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Recensione L'albero

Creato il 17 gennaio 2016 da Lightman

Charlotte Gainsbourg e la piccola Morgana Davies sono le straordinarie protagoniste de L'albero, toccante e avvolgente dramma familiare diretto nel 2010 dalla regista francese Julie Bertuccelli.

Recensione L'albero

Dawn e Peter O'Neil vivono una vita felice insieme ai quattro figli nella campagna australiana. Un giorno l'uomo, mentre sta facendo ritorno a casa sul suo camioncino, è vittima di un infarto e muore sul colpo, lasciando che il mezzo vada a sbattere contro il gigantesco albero che si staglia nella loro proprietà. Affranta dal dolore Dawn cerca di tirare avanti anche se soprattutto i primi tempi sono ardui per una donna sola che deve badare a una così numerosa prole; in più la piccola Simone, che ha solo otto anni, è convinta che lo spirito del padre si sia reincarnato nell'enorme pianta. E quando la madre instaura una relazione con un altro uomo e l'albero rischia di essere abbattuto la piccola si opporrà con tutte le forze.

L'albero della vita

Dramma simbolico intriso di emozioni forti, L'albero è un'opera stratificata che indaga in più elementi nella sua coinvolgente intensità narrativa, solo apparentemente legata all'elemento fantastico di partenza. Il secondo film della regista francese Julie Bertuccelli, che segue il convincente esordio Da quando Otar è partito (2003), è tratto dal romanzo Padre nostro che sei nell'albero di Judy Pascoe e ha chiuso il Festival di Cannes 2010 ricevendo una standing-ovation di oltre sette minuti. Tributo più che meritato in quanto il sapore fiabesco che dà il via alla vicenda ci trascina in un racconto che tratta con sinuosa delicatezza tematiche profonde quali l'elaborazione del lutto e la ricerca di un nuovo inizio, tutto raccontato dal doppio sguardo al femminile di una madre e della di lei figlia, entrambe sconvolte dalla perdita dell'uomo di casa ma con diverse reazioni al vuoto lasciato. Questa voluta duplicità permette all'operazione di ampliare la densità emotiva degli eventi, tra gelosie e rimpianti di un nucleo familiare che tenta di tornare alla normalità dopo i comprensibili postumi della tragedia, tracciando nel versante fanciullesco un necessario percorso di formazione che fa delle metafore gli arpioni per agganciarsi definitivamente ad un futuro di speranza. Il gigantesco albero, che si staglia maestosamente su schermo, sembra infatti vivo e pulsante nel reagire, tramite cadute di rami o ingrossamento delle radici, ai mutamenti che coinvolgono le esistenze di Dawn e dei suoi figli, trovando nell'apoteosi finale una pagina di grande cinema, poetico e realista al contempo. E se Charlotte Gainsbourg sforna l'ennesima, straordinaria, performance di una carriera incredibile, la piccola Morgana Davies ha un'energia drammatica rara per quell'età.

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