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Recensione: Kayla 6982, di Karen Sandler

Creato il 06 ottobre 2012 da Mik_94
Recensione: Kayla 6982, di Karen SandlerTitolo: Kayla 6982Autrice: Karen SandlerEditore: Giunti YNumero di pagine: 492Prezzo: € 12,00Sinossi: Il pianeta Loka è stato colonizzato da un'élite di terrestri facoltosi e spregiudicati, gli unici superstiti di una Terra ormai inabitabile. Fra loro ci sono scienziati senza scrupoli che hanno creato una sub-razza di schiavi da sfruttare biecamente. Sono androidi senzienti costituiti da genoma umano e circuiti elettrici, e occupano il posto più infimo della società nel sistema di caste gerarchiche di Loka. Ma queste creature hanno un cuore, un'etica e una volontà. Sono quasi umani e, forse, troppo umani. Questa è la storia di una di loro, la quindicenne Kayla 6982 che, con l'aiuto dell'amica Mishalla, si lancia in una pericolosa avventura per scoprire le terribili verità che si nascondono dietro al mostruoso piano degli umani. Una trama sorprendente in cui si intrecciano umiliazioni, razzismo, coraggio e lealtà, ma in cui trova posto anche l'amore. Sul polveroso pianeta Loka, illuminato da due pallidi soli, sboccia la storia proibita fra un umano di alto rango, nipote di un vecchio scienziato illuminato, e la giovane Kayla.                        La recensione Recensione: Kayla 6982, di Karen SandlerKayla 6982. Il primo Young Adult di Karen Sandler. L'ultima frontiera del distopico. Il più recente tra i titoli della collana Y. Secondo alcuni, perfino il migliore pubblicato finora da questa branca della Giunti, sin dalle origini, interamente dedicata agli adolescenti e al loro mondo e alla scoperta di preziose perle nel panorama letterario internazionale.Partendo da premesse simili, il romanzo, primo volume di una saga distopica ancora da concludere, aveva tutte le premesse per balzare in cima alle migliori letture dell'anno. Originale e visionario, descriveva un mondo in cui gli uomini veneravano la scienza al pari di un dio onnipotente. Una religione che, al posto dei crocefissi, aveva due soli e una catena curvilinea di DNA da venerare, scienziati senza scrupoli per profeti e manuali accademici per bibbie. In un futuro lontano, quando di noi non sarà rimasta che la polvere, la Terra che conosciamo brucerà, rasa al suolo da catastrofi e da piaghe letali. L'uomo, il Cristoforo Colombo dell'avvenire, troverà la sua America su un pianeta deserto distante anni luce dal nostro. I ricchi avranno un posto d'eccezione nella regata verso la Terra Promessa, i meno abbienti li seguiranno come umili servitori. Padroni e servi. Signori e vassalli. Puri ed Impuri. Sul gradino più basso di una piramide sociale in cui è impossibile progredire verso l'apice, quelli come la giovane Kayla. Gli NGM: Non-Umani geneticamente modificati. Concepiti in una vasca, sono maturati in un sonno artificiale e non all'interno del ventre di una madre amorevole. Non sono mai nati. Sono destinati a vivere una vita mai da vivere. Schiava nel corpo e libera nell'anima, la nostra protagonista è una ragazza la cui interiorità brilla come un faro su un'esistenza che, rinata come una fenice dalle ceneri, è marcia dentro. Cieli fuligginosi, torrenti torbidi nascosti dietro montagne di rifiuti, laboratori che diventano templi. Nonostante una nota di pessimismo e di polemica ad arrochirle la voce, l'autrice evoca una civiltà che, stranamente, risulta esotica e orientaleggiante, scottata dal sole come la periferia messicana e affascinante come un regno sbucato dalle Mille e una notte. In netta antitesi, l'impersonalità di una tecnologia dilagante che, inconsapevolmente, rende schiavi anche i pochi uomini liberi, omologandoli e rendendoli protagonisti di un coro che intona all'unisono lo stesso, ripetitivo mantra. Spiata dalla Rete, per Kayla, quindici anni, è già stato stabilito ciò che sarà di lei. Senza il minimo gesto di ribellione, viene condotta come domestica in una casa di Puri. All'inizio in veste di semplice “badante”, si scoprirà parte di un piano all'insegna dell'uguaglianza e della libertà, circondata da libri di carta che riteneva ormai proibiti, da cocci taglienti di bugie e da un amore che, anziché farle ribrezzo, la fa sentire, nonostante le braccia maculate e la sua treccia di capelli ispidi, incredibilmente desiderata. Ha inizio per lei un'educazione sentimentale all'insegna di sensazioni sopite e di nuove scoperte su sé stessa e sul suo mondo, in una storia che, per molti, potrebbe insegnare a vivere e ad amare. Per molti, ma non per me. Recensione: Kayla 6982, di Karen SandlerNonostante la trama sia oggettivamente bella, tra l'astratto e il poetico, tuttavia non ha saputo incatenarmi nel suo fitto mistero. L'inizio mi ha colpito molto positivamente, incisivo e diretto, tuttavia una strada che poteva essere tutta in salita, si è scoperta disseminata di numerosi ostacoli, alcuni piccoli, altri insormontabili. La Sandler ha mostrato una cura invidiabile nella scelta dei nomi e nel proporci un lessico variegato e singolare, tuttavia non ha ereditato il dono della chiarezza. Se è per alimentare il mistero sul secondo romanzo o perché non è riuscita a districare i nodi di questo Jane Eyre mutante, non lo so ancora. Fatto sta che, con la cronaca nera che abbraccia lo scy-fy, la sua storia di traffici illeciti e di corruzione, perfetta per suscitare le riflessioni più profonde nel lettore, non fa altro che aggiungersi al “troppo” generale. Troppo pathos, troppi avvenimenti per un libro solo, capitoli troppo lunghi per un concentrato di colpi di scena che destano più confusione che sorpresa. E il troppo stroppia. Recensione: Kayla 6982, di Karen SandlerQuel sottile passare da un genere all'altro, che potrebbe rendere Kaylail più completo dei romanzi, inoltre, ai miei occhi l'ha fatto apparire un ibrido insapore e incolore. Questo bozzolo di fantascienza in cui è racchiuso, confonde ed annoia. O, nonostante le nobili premesse, pecca di scarsa originalità, o, ancora più probabilmente, arriva troppo tardi ad inserirsi tra le fila di un genere di cui già si è scritto troppo – forse tutto? I magnifici personaggi e gli scenari magistralmente evocati lasciano indubbiamente un segno, ma è la parte distopica a deludere, e Dento Jenna, Matched eFahrenheit 451 sembrano rivivere in un futuristico remake. La mia, è l'unica critica in un web pieno di entusiastiche recensioni – pecora nera in un orizzonte candido. Non che, nel corso della lettura, il mio animo sia rimasto impassibile, ma le corde che l'autrice ha fatto vibrare sono semplicemente già state strimpellate in passato. E, rimanendo in tema, forse è questa futuristica commistione di generi a non essere nelle mie, di corde. Se amate il genere, non prendete le mie parole alla lettera. Ve lo dice uno che, in un cinema scosso dagli applausi e dall'entusiasmo, aveva trattenuto a stento gli sbadigli perfino davanti ad Avatar! Non lo sconsiglio, quindi. Ancora una volta, inoltre, l'edizione curata dalla Giunti Y è un bijou: pratica, irresistibile e con in rilievo il luccicante tatuaggio sulla guancia della ragazza in copertina. Il romanzo sa come emozionare, un po' meno come lasciare del tutto appagati. Il mio voto: ★★Il mio consiglio musicale: Massive Attack - Teardrop


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