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Recensione: Incantesimo tra le righe, di Jodi Picoult e Samantha Van Leer
Creato il 27 settembre 2013 da Mik_94Titolo: Incantesimo tra le righe Autrici: Jodi Picoult & Samantha Van Leer Editore: Corbaccio Numero di pagine: 310 Prezzo: € 18,60 Sinossi: Cosa succede se "...e vissero felici e contenti" non si rivela affatto essere tale? Delilah è una ragazza piuttosto solitaria che preferisce passare i pomeriggi in biblioteca, persa nei libri. In uno in particolare: "Incantesimo fra le righe" che in teoria è un fantasy ma che sembra terribilmente reale, al punto che il principe Oliver, oltre a essere coraggioso, avventuroso e focoso, parla a Delilah. Cioè: le parla sul serio! E salta fuori che Oliver è ben più che un personaggio di carta: è un teenager che si sente intrappolato nella sua vita letteraria e che non sopporta l'idea che il suo destino sia segnato. Oliver è certo che il mondo là fuori possa offrirgli qualcosa di interessante e vede in Delilah la sua chiave di accesso alla libertà. I due si buttano a capofitto nell'impresa di tirare fuori Oliver dal libro, un compito difficile e che li spinge ad approfondire la loro percezione del destino, del mondo e del loro posto nel mondo. Contemporaneamente cresce l'attrazione reciproca, un sentimento forte e tutt'altro che letterario. La recensione “L'amore dà colore alla vita.” Impossibile, quando si parla di libri per l'infanzia, evitare di aprire piccoli spiragli nei territori poco esplorati del nostro passato di bimbi. Impossibile, quando si parla di fiabe, trattenere un sorriso leggerissmo e celare un tono di voce che, senza accorgercene, abbiamo reso involontariamente e naturalmente più dolce. Non in tanti, forse, abbiamo avuto l'amico immaginario che tanto spesso si vede nei film per famiglie e che tanto sicuramente avrebbe fatto preoccupare e straparlare il sospettoso e melodrammatico Freud, ma tutti – e su questo ci scommetto – abbiamo avuto la nostra dose di amicizie... be', speciali. Erano animali di peluche o bambole di pezza, supereroi o barbie dai capelli perfetti, fumetti o libri illustrati, ma noi volevamo loro bene al pari di un compagno d'asilo o di un fratello maggiore. Al pari di una persona vera. E avevamo anche la nostra dose di buoni motivi: perché noi con quegli oggetti inanimati, o magari animati appena dalle comunissime batterie, ci parlavamo e, di nascosto, quando non c'era nessuno a guardarli, sapevamo bene quanto amassero risvegliarsi magicamente e parlottare tra loro; vivere le loro vite di pupazzi e compagni di gioco, lontani dagli sguardi dei loro affettuosi e legittimi mini-proprietari. C'era sempre un gioco che mi piaceva fare: una sorta di nascondino a metà. Mettevo tutti in fila i miei amati giocattoli e correvo a nascondermi, chiudendomi la porta della cameretta alle spalle. Poi, zitto zitto, andavo a spiarli dal buco della serratura, sperando di coglierli sul fatto mentre Action Man faceva il cascamorto con Lara Croft, il mio peluche Chicco litigava con il permaloso Prezzemolo di Gardaland, Goku proponeva una nuova acconciatura al Genio delle Tartarughe. Niente: personalmente, non sono mai riuscito a beccarli, ma non ho mai smesso di fantasticare, anche davanti alle loro furbastre dissimulazioni, sulle loro vite segrete. Incantesimo tra le righe parte esattamente da questo preciso pensiero, ma sposta il tutto dai giocattoli – i nostri amici di infanzia – ai personaggi dei libri – i nostri amici di sempre. Il titolo del romanzo si riferisce a un vecchio volume di fiabe che la protagonista, Delia, ha trovato, per caso, tra gli scaffali della biblioteca: l'unico posto in cui lei, tutta grandi sogni e letture, si sente spesso a casa. C'è, tuttavia, un ma, per lei, bello grosso: lei ha quindici anni, non otto, e l'età per leggere quelle romantiche storie di cavalieri, principesse, draghi e sirene assassine l'ha passata da un po'. Il suo hobby non l'ha mai resa Miss popolarità, presso i suoi tecnologici e frivoli coetanei, ma si ripete che ci sono letture e letture: comprare graphic novel ti dà un fascino nerd, declamare a voce alta Tolstoj ti rende un geniale idiota, leggere di nascosto favole, però, è da perdenti e basta. Solo sua madre è a conoscenza di questa sua dipendenza da storie a lieto fine, ma nemmeno a lei Delia ha potuto rivelare tutta la verità: lei si è innamorata del ragazzo perfetto. Dei suoi occhi così chiari in contrasto con i capelli così scuri, della sua simpatia, del suo sorriso disarmante, delle tante cose che hanno in comune. Un ragazzo troppo perfetto per essere vero, che vive tra le pagine di quel volume incartapecorito dal quale lei non si stacca mai. Scommetto che molte lettrici conosceranno benissimo la sensazione, o forse mi sbaglio? Per tutte, ai primi posti, ci sono il Signor Darcy, Heatchliff, Mr. Rochester, magari il novello Edward Cullen, ma Delia ama solo e soltanto il suo principe Oliviero e, steneterete a crederci, non si tratta di un eccesso adolescenziale di fangirlismo. Lui è vivo; tutto il suo mondo è vivo. Ogni volta che il libro viene richiuso, i personaggi che lo abitano abbandonano i loro ruoli di attori e vivono le loro altre vite, lontani dalla sceneggiatura che una scrittrice introversa e misteriosa ha scritto per tutti loro. L'antagonista colleziona farfalle e ha il pallino dell'arte, il destriero reale è un vanitoso e insicuro cavallo bianco, le temibili sirene che vivono negli abissi sono bellicose e convinte femministe, il drago di turno ha bisogno solo di un nuovo apparecchio odontoiatrico, l'amico a quattro zampe del principe prova sentimenti impossibili per la capricciosa e bionda donzella da salvare. E poi c'è il protagonista, Oliviero, a cui le fate hanno dato tutto fuorché il coraggio di suo padre. Un ragazzo sensibile ed ironico che vuole tutto ciò che ogni adolescente in carne ed ossa desidera, niente di più e niente di meno: scappare (ma dalla sua favola) e innamorarsi (ma dell'unica, lontanissima Lettrice che riesce veramente a sentirlo). Incantesimo tra le righe è un romanzo di rara dolcezza, che porta lontano, incanta e stupisce. Un racconto consigliato ai lettori di ogni età che, fluttuando tra i turbamenti del cuore dei moderni young adult e l'ultima riga delle favole, ha in sé il tutt'altro che scontato pregio dell'imprevedibilità. Mette in discussione il classico the end, sabota i lieto fine scritti con l'abusata tecnica del copia-incolla, riscrive le identità di due personaggi che le consuetudini vorrebbero o troppo impavidi o troppo fragili. Soprattutto, contiene manciate luccicanti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. E' un libricino, ma, allo stesso tempo, ha il peso greve di una solenne, inviolabile e magica promessa. Il patto d'acciaio non scritto - ma su cui tutti noi giureremmo, con una mano piantata con convinzione sul cuore - tra lettori e autori. Migliori amici e promessi sposi nell'arco di un'unica lettura. Questo è un romanzo che celebra quel sodalizio di affinità elettive e quell'amore cieco sbocciato tra le pagine. Il candido e frizzante sentimento nato tra Oliviero e Delia è l'ennesimo volto di un lungo e immortale amore che io conosco bene e che, se in questo momento state leggendo le mie parole, sono certo riconoscerete anche voi: infatti, è lo stesso che noi percepiamo, come reale e vivo, quando, aprendo un libro, ci abbandoniamo anima e corpo ad esso. Incantesimo tra le righe, tuttavia, con inventiva, grazia e spigliatezza, propone originalmente il processo inverso, classificandosi anche come la dichiarazione di poetica più bella che abbia mai letto prima d'ora. Come il Joyland di Stephen King, inoltre, sa sorprendere grazie a una leggerezza di cui solo i più grandi sono capaci. A firmare il tutto e a dare parte di lei a questa deliziosa storia, infatti, è l'acclamata Jodi Picoult, che, per la prima volta, dopo aver scritto lo struggente La custode di mia sorella e altri romanzi carichi di attualità, denuncia sociale e controversie, si è messa magnificamente in gioco con una storia per adolescenti e non solo. L'autrice fittizia di cui leggiamo nel libro, architetto del mondo di avventure e parole in cui inciampa Oliviero, dopo aver volontariamente abbandonato la stesura dei suoi celebri e apprezzati romanzi gialli, scrive un libro di favole non per sé stessa, ma per suo figlio. Esattamente come ha fatto, in quest'occasione, la Picoult, che ha deciso di scrivere questa carinissima storia con e per sua figlia Samantha. Questa riunione di famiglia davanti alla macchina da scrivere ha il più positivo degli esiti: diverte, emoziona, dà pace e ci ricorda i piaceri benefici di una buona e sana lettura. Basta davvero aprire il libro, come è successo alla nostra Delia, per liberare la fantasia. Le stupende illustrazioni a colori, i disegni a bordo pagina, il font vario e mutevole, poi, faranno il resto, risvegliando un incantesimo antico quanto il mondo che dormicchiava beatamente tra le righe, in attesa del nostro arrivo. Il mio voto: ★★★★ Consiglio musicale: Take That – Rule the World
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