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Recensione: "Inferno"

Creato il 24 giugno 2013 da Ilary
Recensione: Titolo: Inferno Titolo originale: Inferno Autore: Dan Brown Editore: Mondadori Collana: Omnibus Pagine: 522 Prezzo: 25,00 € cartaceo / 9,99 € e-book
Trama Il profilo di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di "infernale" ha molto. Il ritmo e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi. Non è sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante. È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. È normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare. Ma ora è tutto diverso, non c'è niente di normale. È un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose, il professore deve scappare. Aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole, ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra. 
Recensione
Non appena ho saputo che sarebbe uscito un nuovo libro di Dan Brown, e per di più con riferimenti all'Inferno di Dante che mi ha sempre affascinata moltissimo, ho deciso che sarebbe stato mio non appena avesse toccato gli scaffali della libreria. Sì, sono una fan di Dan Brown, sono rimasta folgorata dopo aver letto Il codice da Vinci, e da allora ho letto tutti i suoi libri, che devo dire mi sono piaciuti, tranne il penultimo, ovvero Il simbolo perduto, che è stato abbastanza deludente e mi è sembrato più un libro di propaganda in favore della massoneria che un romanzo vero e proprio. Comunque, torniamo a noi:  date queste premesse, vi dico solo che ho lasciato da parte gli innumerevoli (meglio che non vi dica quanti :P) libri che avevo e ho ancora da leggere e mi sono fiondata su Inferno nella speranza di ritrovare in questo nuovo libro quello che mi aveva fatta appassionare alla scrittura di Dan Brown con Il codice da Vinci. Come nei precedenti libri il protagonista è ancora una volta il professor Langdon, ma questa volta la vicenda non parte con il professore che se ne sta beatamente nella sua università di Harvard, bensì lo troviamo ferito, smemorato e in preda a strane e inquietanti visioni in un letto d'ospedale a Firenze. Ben presto per il povero Langdon le cose si complicano: una donna armata di pistola, apparentemente una killer mandata proprio a eliminarlo, costringe il professore a una rocambolesca fuga dall'ospedale, aiutato da una giovane dottoressa, Sienna Brooks. Da quel momento Langdon cerca di ricostruire quello che è successo precedentemente per capire come si sia ritrovato all'ospedale, che cosa sono le visioni che continua ad avere e perchè qualcuno lo vuole morto. Attraverso i ricordi via via affioranti nella sua mente confusa, Langdon comincia a dipanare la matassa e scopre che tutto parte da un dipinto di Botticelli raffigurante l'Inferno così come lo descrive Dante nella Divina Commedia... attraverso gli indizi disseminati nel dipinto, il professore e la dottoressa iniziano un itinerario che li porterà a cercare la soluzione del mistero dapprima tra i palazzi, gli affreschi e i monumenti di Firenze, poi a Venezia e infine a Istanbul, dove Langdon cercherà di sventare una minaccia per l'umanità messa in atto da un folle. Gli ingredienti di questo romanzo sono sempre gli stessi che troviamo in tutti i libri di Brown: il professor Langdon, una donna bella e intelligente che lo aiuta nelle sue peripezie (un po' come James Bond che aveva sempre una "Bond Girl" :D), un pazzo più o meno furioso che sta tentando di conquistare/distruggere/cambiare il mondo, azione, colpi di scena, viaggi e simboli da decifrare. Niente di nuovo, ma è proprio questa formula che ha reso popolari e apprezzati i libri di Dan Brown, e come dice il proverbio, squadra che vince non si cambia. Tuttavia, secondo me non è il miglior Brown, quello di questo romanzo. Niente a che vedere con Il codice da Vinci o Angeli e Demoni, nonostante sia stata comuqne una lettura avvincente. Quello che più mi ha delusa di Inferno è il fatto che mi aspettavo che il fulcro, il perno attorno a cui ruotava tutto il romanzo fosse proprio un mistero, un enigma legato a Dante o alla Divina Commedia. Invece ho avuto la sgradevole impressione che Dante non fosse altro che uno specchietto per le allodole, dato che l'Inferno di Dante è solo il pretesto per introdurre il vero argomento del romanzo, ovvero lo spinoso tema della sovrappopolazione mondiale. Per carità, tema certamente interessante e decisamente controverso del quale Dan Brown offre teorie e spunti di riflessione più o meno condivisibili, ma mi aspettavo molto più Dante e meno teorie scientifiche. Scema io che mi creo sempre delle aspettative sui libri e poi vengo puntualmente delusa. Poi, una cosa che mi ha lasciata un po' perplessa è la quantità esorbitante di informazioni storico-culturali che il buon Dan sciorina nel suo libro, tanto che viene da chiedersi se Inferno sia un thriller o una guida turistica di Firenze soprattutto, ma anche di Venezia e Istanbul anche se in misura minore. Non che queste digressioni non siano interessanti, poi io sono laureata in storia dell'arte e quindi leggo sempre con molto piacere tutto ciò che riguarda questi argomenti, però oggettivamente a volte queste descrizioni sono superflue e interrompono spesso e volentieri lo svolgimento dell'azione, rallentando il ritmo narrativo. Molto spesso mi sono trovata a dover tornare indietro nella lettura per ricordarmi cosa stava facendo Langdon prima che si mettesse a divagare e a disquisire su monumenti, statue e affreschi. Ancora riguardo tutte queste nozioni, molti si sono lamentati degli errori e delle inesattezze che Brown ha scritto, ma alla fin fine bisogna considerare che è pur sempre un libro di narrativa e non un saggio storico, e quando si legge un libro di questo genere lo si fa per puro e semplice piacere di leggere, per staccare la spina e non certo per acculturarsi. Certamente Dan Brown ha fatto un favore all'Italia e in particolare a Firenze con queste descrizioni dettagliate della città e dei suoi monumenti, perchè non si può negare che invoglino a visitare questi luoghi! Al di là di alcuni difetti, il libro mi ha comunque appassionata e mi è stato quasi impossibile staccarmi dalla lettura;  Dan Brown è molto abile a tenere incollato il lettore alle pagine dei suoi romanzi, con capitoli brevi e spesso lasciati in sospeso in modo da costringere chi legge a proseguire perchè lascia la curiosità di sapere come la storia andrà avanti, con numerosi risvolti inaspettati e colpi di scena (anche se alcuni non del tutto imprevedibili...). Peccato per il finale, abbastanza deludente e sottotono rispetto al resto del romanzo. Lo stile è quello semplice, diretto e scorrevole che caratterizza la scrittura di Dan Brown, uno stile forse non raffinato o ricercato, cosa che ha permesso al grande pubblico (alla massa, come direbbero certi critici letterari snob...) di apprezzare e continuare a leggere i suoi libri. Forse questa volta è il prezzo, decisamente troppo elevato, a non renderlo accessibile a molti, specialmente in questi tempi... Quindi, forse non è il miglior libro uscito dalla penna di Dan Brown, ma è comunque un romanzo godibile, perfetto per qualche ora di spensierato relax... direi anche perfetto come libro da leggere sotto l'ombrellone, adesso che è estate! Consigliato agli irriducibili fan del professor Langdon, o a chi apprezza questo genere di libri.
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