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Recensione: Intenso come un ricordo di Jodi Picoult

Creato il 11 febbraio 2015 da Roryone @colorelibri
Recensione: Intenso come un ricordo di Jodi Picoult
Prezzo: € 16,40
E-book: € 9,99
Pagine: 480
Editore: Corbaccio
Genere: Romanzo
Sage Singer ha 25 anni, ma vive nell'ombra e lontano da tutti per evitare che il mondo guardi il suo volto sfregiato, ma un giorno entra nella sua vita un anziano signore e tutto cambia... Quel vecchietto all'apparenza innocente svela a Sage di esser stato un ufficiale SS, le racconta la sua storia e lei scoprirà che lui era uno dei carnefici di sua nonna, miracolosamente sopravvissuta all'Olocausto...

Intenso come un ricordo tratta un argomento ancora attuale come l'Olocausto, un tema di cui esistono già svariati libri, ma che a quanto pare non viene mai raccontato a sufficienza...

Un libro questo che colpisce il lettore in pieno petto, una storia intensa, proprio come dice lo stesso titolo, profonda, che fa male e lascia senza fiato come un pugno nello stomaco.
I protagonisti di questo libro non sono importanti, lo è invece la loro storia, ciò che conta non è come sono Sage, sua nonna Minka, i fratelli Reiner e Franz Hartman, bensì quello che hanno da raccontare.
Il libro è suddiviso in tre parti, ognuna dedicata alla vita dei tre narratori: Sage, Hartmann, Minka e ogni storia è intervallata da episodi di un racconto dell'orrore scritto da Minka  durante la gioventù e la sua prigionia ad Aushwitz: il lettore si ritrova così a rivivere gli orrori della Seconda Guerra Mondiale attraverso l'oppressore e l'oppresso e nello stesso tempo impara a conoscere Sage, comprendendone meglio in seguito le azioni.
La Picoult non lascia nulla al caso, non vi è spazio per l'immaginazione nel suo libro, perché tutto viene descritto in maniera minuziosa, con cura, tutto diventa ancora più reale e terribile e chi legge vive ogni istante: sente il canto della bimba che a faccia in giù nella fossa comune attende di esser uccisa, vede il corpo della sorella di Minka volare giù dal ponte, sopraffatto dal dolore di aver perso prima il marito e poi il figlio, riesce a sentire in bocca il sapore acre della morte che proviene dai forni crematori e piange con ogni singola persona incontrata durante la prigionia da Minka.
Minka e Hartmann raccontano la loro versione dei fatti ed in entrambi i racconti la fa da padrona la crudeltà con cui i nazisti uccidevano, ma emerge anche la forza di un popolo che ha saputo affrontare la morte, che non si è lasciato piegare, anche perché difficilmente si può vincere su chi è già morto e non ha più nulla da perdere, perché gli è già stato strappato via tutto, compresa la vita.
Il ritmo della narrazione è lento, ma non noioso, semplicemente ogni cosa viene raccontata con calma, perché pur essendo questo un libro che si potrebbe leggere tranquillamente tutto d'un fiato va preso a piccole dosi, senza esagerare, perché l'intensità con cui vengono raccontati i fatti investe il lettore, lo sconvolge e lo lascia senza respiro, bisogna quindi darsi il tempo di riuscire a metabolizzare e "digerire" ogni cosa.
Ad un certo punto il finale appare quasi scontato e il lettore riesce ad arrivare alla verità prima ancora di arrivare alla fine, ma ciò non influisce in maniera negativa sul libro.
Intenso come un ricordo ci insegna che bisogna gioire di ciò che si ha, ci ricorda che non bisogna dimenticare e che anche se tutti i protagonisti sono morti la loro storia deve continuare ad esser raccontata.
Consiglio a tutti questo libro che a parer mio è davvero bello, scritto con il cuore, un libro intenso come ogni singolo ricordo dei suoi protagonisti, dolce come i panini che faceva il papà di Minka e amaro come le atrocità commesse ad un popolo la cui unica colpa era quella di esistere!
valutazione 5

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