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Recensione: Incantesimo tra le righe

Da Flautodipan @miriammas
Recensione: Incantesimo tra le righe Titolo: Incantesimo tra le righe Autrici: Jodi Picoult Samantha van Leer  Editore: Corbaccio Pagine: 350 Prezzo: 16,40 Descrizione:  Cosa succede se « …e vissero felici e contenti» non si rivela affatto essere tale? Delilah è una ragazza piuttosto solitaria che preferisce passare i pomeriggi in biblioteca, persa nei libri. In uno in particolare: Incantesimo fra le righe che in teoria è un fantasy ma che sembra terribilmente reale, al punto che il principe Oliver, oltre a essere coraggioso, avventuroso e focoso, parla a Delilah. Cioè: le parla sul serio! E salta fuori che Oliver è ben più che un personaggio di carta: è un teenager che si sente intrappolato nella sua vita letteraria e che non sopporta l’idea che il suo destino sia segnato. Oliver è certo che il mondo là fuori possa offrirgli qualcosa di interessante e vede in Delilah la sua chiave di accesso alla libertà. I due si buttano a capofitto nell’impresa di tirare fuori Oliver dal libro, un compito difficile e che i spinge ad approfondire la loro percezione del destino, del mondo e del loro posto nel mondo. Contemporaneamente cresce l’attrazione reciproca, un sentimento forte e tutt’altro che letterario… Le autrici:   Recensione: Incantesimo tra le righe   Jodi Picoult vive ad Hanover, New Hampshire, con il marito, i tre figli e numerosi animali domestici. Autrice di 19 romanzi è tradotta in 23 lingue e ha venduto più di 12 milioni di copie dei suoi libri in tutto il mondo. Corbaccio ha pubblicato La custode di mia sorella, Il colore della neve, Senza lasciare traccia, Diciannove minuti, Un nuovo battito, La bambina di vetro, Le case degli altri, Un’altra famiglia e, con Samantha van Leer, Incantesimo tra le righe. Il suo sito internet è: www.jodipicoult.com    Recensione: Incantesimo tra le righe Samantha van Leer è una giovanissima esordiente, ancora studentessa liceale, che ha molto in comune con le sue lettrici. Nel suo romanzo, descrivendo la storia e le emozioni dei protagonisti, riesce a comunicare perfettamente con il pubblico giovane e femminile.   La recensione di Miriam:   C’era una volta… Anzi no. C’era tante volte. Forse non ci avete mai pensato ma è così che dovrebbero cominciare le favole perché ogni volta che un lettore apre un libro è come se alzasse un sipario dando il via all’ennesima replica di una messinscena che si ripete a oltranza. La storia è lì, a riposo tra le pagine, ma sempre pronta a essere raccontata. I personaggi non sono che attori costretti a ripetere, a comando, sempre lo stesso copione come in una commedia rappresentata per l’eternità. Ma cosa accade quando il libro rimane chiuso e non c’è nessuno a leggerlo? Se pensate che tutto si fermi vi sbagliate di grosso perché “tra le righe c’è un mondo che vive una storia a sé” ed è proprio quando il lettore si ferma che questo mondo si risveglia. È solo allora che i personaggi possono smettere di interpretare il ruolo scritto per loro ed essere finalmente se stessi. Potendo spiarli dietro le quinte ne vedreste delle belle perché quasi nessuno è davvero così come appare, ma non è tutto. Ponendovi in ascolto potreste carpire segreti mai scritti o addirittura recepire la richiesta di aiuto di un protagonista stufo di fare il principe in una trama che non ha più sorprese e desideroso di fuggire via. È quanto accade a Delia, un’adolescente solitaria e un po’ fuori dagli schemi. Assidua frequentatrice della biblioteca scolastica, un giorno si imbatte in un vecchio libro illustrato. Nonostante si tratti di una favola per i più piccoli, se ne sente fortemente attratta e lo prende in prestito. Leggendolo si appassiona al tal punto che non riesce più a separarsene. Delia scopre di avere molto in comune con il protagonista, forse perché come lei è cresciuto senza un padre; se fosse reale lui sì che potrebbe comprenderla, l’aiuterebbe a sentirsi meno diversa e meno sola. Giunta all’ultima pagina ricomincia a leggere, una volta e poi un’altra ancora… fino a che non accade l’impossibile. Il principe Oliviero le parla e sostiene di avere bisogno proprio di lei. È questo l’incipit di una favola nella favola, la formula che spigiona l’Incantesimo tra le righe plasmando una dolcissima storia senza età, di quelle che fanno sognare. Tra le pieghe di una favola classica, che riecheggia le più famose Cenerentola o Raperonzolo, scopriremo la vera storia di un destriero che si sente grasso, di un cattivo che fuori dall’orario di servizio colleziona farfalle, di tre sirene femministe, di un drago con problemi ai denti, di un cane che in realtà non è un cane  ed è innamorato della principessa e soprattutto… di un principe che vuole essere salvato. Seduti sulla spiaggia di Dallorainpoi o comodamente accoccolati sul divano di casa, assisterete al dialogo tra due mondi, all’apparenza inconciliabili, ma che qui si tendono la mano fino a diventare pericolosamente vicini. Temevo di imbattermi nel solito YA quando mi sono accostata alla lettura di questo libro, invece sono rimasta sorpresa perché mi sono imbattuta in un romanzo senza tempo, adatto agli adulti così come ai più piccini − e forse non è un caso che sia nato dall’incontro di due generazioni, una madre e una figlia che hanno unito le penne per dar vita a un sogno comune. È magia quella che si respira dalla prima all’ultima pagina, la stessa magia di cui erano tessute le favole che amavo da bambina. Sarà perché più volte ho sognato anch’io di poter tirare fuori un principe da una fiaba, sarà perché le bellissime illustrazioni disseminate tra le parole hanno il potere di alimentare la suggestione, fatto sta che leggendo mi sono immedesimata tantissimo in Delia e, dal principio alla fine, ho avuto la sensazione di poter vedere qualche personaggio materializzarsi nella stanza. Di certo dopo aver letto Incantesimo tra le righe, nessun libro vi sembrerà più lo stesso. Facilmente vi ricoprirete a sbirciare tra le frasi alla ricerca di un suono o di un segno; chissà, da qualche parte potrebbe annidarsi un principe che attende proprio voi per essere salvato e, se così fosse, sarebbe un vero peccato lasciarselo scappare.
   


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