Titolo: L'armadio dei vestiti dimenticati Autrice: Rikka PulkkinenCasa editrice: Garzanti Traduzione: Delfina SessaPagine: 312 Prezzo: € 16,40
La trama:
La stanza è invasa dalla polvere e dalla luce. Sono passati anni, ma a casa della nonna Elsa non è cambiato nulla: la bambola, il cavallo a dondolo e poi il vecchio armadio. Ad Anna, sua nipote, basta aprirlo per tornare di colpo bambina, quando insieme alla nonna giocava a vestirsi da grande. Gli abiti ci sono ancora tutti e Anna li riconosce: stoffe che sanno di festa, di ricordi e di risate. Eppure c'è un vestito che la giovane non ricorda: ha la gonna ampia e un nastro alto in vita. Uno stile molto diverso da quello della nonna. Anna lo prova. Basta quel semplice gesto perché il suo mondo cambi per sempre. Quando sua nonna la vede con quell'abito, bella come non mai, capisce che è giunto il momento sfuggito tanto a lungo. Ora che le rimangono pochi giorni di vita, non può più mentire. Lo deve a sé stessa ma anche a sua nipote, deve dirle la verità. Deve confessare a chi appartiene quell'abito, deve pronunciare quel nome taciuto da anni, Eeva. Un nome che Anna non conosce. Il nome di una donna dimenticata nel silenzio, di cui non esistono nemmeno fotografie. Un nome che affonda le radici in un segreto forse incomprensibile. Spetta ad Anna capirlo. Ma per farlo deve tornare indietro a un tempo antico, a una storia di perdono, di tradimento e di bugie. Ma soprattutto alla storia di un amore unico come quello che lega indissolubilmente una madre e una figlia, nel bene e nel male. Un amore in cui tutto, a volte, può essere perdonato. Un romanzo potente, il nuovo fenomeno editoriale dell'anno. Uscito in sordina in Finlandia, ha rapidamente scalato tutte le classifiche, dove è rimasto per molti mesi, consacrando Riikka Pulkkinen come la nuova regina del romanzo nordico e scatenando gli editori di tutto il mondo per l'acquisizione dei diritti. In uscita contemporanea in tutto il globo, sullo sfondo della capricciosa luce del Nord racconta una storia di perdono e amore, di memoria e di colpa, di menzogna e redenzione.
LA MIA RECENSIONE
L’armadio dei vestiti dimenticati è il secondo romanzo della scrittrice finlandese Riikka Pulkkinen, caso letterario in patria che ha saputo conquistare tutto il mondo. Uno stile particolare, personale e riconoscibile fanno di questo romanzo una prova compiuta in grado di mostrare una scrittrice sicura dei suoi mezzi.
Una storia che vuole essere vera, come dimostra anche il titolo originale (Totta), narra intrecci familiari, amori potenti e distruttivi sepolti sotto strati di vernice e colore. Una famiglia che affronta il lento consumarsi di una persona cara guardandosi allo specchio e scorgendo ciò che si trova sotto la superficie.
Il romanzo di Riikka Pulkkinen può essere definito un romanzo di donne; gli uomini sono presenti e condizionano le azioni e i sentimenti delle protagoniste, ma restano inesorabilmente attaccati a queste figure complesse che si stagliano definite nella narrazione.
Anna è, forse, la vera protagonista, colei che parte alla ricerca di un volto, quello di Eeva. Un nome sconosciuto abbandonato come il vestito dentro l’armadio. Quello che Anna non conosce ancora, le informazioni che avrà modo di collezionare lungo il cammino, si intrecciano in modo inestricabile con il suo vissuto. Anna cerca Eeva, la costruisce, la immagina e non si accorge che il volto di Eeva diventa il suo, al pari delle sue gioie e dei suoi dolori. Anna diventa Eeva, si carica sulle spalle la sua storia e attraverso di lei riesce a raccontare la morsa che le attanaglia il cuore.
Eeva ama, ama tanto, troppo, ama anche quello che non è suo. Una volta che si lascia spazio all’amore poi non si riesce a chiudere quella soglia, a sbattere la porta e lasciare che tutto resti fuori. Allora uno si consuma, prima nell’anima e poi nel corpo, fino a scomparire.
Il romanzo alterna due piani temporali, il presente raccontato in terza persona e il passato in cui Eeva è protagonista e che è lei stessa a raccontare. La storia procede frammentata, accavallando continuamente nomi, luoghi, sentimenti.
Quando il tempo della vita è incalzato dalla morte, anche il segreto più doloroso esce allo scoperto e permea la realtà con il suo profumo intenso, fastidioso e indimenticabile. Riikka Pulkkinen ha creato una storia triste che ha in sé punte luminose di gioia. Una famiglia che si stringe per affrontare l’ostacolo della scomparsa di Elsa, moglie, madre, nonna.
L’amore viene osservato in tutte le sue sfumature, eppure ce n’è uno che campeggia con più forza, quello materno. Un legame difficile da esprimere, multiforme. Un legame che può nascere dall’attesa nel ventre o crescere spontaneo come i fiori di campo. Impossibile dire quale dei due è più grande o più completo. L’autrice non ha la presunzione di dare risposte, perché, forse, risposte non ci sono.
Un romanzo lento come la vita agricola della Finlandia rurale, dove anche la capitale Helsinki è inesorabilmente relegata al ruolo di città provinciale e periferica. Una storia che si scioglie piano quasi fosse una delle brioche alla cannella che ama Eeva. L’armadio dei vestiti dimenticati racconta una famiglia e lo fa con spigliata pacatezza.
VOTO DEL BLOG:
Great Book. Gran bel libro, da non perdere.