie alla “Butterfly Edizioni” per avermelo spedito.
RIASSUNTO - Vale e Linda si sono conosciute da bambine, tra i banchi di scuola, e si sono piaciute da subito. Hanno affrontato insieme le prime gioie e le prime difficoltà, tra giochi, scherzi, cuccioli da accudire e confidenze sussurrate in un orecchio, nell’angolo più riparato del giardino. Crescendo, i loro interessi sono cambiati e nuovi affetti hanno aggiunto colore alle loro esistenze, ma Vale e Linda non si sono lasciate mai. Tuttavia, proprio nel fiore degli anni, il destino tende loro il più crudele degli agguati: Linda, così bella, così giovane, si ammala e, dopo poco tempo, abbandona la vita prima ancora ch’essa inizi per davvero. Restano sospesi, i suoi sogni, privati di ogni possibilità di realizzazione. Tocca a Vale, adesso, affrontare un tipo ben diverso di malattia: il dolore della perdita. Un romanzo sull’amicizia, sulla sofferenza e sulla fuggevolezza della vita.
L’AUTRICE - Nadia Boccacci è nata il 17 agosto 1968 a Colle di Val D’Elsa (Si), dove vive tuttora. È laureata in Lingue e Letterature Straniere moderne e insegna italiano e inglese in una scuola primaria. Nel 2011 ha pubblicato il suo romanzo di esordio “Uno sguardo perso nel vuoto” (Gruppo Albatros). “In viaggio con te” è il suo secondo romanzo.
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RECENSIONE
L’unica cosa che non mi è davvero piaciuta di questo libro è stato l’inizio: è vero che si sa fin dal riassunto sul retro che la giovane Linda, protagonista del racconto insieme a Valeria, viene strappata alla vita da una malattia (e dunque il fatto che muoia non fa spoiler), ma riferire la sua morte all’inizio della storia anziché alla fine ha danneggiato parecchio la suspense che l’autrice riesce a creare più avanti. Tutto ciò a mio parere, naturalmente, ma secondo me seguire il peggioramento di Linda così come si è svolto, invece che cominciare dalla fine e poi ricongiungersi successivamente a essa dopo averne definito i dettagli in ordine cronologico, avrebbe avuto un impatto molto maggiore sulla sensibilità di chi legge.
Una scelta che non ho approvato, insomma. Ovviamente l’autrice è libera di strutturare le sue storie come meglio crede: esiste una precisa tecnica narrativa e cinematografica, dopotutto, che suggerisce di rivelare fin da subito alcuni fotogrammi del finale per poi arrivarci pian piano fornendo sempre più particolari. In questo caso, però, non mi è parsa davvero la scelta più azzeccata, anche perché i dettagli qui rivelati non sono affatto pochi – anzi, rimane abbastanza poco da scoprire di nuovo: il fattore sorpresa e lo shock, infatti, vengono bruciati subito, e poi non è facile recuperare l’interesse di chi legge. Io perlomeno ricordo di aver pensato: “E adesso? Mo’, è finito tutto, potrei anche smettere di leggere”… il che è un peccato, naturalmente, perché anche il resto del libro merita.
Interessante e ben riuscita, invece, è secondo me l’alternanza di capitoli “passati” e “presenti”: mentre il tumore sta avanzando nel corpo di Linda e le sue condizioni peggiorano (queste parti sono intitolate “Buio”), infatti, Valeria ripercorre i suoi ultimi anni di vita, a partire da quanto lei e Linda si sono conosciute (i capitoli “Luce”).Qui dunque vediamo le due ragazze stringere amicizia, a soli sei anni, giocare insieme, crescere e imparare insieme, fare le prime esperienze amorose, studiare e viaggiare tutto sempre insieme. Fino a quando, una mattina in cui entrambe hanno 23 anni e frequentano l’università, Linda non sarà svegliata da un forte mal di pancia, molto più violento di quello con cui di solito ha a che fare ogni mese con l’arrivo delle mestruazioni.
La ragazza viene portata in ospedale, dove le analisi rivelano una grossa ciste in un ovaio, che si rivelerà poi un tumore. L’operazione non va a buon fine e presto per Linda non ci sarà più niente da fare, e altrettanto presto Valeria si trova sola, a piangere e a disperarsi nel suo dolore… finché non riuscirà, con l’aiuto di persone speciali, a smettere di pensare alla morte e a ritrovare la gioia di vivere.
Ancora prima di conoscere come si svolge la vicenda, comunque, è chiaro che il pregio di questo libro non è di certo l’originalità: potrei citare decide e decine di storie che si sviluppano esattamente nello stesso modo, ma per fortuna i tratti positivi di In viaggio con te riescono a compensare quasi del tutto questo suo punto a sfavore.
Mi riferisco sostanzialmente allo stile, che ho molto apprezzato: neanche questo brilla per originalità di lessico o di narrazione, a mio parere, ma si lascia leggere a meraviglia ed è riuscito davvero a farmi sentire vicine le due protagoniste, sia nei momenti felici della loro infanzia e adolescenza, sia nel periodo della malattia e dell’angoscia.
Le parti in cui Valeria riferisce le sue “avventure” insieme a Linda sono la parte che ho preferito e che mi è sembrata la meglio riuscita, e di sicuro chi ha avuto la fortuna di vivere la giovane età insieme a un amico o un’amica del cuore sarà d’accordo con me. Un libro molto piacevole da leggere, dunque, e che non di rado è capace di far battere il cuore.
Non si tratta tuttavia di un titolo di eccezionale bellezza, secondo me, specie se paragonato ad altri romanzi del medesimo genere, ma sento di doverlo consigliare comunque a chi cerca un’autrice esordiente che sappia regalare tante emozioni genuine. Non splendido da togliere il fiato, ma trovo che Nadia Boccacci sia sulla buona strada per scriverne uno così.
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In sintesi…
Buona l’alternanza di presente e
passato tra i vari capitoli.
Il capitolo iniziale rovina la suspense
e danneggia l’effetto a sorpresa.
Lo stile è scorrevole e riesce a
emozionare.
Bellissime le parti sull’infanzia di
Linda e Vale, molto toccanti.
Non brilla per originalità, ma è
comunque piacevole da leggere.
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Una frase significativa…
Più tardi ho riordinato la libreria del salotto, mentre Tobia mi saltava addosso festante, chiedendomi di uscire. Ho spostato alcuni libri e dei volumi di una vecchia enciclopedia. È caduto qualcosa, una foto. L’ho raccolta, seguendo un impulso naturale, e ho sentito un tuffo al cuore: sulla superficie liscia io e Linda adolescenti ridevamo durante una gita scolastica. Ho guardato a lungo i nostri volti gioiosi e l’arco sorridente delle nostre bocche, poi, girando la fotografia, ho letto una scritta che mi ha riportato ancora di più in quel passato lontano: “Linda e Vale amiche per la vita”.
Ho avuto un lieve sussulto e ho sentito gli occhi vestirsi di lacrime. Poi nella mia mente ho cancellato le ultime tre parole. Ne ho aggiunte due nuove e più belle.
Infine ho detto: “Linda e Vale amiche per sempre”.