Genere: Azione
Regia: Matthew Vaughn
Cast: Colin Firth, Michael Caine, Taron Egerton, Mark Strong, Sofia Boutella, Samuel L. Jackson
Durata: 129 min.
Distribuzione: 20th Century Fox
Tutto inizia in una tipica giornata di ordinaria follia. Per i Kingsman, esplosioni e uccisioni di massa sono il pane quotidiano, ma in quel giorno qualcosa di inatteso capita al gruppo di spie. Harry Hart (in arte Galahad) non aveva calcolato il folle gesto di un prigioniero di saltarsi in aria, provocando la morte della sua recluta, che pur di salvare la squadra ha deciso di sacrificare la propria vita. Questo fatto ha scosso letteralmente la propria esistenza, tanto da offrire il proprio aiuto alla famiglia dell’uomo nel caso di una emergenza. La medaglia, con impresso un numero di telefono, sarà di grande aiuto al giovane Eggsy, che si è messo in seri problemi con la gang del quartiere. Quella chiamata non sarà solo una scialuppa di salvataggio, ma lo porterà in un mondo completamente diverso da quello che conosceva, vivendo una delle avventure più affascinanti che potesse immaginare.
“I modi definiscono l’uomo”. Così afferma l’agente Galahad (Colin Firth) all’interno di un pub alla presenza della banda che continua a infastidire il ragazzo. Della serie: gentlemen non si nasce; si diventa. Queste parole sono certamente da tener presente, soprattutto se si osserva l’evoluzione di Eggsy, interpretato da Taron Egerton. Orfano di padre, vive in una condizione davvero critica all’interno della sua famiglia, all’interno della quale la madre non riesce nemmeno a prendersi cura della figlia appena nata. Kingsman – Secret Service non racconta solamente la maturità di un ragazzino in difficoltà, ma compie qualcosa di assolutamente geniale. Qualsiasi clichè riguardanti gli agenti segreti, così come le caratteristiche tipiche del genere, vengono sminuite se non addirittura derise dal film stesso, regalando situazioni davvero paradossali ed esilaranti. Da uno come Matthew Vaughn, regista di Kick Ass, ci si aspetta solo questo: la banalizzazione dello straordinario. Se nel caso di Kick Ass sono gli eroi (non tanto super) a esser presi di mira, qui sia la spia che il villain vengono rimossi dal trono e portati nel mondo reale. Lo stesso Galahad, gentilluomo di costume e di tradizione, non appena in azione scatena una tale violenza, che lo stesso James Bond si imbarazzerebbe ad osservarlo in scena. Per quanto riguarda il cattivo, Richard Valentine, viene presentato con caratteristiche completamente opposte al tipico antagonista delle spy story: difetti di pronuncia, mancanza di fascino, e, non per ultimo, l’orrore per il sangue. Tutto ciò, mischiato con una buona dose di imprevedibilità e colpi di scena, contribuiscono a dare al film un tocco molto dinamico e allo stesso tempo leggero. La regia si vede in particolare nelle scene d’azione dove vediamo un Colin Firth in gran spolvero alle prese con situazioni difficili ma non così compicate da risolvere. Insomma, stiamo comunque parlando di Kingsman. La violenza e l’accuratezza sono nei loro cromosomi. Consiglio spassionato: non sottovalutate il loro aspetto.
Voto: 3 su 5
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