Il suo passato, gli incarichi che assolve da anni per un boss mafioso dell’ex Unione Sovietica e la realtà di Lorna si incastrano in un puzzle intricato che Rinaldi, un commissario della mobile, sta cercando a sua volta di risolvere.
Un thriller dove l’esplorazione dei labirinti mentali si incrocia con l’azione fino all’epilogo illuminato dall’altra luce del buio.
Non avrebbe avuto pace finché anche la ragione non avesse accettato il fatto compiuto e questa era la parte rognosa perché la mente pretendeva delle prove e le prove erano difficili da scovare. L'autrice:
Ha pubblicato: “La saggezza dei posteri” (2011, Nulla Die); “Lusores - Calciatori” (2012, Nulla Die); “Il volo di carta” (2012, Sesat Edizioni) “Milites - Soldati” (2013, Lettere Animate); “Taurus. Biglie di vetro 1” (2013, ErosCultura); “Aemilia. Biglie di vetro 2” (2013, ErosCultura);
“La passione dell’angelo. Biglie di vetro 3” (2013, ErosCultura); “Strix Julia” (2013, Runa Editrice); “Venezia d’acqua dolce” (2013, Loquendo); “Agricolae - Contadini” (2013, Runa Editrice).
La recensione d Miriam:
La scomparsa di Lorna Assi sembra essere destinata a diventare un cold case. Nessun valido indizio, nessun testimone, nessun movente apparente… il commissario Rinaldi brancola nel buio. D’altra parte, a quanto pare, l’anonima collaboratrice domestica di casa Nappa, non ha lasciato un vuoto incolmabile. Una madre assente e un fidanzato ormai scaricato da un pezzo sono le uniche persone ipoteticamente interessate al suo ritrovamento, almeno fino a che la notizia non raggiunge suo fratello nella lontana Russia. Per Fabrizio, Lorna significa tanto: è il suo unico affetto, l’unica presenza buona ad aver popolato un’infanzia segnata dalle cinghiate del padre, dall’omertà della matrigna e dal bullismo dei compagni. Scoprire la verità sul suo conto è, per lui, qualcosa di irrinunciabile, al punto che non esita a mollare tutto e imbarcarsi sul primo volo per l’Italia. È così che un’indagine partita male assume una piega imprevista. Laddove la polizia è pronta ad arrendersi, un fratello addolorato e arrabbiato si appresta a sostituirsi alle autorità per risolvere il caso e, all’occorrenza, farsi giustizia da sé. Sì, perché Fabrizio non è più l’innocuo ragazzino abituato a subire in silenzio, ormai è diventato un uomo che non teme il pericolo, giacché uccidere è il suo mestiere. I colori, i suoni, gli odori della campagna reatina si fondono con immagini che rimandano all’algida Russia, tratteggiando lo sfondo di un thriller dal respiro internazionale. Una storia torbida di vendette personali e segreti di famiglia, destinata a intrecciarsi con le più complesse trame della criminalità organizzata. Con una prosa ricercata ma scorrevole, scandita da un ritmo che non concede pause, Cristina Lattaro, ancora una volta, ci avvince nelle spire di un romanzo ad alta tensione, in cui mistero e introspezione psicologica viaggiano sullo stesso binario. La ricerca della verità sulla scomparsa di Lorna, infatti, farà emergere i segreti dei coniugi Nappa e delle persone che vi gravitano attorno, farà tornare a galla il passato di Fabrizio e, inevitabilmente, si scontrerà con il suo presente che lo vede legato a filo doppio alla mafia Russa. Con grande abilità, l’autrice assembla le tessere di un complesso puzzle poliziesco, dagli incastri perfetti e gli esiti assolutamente imprevedibili, ritagliando al suo interno diversi spazi per riflessioni di più ampio respiro. Ciascun personaggio, oltre a essere una pedina indispensabile sulla scacchiera del caso irrisolto, reca una sua storia che sfugge ai confini ristretti dell’indagine, arricchendo l’insieme di sfumature inattese. Se il vissuto di Fabrizio rimanda all’infanzia negata e alla violenza domestica, raccontandoci nello stesso tempo un percorso di riscatto, tra le pareti di casa Nappa ci imbatteremo in storie che ci sussurrano di un desiderio ossessivo di maternità, di contrasto fra povertà e ricchezza, di omosessualità… Mentre ci chiediamo che fine abbia fatto Lorna Assi, ci ritroviamo così a meditare su tematiche che investono anche la nostra realtà quotidiana e che chiamano in causa il lato più oscuro dell’animo umano, non mancando di suscitare qualche interrogativo sul significato stesso di giustizia. L’altra luce del buio, in fondo, illumina proprio le verità scomode, le falle del sistema, le debolezze umane, ricordandoci che quando si è di fronte a un crimine non sempre è così semplice distinguere le vittime dai colpevoli.