Il primo giorno dell'anno, il primo articolo dell'anno. Sto parlando di Io sono il messaggero (qui l'articolo) che è uscito in libreria proprio il 2 gennaio e da un po' tenevo d'occhio (si tratta di una riedizione ma come successe per La bambina che salvava i libri/La Ladra di Libri era fuori catalogo e introvabile).
E' passato un po' di tempo da allora, ma sono riuscita a leggerlo ed ecco qui la mia recensione!
Titolo originale: I am The Messenger
Autore: Markus Zusak
Traduttore: Chiara Bovelli
Editore: Frassinelli
Collana: Narrativa
Pagine: 403
Prezzo: E.17,90 cartaceo ( E. 15,22 su Amazon)
Data di uscita: 02 gennaio 2015
Voto:
L'esistenza di Ed Kennedy scorre tranquilla. Fino al giorno in cui diventa un eroe. Ed ha diciannove anni, una passione sfrenata per i libri, un lavoro da tassista piuttosto precario che gli permette di vivacchiare, e nessuna prospettiva per il futuro. Quando non legge, passa il tempo con gli amici giocando a carte davanti a un bicchiere di birra o porta a spasso il Portinaio, il suo cane, che beve troppo caffè e puzza anche quando è pulito. Con le donne non è particolarmente disinvolto, perché l'unica ragazza che gli interessi davvero è Audrey, la ragione per cui è rimasto in quel posto senza vie d'uscita. Capace di colpirlo al cuore con una frase: "Sei il mio migliore amico". Non serve una pallottola per uccidere un uomo, bastano le parole. Tutto sembra così tremendamente immutabile: finché il caso mette un rapinatore sulla sua strada, e Ed diventa l'eroe del giorno. Da quel momento, comincia a ricevere strani messaggi scritti su carte da gioco, ognuno dei quali lo guida verso nuove memorabili imprese. E mentre Ed diventa sempre più popolare, mentre nota una luce diversa negli occhi di Audrey e la gente lo saluta per strada, inizia a domandarsi: da dove arrivano i messaggi, chi è il messaggero?
Le motivazioni che portano alla lettura di un libro piuttosto che un altro sono varie e spesso quando mi trovo al pc a scrivere la recensione, il pensiero va proprio a come è nata in me la voglia di prendere in mano quel romanzo, perché e soprattutto cosa mi aspettavo. Capita anche a voi?
In questo caso, è stato principalmente il nome dell'autore a darmi il via. Da quando la prima volta vidi i trailer di Ladra di Libri (era dicembre 2013!) mi innamorai dell'idea e delle atmosfere create da Zusak, vidi il film e a quel punto decisi che qualsiasi cosa mi fosse passata davanti scritta da lui non avrei più lasciato passare del tempo prima di leggerla. E così è stato per Io sono il messaggero dove mi sembrava di ritrovare l'originalità dell'idea e quello stile frizzante e scorrevole che avevo amato. Le mie aspettative erano quindi molto elevate, pur restando nel dubbio di ogni inizio libro.
Ebbene, Io sono il messaggero è un libro particolare, dalla trama molto intrecciata e con l'ambizione dei migliori coming of age. Questo è uno dei punti su cui l'autore ha costruito il romanzo, una storia di crescita e formazione ambientata ai giorni nostri dove le persone hanno - ancora - bisogno di conoscere se stessi e le proprie capacità da un lato, e dall'altro l'importanza - nonché la responsabilità - che ogni azione comporta.
Il protagonista è un ragazzo come tanti, un perdigiorno che alla fine della scuola superiore decide di iniziare a lavorare come tassista, pur non avendo l'età giusta per farlo (servono 21 anni). Trascina la propria vita tra il lavoro, la baracca (casa sua), il Portinaio (il suo cane), ha una cotta per una ragazza (ma non ha il coraggio di farsi avanti seriamente) e i suoi strambi amici. In fondo è contento, sopravvive senza alcuna aspettativa.
Ed Kennedy, lo preciso, non è un poco di buono, né al contrario uno snob, semplicemente sembra accontentarsi di una vita misera dalla quale prende il minimo indispensabile e alla quale dà lo stretto necessario. La sua è una propensione al vivi e lascia vivere, un'esistenza da osservatore. Ed è proprio lì che il destino - se vogliamo chiamarlo così - lo trascina in un vortice di situazioni, ponendolo di fronte ad evidenze - alcune davvero forti - che lo spingono ad agire.
"Pare che ci siano moltissimi santi che non hanno niente a che fare con la Chiesa, e che conoscono a malapena Dio. Ma pare che il Signore cammini accanto a queste persone senza che loro lo sappiano." I suoi occhi entrano dentro di me, seguiti dalle parole. "Tu sei una di queste persone. E' un onore conoscerti."
Che dire, l'idea del romanzo è estremamente intrigante e lo stile di Zusak dà spessore ad un personaggio perdente, sulla carta, che spinto dalle occasioni riesce a fare la differenza. Non senza cicatrici, non senza commettere errori - in fondo è umano - ma sempre con la determinazione di non lasciar correre. Un insegnamento prezioso ai giorni nostri dove ci si sente soli in mezzo alla folla, dove abbiamo migliaia di amici su internet e nemmeno uno che venga a mangiare una pizza in compagnia, dove è più facile voltarsi dall'altra parte che prendere l'iniziativa.
A volte, le persone sono belle.
Non per l'aspetto.
Non per quello che dicono.
Semplicemente, per quello che sono.
Ecco, queste le sensazioni e le riflessioni che Io sono il messaggero instilla nel lettore. Un romanzo che, però, non è riuscito a coinvolgermi fino in fondo a livello empatico, nonostante - come già citato - le capacità di scrittura e la trama siano coinvolgenti oltre che il contenuto importante. Un dettaglio, il mio, senz'altro personale e che non va ad incidere sulla qualità di un romanzo e di un'idea ben congegnata e realizzata.
Un pregio: la storia è originale, scritta bene e la struttura che ricorda i gialli tiene incollati alla pagina;
Un difetto: tante le storie mostrate da Zusak, avrei preferito fossero meno numericamente in modo da potermi affezionare di più ai personaggi.
In sintesi: un libro interessante, porta a domandarsi quanto ognuno di noi può fare per migliorare la vita degli altri e, grazie a questo, formare il proprio carattere e aumentare la crescita personale.
Voto:
I libri di Zusak disponibili in italiano:
Recensione: Io sono il messaggero di Markus Zusak recensito da Erika il 14 aprile 2015