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Recensione Kiss Kiss Bang Bang

Creato il 01 gennaio 2016 da Lightman
    Recensione Kiss Kiss Bang Bang

Robert Downey Jr., Val Kilmer e Michelle Monaghan sono gli affiatati protagonisti di Kiss Kiss Bang Bang, mix tra commedia nera e poliziesco che segna l'esordio alla regia di Shane Black.

Recensione Kiss Kiss Bang Bang

Harry Lockhart è un piccolo ladruncolo che, scambiato per un aspirante attore per puro caso, si ritrova a partecipare ad un party hollywoodiano. Qui incontra il detective privato Perry van Shrike, il quale dovrà "allenarlo" per interpretare il suo primo ruolo per il cinema. Alla festa Harry si imbatte anche nella bella Harmony, sua fiamma dell'adolescenza. I destini dei tre finiranno per incrociarsi per un diabolico gioco del destino: Harry e Perry sono infatti testimoni dell'omicidio di una ragazza il cui cadavere è stato gettato in un fiume mentre Harmony riceve la notizia del suicidio della sorella. I due casi sono apparentemente collegati e l'insolito trio, pur tra screzi e imprevisti, dovrà darsi da fare per scoprire la mano dietro le morti delle giovani e scampare alle mire dei mandanti che cercano prima di incastrarli e poi di ucciderli.

Black & Black

Recensione Kiss Kiss Bang Bang

Fino al 2005 Shane Black era tra i più apprezzati sceneggiatori di Hollywood, autore di veri e propri cult come i primi due Arma Letale, Last action hero e L'ultimo boyscout. Esattamente una decade fa il regista del controverso Iron Man 3 sceglie di esordire dietro la macchina da presa con Kiss Kiss Bang Bang, parziale trasposizione del romanzo Cadavere in trasferta di Brett Halliday. Riprendendo le atmosfere del libro il risultato non poteva che vivere di diverse ed intense sfumature: black comedy, neo-noir, poliziesco dolceamaro, parabola romantico-nostalgica sono solo alcuni degli aggettivi adatti a definire il frizzante nucleo narrativo di un film capace sempre di sorprendere e divertire, pur non dimenticando passaggi più oscuri che strizzano l'occhio ad una sorta di versione soft del pulp tarantiniano. Quattro giorni arricchiti da diversi flashback (soprattutto nella parte iniziale) nei quali ci accompagna la voce narrante, e dialogante col pubblico, di Robert Downey Jr. in un classico rimando ad uno dei topoi del cinema nero. Proprio il voice-over aiuta a venire a capo di alcuni dei passaggi più contorti di una sceneggiatura esplosiva e arzigogolata, non sempre chiarissima sul momento ma nella quale infine tutti i pezzi tornano, seppur un po' forzatamente, al loro posto. Con la giusta dose di cattiveria ed ironia, solcata a tratti da istinti vagamente crudi, l'atipico mix funziona a dovere e sfrutta al meglio l'ispirata alchimia tra gli ottimi Downey Jr. e Val Kilmer, qui nei panni di due figure sfaccettate quanto basta da risultare interessanti, con la fresca bellezza di Michelle Monaghan a solleticare gli appetiti maschili. Black gestisce al meglio ritmo e ambientazione, puntando soprattutto sul fascino delle notti della città degli angeli, e garantendo soprattutto nell'ultima mezzora un'azione dal solido stampo ottantiano.

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