Genere: Fantasy
Pagine: 208
Costo: 9,90 euro
Data di pubblicazione: 03/11/2011
Trama
Ognuno può essere un principe. Ognuno può essere quello che fa la differenza. Oppure il più grande. O il più debole. L’eroe o l’ultimo dei miserabili. Io mi chiamo Yorsh, ho lo stesso nome dell’ultimo degli Elfi ma sono colui che è venuto prima. Io sono il frutto di un mondo devastato dall’ingiustizia e dalla rabbia, perché chi semina violenza, raccoglie solo odio. Io mi chiamo Yorsh e sul mio nome costruiranno la speranza di un mondo libero dal male e ‘ricoperto di papaveri’.
RECENSIONE “Perché una storia abbia senso deve essere raccontata dall’origine. Ma, cosa ancora più importante, occorre che vi racconti la storia del mondo degli uomini, di come siamo caduti. Il racconto di come ci siamo rialzati appartiene a un altro: anche lui si chiama Yorsh”
Silvana De Mari ci affascina con una nuova storia: intensa, malinconica e struggente. Attraverso le sue parole, il genere fantastico raggiunge nuove vette. Yorsh non è solo un personaggio letterario ma è una parte di ognuno di noi, la parte che non vogliamo vedere che teniamo celata ma che ci appartiene sin nel profondo. Yorsh è un personaggio scomodo perché attraverso di lui, noi possiamo vedere ciò che siamo e ciò che potremmo diventare se ci lasciamo trascinare dalla mediocrità, l’invidia e l’odio.
Yorsh è un umano, un reietto che ha scelto di essere tale perché non ha voluto vedere cosa di pregevole c’era nella sua vita, nella sua essenza. Si è lasciato trascinare dagli eventi, dalla sua inattività, dalla sua pigrizia e ignoranza. Attraverso gli occhi di Yorsh, l’umano, conosciamo il mondo prima della nascita del più conosciuto Yorsh, l’ultimo elfo, colui che porterà il primo germoglio di speranza in un mondo di intolleranza, paura, disperazione e tirannia. Nelle “terre note” la pioggia imperversa, gli antichi fasti sono ormai solo leggende, la carestia dilaga e lo strapotere di pochi nobili piega le schiene di chi già non ha nulla. In questo clima è facile che l’intolleranza dilaghi, la paura e l’ignoranza fomentino l’odio degli uomini contro coloro che hanno un potere sconosciuto, gli elfi, essi diventano capro espiatorio di ogni colpa, di ogni malattia, di ogni bimbo morto. Cominciano così le vessazioni, i saccheggi, la distruzione e la ghettizzazione di un intero popolo. Yorsh, che fino al quel momento si era sentito l’ultimo degli ultimi, il peggiore tra i peggiori, diventa l’arma, il braccio armato del potere. Fomentato dal sentimento di inferiorità, di malsana redenzione, di odio e risentimento si dedicherà alacremente alla distruzione di un popolo troppo pacifico ed emotivo per potersi difendere.
Silvana De Mari crea una storia intensa ed epica, narrando la vicenda in prima persona, ma soprattutto, usando uno stile narrativo vagamente aulico, riesce a coinvolgere il lettore sin dalle prime battute trasportandolo in un altro tempo, nel passato, quando i miti e le leggende venivano raccontate oralmente. Il lettore si sente profondamente partecipe delle vicende del giovane protagonista e attraverso la sua storia ha la possibilità di riflettere non solo su temi fortemente attuali, morali ed etiche.
Yorsh, l’umano, sembra essere lo specchio di Yorsh l’elfo: tanto il secondo attraverso il suo candore inziale e la sua maturazione nel proseguo della narrazione cerca di mostrare agli esseri umani il loro lato umano, così Yorsh rappresenta le declinazione più negative, le insicurezze più profonde e le paure più ataviche. Il personaggio di Yorsh è comunque un personaggio di speranza, non per se stesso, ma per il lettore che rispecchiandosi negli errori commessi dal protagonista può trovare una strada per migliorarsi e mutare.
Io mi chiamo Yorsh non è sola un’avventura fantasy, ma è un’attenta critica al mondo moderno, alla pochezza delle gente che ha ormai perso il vero valore da attribuire alla vita e alle proprie priorità. Dando voce agli invisibili, meri strumenti, la De Mari denuncia un mondo, un modo di vivere e un modo di essere dove la paura, l’incertezza, il senso di inferiorità e la scelta di perseguire falsi valori paralizzano il protagonista portandolo a scegliere strade più veloci ma forse meno giuste. La scelta di raccontare la vicenda dal suo epilogo mostrano al lettore la forza e l’importanza di un gesto fatto per il giusto motivo. Quell’unico gesto mostra come in ogni momento la vita meriti di essere vissuta nella sua totalità e come ognuno di noi debba trovare in sè la forza di cambiare e migliorarsi e lottare contro le barbarie. Con questo libro l’autrice dimostra la meravigliosa capacità delle parole di arrivare direttamente al cuore, all’animo e alla coscienza del lettore.
C'è un consolatore. E questo è il mio decimo pezzetto di conoscenza, e con questo fanno dieci, il numero di Dio, il numero di n uomo e di una donna che si stanno amando, perchè altro figlio possa nascere e ci sia un'altra creatura in cui l'infinito si incarni per prendere coscienza di sè stesso. è l'amore che muove tutto, io voi, il sole e le altre stelle.
Opere 2000- L' ultima stella a destra della luna (Salani Editore)
2003- La bestia e la bella (Salani Editore)
2004- L'ultimo Elfo (Salani Editore)
2005- L'ultimo Orco (Salani Editore)
2007- Il drago come realtà (Salani Editore)
2008- Gli ultimi incantesimi (Salani Editore)
2009- Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo (Lindau)
2009- Il gatto dagli occhi d'oro (Fanucci editore)
2010- L'ultima profezia del mondo degli uomini (Fanucci editore)
2011- Io mi chiamo Yorsh (Fanucci editore)
L’ AUTRICE: