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Recensione: L'anima tra le aquile. L'onore del sangue

Da Flautodipan @miriammas
Recensione: L'anima tra le aquile. L'onore del sangue Titolo: L'anima tra le aquile Autore: Antonio Renna Editore: selfpublishing Pagine: 191
Formato: ebook (pdf)
Descrizione: Anno settantesimo del Quarto Evo. Città di Eriburgo, capitale del Regno di Batenoria. Sono passate da circa un quarto d'ora le tre della notte. Il cielo piange a dirotto". Helcolai è un ragazzo di umili origini che, a causa di un evento potenzialmente infausto, riuscirà a coronare il suo sogno: entrare nell'Ordine dei Dragoni Bianchi, un'elite di guerrieri asceti. I quattro anni di Noviziato, imbevuti di spada e preghiera, lo cambieranno radicalmente facendolo crescere anzitempo. Nell'Ordine ritroverà se stesso e la forza di annegare un dolore che lo ha segnato per il resto della sua vita. Antonio Renna getta le basi, con questo "L'anima tra le aquile", per costruire un mondo con la sua storia, le sue tradizioni, la sua mitologia e geografia, oltre che le scienze. 
L'autore: Antonio Renna, classe 1982, palermitano e laureato in Psicologia. Si è occupato di grafica digitale, game design, cortometraggi e animazione 2D/3D per diversi anni.
L’anima tra le aquile – L’onore del sangue -  è stato pubblicato nel 2010 dall'editore Albatros Il Filo; nel 2011 il romanzo è stato convertito in formato multimediale per iPad (in vendita su App Store). Il libro, giunto adesso alla terza edizione, è distribuito gratuitamente in pdf.

La recensione di Miriam:
Preparatevi a essere trasportati in un altro tempo − il settantesimo anno del Quarto Evo − in un regno chiamato Batenoria e che le comuni carte geografiche non riportano. È qui che Antonio Renna ci conduce per narrarci le gesta di un ragazzo comune, animato da un grande sogno: essere ammesso nell’Ordine dei Dragoni Bianchi. Sarà un caso o forse il destino a far sì che il modesto figlio di un maniscalco possa realizzare il suo desiderio. Helcolai, questo il suo nome, per caso viene a conoscenza di una congiura ordita ai danni del sovrano Ulvar e ha l’ardire di recarsi a corte per informarne il diretto interessato prima che sia troppo tardi. Il giovane agisce d’impulso, fomentato dal sacro fuoco adolescenziale che si nutre di ideali e non conosce mezze misure. Il suo atto, tuttavia, renderà salva la vita al re e l’ingresso nella scuola che forma i Dragoni Bianchi sarà la sua ricompensa. Avrà inizio così un lungo percorso di iniziazione che, per il protagonista corrisponderà anche a un percorso di crescita − soprattutto interiore. Da ragazzino diverrà uomo ma non di meno asceta e valido combattente al soldo del monarca, asservito però a una causa assai più nobile. I Dragoni bianchi sono infatti cavalieri del re e, nel contempo, braccio armato del Dio Yovr, impegnati da secoli in una crociata contro gli infedeli devoti al culto di Barsana. I lettore è chiamato ad affiancare idealmente il protagonista lungo questo cammino a seguirne l’iter di formazione e ad assistere alle sue prime prove. Così facendo ha l’opportunità di esplorare un mondo sconosciuto, di familiarizzare con la sua geografia, con il suo assetto politico e culturale, con la sua religione e il suo bagaglio di conoscenze − scientifiche e letterarie. L’autore nell’orchestrare un fantasy che riecheggia la tradizione, si cimenta nell’arduo ruolo di creatore di mondi destreggiandosi egregiamente nell’impresa. Ciò che più mi ha colpito di questo libro è proprio l’universo immaginifico che lo sorregge, fantastico ma credibile, variegato e nello stesso tempo coerente, descritto in maniera così viva e ricca di dettagli da suscitare quasi il sospetto che lo scrittore stia descrivendo una regno e una civiltà davvero esistenti. Egli non si limita a tratteggiare paesaggi suggestivi, a delineare ritratti di creature magiche e mitologiche o ad abbozzare usi e costumi, ma si spinge oltre “inventando” una religione ufficiale e un culto alternativo da combattere, ricostruendo la storia e la mitologia del popolo di riferimento, oltre che a strutturare con dovizia di particolari il sacro ordine dei Dragoni non rinunciando a un nutrito carico di rimandi esoterici. Il tempo storico, avulso dal nostro calendario ma riecheggiate un’atmosfera medievaleggiante, l’assetto politico, le armi impiegate, la presenza di draghi, manticore e creature mitologiche − ma non di meno l’innesto di versi nel tessuto narrativo −  richiamano a gran voce gli elementi tipici dello sword and sorcery, tuttavia l’ambientazione in cui ci si ritrova immersi risulta nuova quanto ricca di sorprese agli occhi di chi guarda (la sola traversata nel bosco vivente dell’Irsilil basta a riempirsi lo sguardo di meraviglia).    Allo stesso modo l’Ordine dei Dragoni riecheggia quello dei cavalieri Templari, si avvale di codici e di riti iniziatici che traggono ispirazione dalla tradizione esoterica nota eppure è qualcosa di inedito, le cui radici affondano in un credo elaborato dal suo creatore a partire dalle fondamenta. Interessante e ammiccante alla tradizione risulta anche il registro stilistico che combina dialoghi dal tono colloquiale a parti narrate caratterizzate da un lessico più ricercato fino ad accogliere veri  e propri testi poetici che sembrano ridestare l’arte degli antichi bardi. Sempre ricalcando le orme del fantasy classico, L’anima tra le aquile, sottende una visione manicheistica. La distinzione tra buoni e cattivi, tra bene e male è netta e il protagonista si configura come eroe che si schiera dalla parte dei giusti. Val la pena sottolineare però, che parliamo di un personaggio in evoluzione; come dicevo in precedenza, lo conosciamo adolescente per ritrovarlo uomo alla fine di questa prima tappa del suo viaggio iniziatico. Il suo percorso di crescita non si conclude qui, perciò non è escluso che nel prosieguo possa serbarci sorprese magari mostrandoci anche un lato oscuro della sua personalità. Avventura, colpi di scena e momenti ricchi di pathos non mancano, ma trattandosi del primo capitolo di una saga, che si svilupperà in cinque volumi, a essere privilegiato in questa fase è l’aspetto descrittivo. Appare evidente che l’intento perseguito in questo volume introduttivo sia quello di guidare il lettore all’esplorazione del nuovo mondo, di consentirgli di familiarizzare con esso e di acquisire quante più nozioni possibile per prepararsi − proprio al pari dello stesso protagonista −  a ciò che verrà in seguito. Ciò fa sì che la lettura non proceda sempre spedita inglobando momenti in cui il flusso narrativo subisce una battuta d’arresto per  fornire le descrizioni e le informazioni utili alla comprensione generale, tuttavia il livello d’attenzione non cala mai del tutto; inoltre nell’ultima parte del romanzo, i rallentamenti descrittivi cessano preparando il terreno all’azione che, si può presagire, diverrà più preponderante nei sequel. Il finale, prevedibilmente aperto, segna contemporaneamente un punto di arrivo e un punto di partenza, e non solo in senso figurato, perché lasciamo Helcolai a bordo di un’imbarcazione pronto a salpare per una nuova e pericolosa avventura. Non vi nascondo che la curiosità di scoprire cosa accadrà, per quel che mi riguarda, è tanta. Lettura particolarmente consigliata tanto agli appassionai di cappa e spada quanto a coloro che subiscono il fascino dell’esoterismo, tanto a chi ama intraprendere nuove avventure quanto a chi spera che la lettura possa rivelarsi un biglietto per partire alla scoperta di nuovi mondi. Quello creato da Antonio Renna, di sicuro, merita di essere conosciuto.
    

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