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Recensione & Intervista: Il primo caffè del mattino

Creato il 25 giugno 2013 da Annalisaemme @annalisaemme
Recensione & Intervista: Il primo caffè del mattinoIl primo caffè del mattinodi Galdino Diego

Prezzo Brossura: € 16,90
Prezzo E-book: € 9,99
Editore: Sperling Kupfer
Pagine: 288
Genere:  Romance, narrativa moderna

Nella città più romantica del mondo, a volte basta un caffè per farti innamorare. Massimo ha poco più di trent'anni, è il proprietario di un piccolo bar nel cuore di Roma, e non si è mai innamorato davvero. Ogni mattina, all'alba, attraversa le vie della città ancora addormentate, dove si sente il profumo del pane appena sfornato, e raggiunge il suo bar. Lì lo aspetta il primo caffè della giornata, quello dall'aroma più intenso, e dal sapore più buono. In fin dei conti sta bene anche da solo, continua a ripetersi man mano che il locale si anima: a tenergli compagnia ci pensano i clienti affezionati, con cui ogni mattina Massimo saluta la giornata fra tintinnio di tazzine, profumo di cornetti caldi e un po' di chiacchiere. Allora come mai, il giorno in cui improvvisamente entra nel bar una ragazza dagli occhi verdi, il viso spruzzato di lentiggini e l'aria sperduta di una turista straniera, Massimo non riesce a toglierle gli occhi di dosso... Né tanto meno a farsi capire in nessuna lingua: al punto che, tempo cinque minuti di interazione, si ritrova una zuccheriera rovesciata addosso, la porta sbattuta in faccia e qualcosa di molto simile a un cuore spezzato che gli martella nel petto. Ma la ragazza con le lentiggini, che viene da Parigi, di nome fa Geneviève e di mestiere inventa cruciverba, tornerà presto da Massimo: perché ha un segreto che non può rivelare a nessuno, e che la lega proprio a quel luogo. Massimo - che da quando l'ha incontrata la prima volta, con la frangia spettinata e il vestito rosso - non se l?è più tolta dalla testa, non potrà che corteggiarla con le armi che conosce meglio: caffè, cappuccini e il fascino di Roma. Sperando che, nonostante tutti i segreti che Geneviève nasconde, entrambi si ritrovino a volere la stessa, unica cosa: bere insieme il primo caffè del mattino. Tutte le mattine. Tra equivoci, baci e lunghe passeggiate romane, una commedia romantica lieve, divertente e tutta italiana, con una protagonista d'eccezione: la città più magica del mondo.
Recensione & Intervista: Il primo caffè del mattino
L’autore è alla sua prima pubblicazione con una casa editrice nota, seppur sia già conosciuto e abbia esperienza nel settore, infatti il suo libro si legge in una serata ed ha un suo ritmo scandito da una scrittura colloquiale e diretta quasi quanto la parlata del protagonista. Questo è un romanzo d’amore narrato dal punto di vista di Massimo, il protagonista, e quando ad un certo punto il lettore inizia a soffrire del non capire che cosa passi per la testa alla co-protagonista Geneviene interviene in suo aiuto il diario che la ragazza tiene e che racconta una parte della sua storia. Un romanzo che racconta il lato più dolce e goffo degli uomini, avete presente quello che loro fingono di non possedere e che è l’unica cosa che riesce invece a colpire una donna? In pochi giorni è già il secondo romanzo di o sull’amore che leggo ed entrambi scritti da un autore e dal punto di vista maschile, non sò se diventerà una nuova tendenza ma sarebbe pure ora che gli uomini dicessero cosa ne pensano al riguardo! La trama per quanto carina e leggera debbo ammettere che non presenta particolari colpi di scena, il vero cuore e anima di questo libro sono i personaggi. Non solo la coppia di protagonisti ma tutti dal primo all’ultimo, come in un teatrino di quartiere il rione romano prende vita parola dopo parola con protagonisti ben riusciti e forse a tratti troppo folcloristici ma con quel fondo di realtà che si può trovare in qualsiasi bar di quartiere. Galdino riesce a dipingere un quadro d’autore tra equivoci e passeggiate romantiche, una commedia all’italiana che però spazia da Roma a Parigi con personaggi bizzarri che non potremmo non amare e tante parentesi (letteralmente) che spiegano passo passo pensieri, retroscena o ordinazioni dei clienti del bar . Geneviene forse come francese è un pochino stereotipata ma risulta comunque dolce ed estremamente calzante in mezzo alla veracità romana. Un gioco di contrasti ben congegnato che spazia tra dialoghi, pensieri e vita di quartiere, fino al passato dei protagonisti e scherzi del destino che si rivelerà una lettura estremamente piacevole.
Durata della lettura: una serata
Bevanda consigliata: (controllate nell'intervista)
Formato consigliato: Ebook 
Età di lettura consigliata: dai 16 anni

Recensione & Intervista: Il primo caffè del mattino
 

“Perchè considerare Parigi la città dell'amore, quando si ha a disposizione l'atmosfera romana?!”



Recensione & Intervista: Il primo caffè del mattino

Ciao Diego e benvenuto da Reading at Tiffany’s
Il primo caffè del mattino è un romanzo sui sentimenti e direi adatto più ad un pubblico femminile, qual è il motivo di questa scelta, riuscitissima peraltro, ma molto rischiosa?
Ciao a tutti e grazie per l’ospitalità, forse la mia scelta è dovuta principalmente al genere letterario che ho sempre amato di più, ossia quello romantico. Come scrittore sono cresciuto a pane e Jane Austen, Rosamunde Pilcher, Judith McNaught, Nicolas Barreau, Nicholas Evans, ma soprattutto Nicholas Sparks del quale sono perdutamente innamorato, letterariamente parlando è ovvio. Custodisco gelosamente la prima edizione originale di Notebook con tanto di dedica dell’autore, per non parlare della Meyer e del suo gioiello Twilight che avevo comprato per mia figlia e che invece ho tenuto per me divenendo un Twilighter accanito (tanto da comprare qualche anno fa per un prezzo esagerato da una ragazzina di Atlanta la prima edizione originale, che adesso però vale molto, molto, molto di più, ma è inutile che ci facciate un pensierino non lo venderò mai…!). Quindi non l’ho mai considerata una scelta rischiosa, ma una scelta naturale.
Puoi raccontarci una curiosità sui protagonisti della tua storia, Massimo e Genevieve, un particolare che non è apparso nel libro magari ma che vorresti comunque condividere?
Su Massimo non c’è molto altro da dire, lui è un libro aperto fin dalle prime pagine, rispecchia proprio la sua città natia, Roma. Per quanto riguarda Geneviève, diciamo che lei resta un po’ misteriosa per gran parte della storia, ma è proprio questa sua ‘eleganza del riccio’ a renderla affascinante e all’apparenza inaccessibile. La curiosità su di lei che non è apparsa sul libro per esigenze narrative è l’arredamento della sua casa parigina che io, mentre la plasmavo nella mia mente, immaginavo con solo elemento di tutto: una sedia, un cucchiaio, una forchetta, un coltello, un bicchiere. Ogni oggetto era lì per far capire che lei rifiutava di avere qualsiasi contatto con il mondo esterno. Geneviéve è un’eremita dei sentimenti per scelta, ma il destino le dà una possibilità al suono di “Ma che ce frega, ma che ce importa” e lei sembra cogliere il messaggio…O, almeno, ci prova.
Un piccolo spoiler sul finale? Il lettore resta col fiato sospeso sulla domanda che chiude il romanzo ed è impossibile non chiedersi quale sia la risposta di Genevieve.
Ci sono tante persone che ancora non hanno letto il libro, anzi tantissime, quindi perché rovinare loro la sorpresa? Diciamo solo che se un bel ragazzo tipo Raul Bova, dolce, simpatico, romantico, intelligente che di mestiere fa il barista dicesse a una donna che vuole prepararle il primo caffè del mattino vita natural durante… Beh, non credo ci siano molti dubbi su quale potrebbe essere la risposta della donna.
A tratti leggendo il tuo romanzo si notano molti riferimenti anche indiretti e rimandi filmici, hai preso spunto anche dalla cultura cinematografica? Ovviamente vorremmo dei titoli siamo curiosi!
Sì tra le tante cose sono anche un appassionato di cinema e credo che questo si rifletta anche sul mio modo di scrivere, infatti quando scrivo le mie storie io cerco di farlo raccontando le immagini che si susseguono nella mia mente. Il mio film preferito in assoluto è Notting Hill, poi c’è Harry ti presento Sally, Insonnia d’amore, Serendipity, ma amo le commedie romantiche in genere, o i film d’amore come La casa sul lago del tempo - no dico, vogliamo parlare della scena in cui lui le pianta un albero sotto casa per proteggerla dalla pioggia? - ma ce ne sono talmente tanti… di sicuro quasi tutti quelli tratti dai libri di Nicholas Sparks, come Safe Haven che in Italia ancora non è uscito, ma vi posso assicurare che dopo Le pagine della nostra vita e i Passi dell’amore è una delle più belle ed emozionanti trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi.
Personalmente ho adorato il fatto che tutti i protagonisti vengano identificati anche con la loro ordinazione abituale al bar, per non parlare del glossario a fine racconto, una specie di “dimmi che caffè prendi e ti dirò chi sei”. Per la tua esperienza come gestore di un bar oltre che scrittore, possiamo veramente capire così tanto delle persone da una semplice tazzina di caffè? O dobbiamo considerarlo come una parte del romanzo un po’ enfatizzata ma con un fondo di verità?
Per esperienza personale, ti posso assicurare che quando una persona sceglie il suo caffè…Quasi sempre è quello che porterà con se nella tomba, o per essere un pochino più romantici, che porterebbe su un’isola deserta. Non è un caso che in un Bar frequentato ogni giorno dagli stessi clienti il barista inizi a fare il caffè già come vede il cliente varcare la soglia del suo locale. Infatti in quel momento, il barista non vede entrare una persona, vede entrare un caffè, che può essere corto, lungo, macchiato, decaffeinato eccetera eccetera. Certo io nel mio romanzo ho un po’ enfatizzato questa associazione caffè/cliente, ma è fuori di dubbio che chi prende un caffè ristretto è un tipo tosto, molto tosto… senza sfumature di grigio…o è bianco o è nero… ma mai macchiato.
Noi di solito a fine recensione consigliamo una bevanda da associare al libro ma questa volta vorrei lasciare la parola all’esperto. Che bevanda consiglieresti e perché?
Sarebbe d’obbligo associare il mio romanzo al caffè, ma farei un torto agli altri se ne scegliessi uno in particolare, forse potrei optare per la bevanda preferita da Geneviève prima di conoscere Massimo, ossia una tazza di tè nero alle rose, ma visto che alla fine si è convertita anche lei - tanto da trovare il suo caffè per la vita - e visto che in questo momento il caldo mi sta facendo vedere sfocati i contorni delle mie risposte tipo un pomeriggio da ‘chiedi alla polvere’… consiglio a tutti un buonissimo caffellatte (o caffelatte se preferite), freddo, servito in un bicchiere ghiacciato, con una cannuccia e un ombrellino rigorosamente giallo… e mi raccomando che la prima sorsata sia lunga, perché sarà quella che ti farà capire se arriverai fino in fondo… Come il primo bacio. O le prime pagine di un romanzo.
Un grandissimo grazie Diego per la tua disponibilità e cortesia!
Un abbraccio a tutti… Namastè!
Che ne pensate? Non lo trovate dolcissimo questo romanzo?

Recensione & Intervista: Il primo caffè del mattino

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