Oggi recensisco ben due libri "L'assassino di corte" e "Il viaggio dell'assassino" di Robin Hobb, secondo e terzo libro della trilogia dei Lungavista.
Titolo: L'assassino di corte
Serie: Lungavista vol. 2
Autrice: Robin HobbTraduzione: P.B. CartocetiCasa editrice: FanucciPagine: 618Data di pubblicazione: Novembre 2008Prezzo: 9,90
Sinossi: Il bastardo reale sta crescendo. Fitz ormai non è più un ragazzino inesperto: gli si legge in volto il sangue del padre. È sopravvissuto alla sua prima pericolosa missione come assassino del re eppure, sofferente e amareggiato, sogna di rompere la promessa fatta a re Sagace, rimanendo nel lontano Regno delle Montagne. Ma l'amore mai dimenticato per Molly e la visione di eventi tragici lo riconducono alla corte di Castelcervo, fra i mortali intrighi della famiglia reale dei Lungavista...
La mia opinione: Scrivo questo commento dopo aver già terminato la lettura del terzo libro, non riuscivo a scrivere un commento appropriato senza avere letto il successivo perché mi sembrava che mi mancasse qualche tassello per poterlo giudicare. Ora posso dire che questo libro centrale della trilogia è senz'altro il più bello tra i tre. Mentre il primo libro funge quasi da introduzione e il terzo serve a chiudere le fila in maniera più faticosa di come mi aspettassi, questo secondo libro è il vero fulcro di tutta la storia, il più indimenticabile, il più dinamico a livello di scorrevolezza e velocità delle azioni e anche il migliore sul finale. L'autrice qui da sfoggio di tutta la sua abilità non solo nella descrizione dei suoi personaggi, cosa appurata in tutti e tre i libri, ma anche nella fantasia di creare una storia originale e appassionante dall'inizio alla fine, creando situazioni per un certo verso così irritanti e cattive che è quasi impossibile non parteggiare e indignarsi contro le tante cose negative che capitano al protagonista e ai suoi amici. Nonostante sia un libro molto corposo (618 pagine) è comunque di facile lettura, non perché non vi sia al suo interno una trama complessa, anzi, ma risulta talmente interessante leggerlo che non si fa la minima fatica. E poi il finale... il finale! Il finale è splendido, e non dico splendido perché succedono belle cose, ma perché è talmente fuori dall'ordinario, talmente crudele e al tempo stesso perfetto, riesce ad infondere al lettore una carica di energia e crea tantissime aspettative per il libro successivo. Sì, senza dubbio questo tra i tre libri è quello che si merita il massimo dei voti.
voto:
Titolo: Il viaggio dell'assassinoSerie: Lungavista vol. 3Autrice: Robin HobbTraduzione: P.B. CartocetiCasa editrice: FanucciPagine: 848Data di pubblicazione: Novembre 2008Prezzo: 9,90
Sinossi: Si conclude con questo volume la trilogia dei Lungavista e Fitz affronta il suo destino: la sorte del Regno dei Sei ducati è nelle sue mani... così come quella del mondo intero. Il re Sagace è morto per mano del figlio Regal. Anche Fitz è morto, o almeno così credono i suoi amici e nemici. Ma con l'aiuto dei suoi alleati e dello Spirito riemerge dalla tomba, segnato da una profonda cicatrice che gli solca il corpo e l'animo. Il regno è vicino alla rovina: Regal ha saccheggiato la capitale per poi abbandonarla, mentre il legittimo erede, il principe Veritas, è perso nella sua folle ricerca, forse destinato a morire. Solo il ritorno di Veritas, o la successione che spetta di diritto a sua moglie, potrà salvare i Sei Ducati. Ma Fitz non resterà a guardare.
La mia opinione: Questo terzo ed ultimo libro della trilogia dei Lungavista è il più lungo in termini di pagine, ma anche tra i tre il meno scorrevole e richiede una concentrazione maggiore. Di certo la Hobb ha un talento innato per tratteggiare i suoi personaggi e farti entrare nella loro mente con una disinvoltura tale che sembra di conoscerli da sempre. E in questo caso il compito è più arduo che in qualsiasi altro romanzo, dato che il protagonista, oltre i propri pensieri, ha la facoltà di interagire mentalmente con lo spirito degli animali, e come se non bastasse, ha anche dei poteri mentali che lo collegano a persone che condividono la sua stessa propensione. Cosa sicuramente difficilissima da descrivere in un libro, ma la Hobb ci riesce egregiamente, solo sul finale notiamo una leggera confusione, dovuta al fatto che nell'ultima parte del libro la concentrazione dei vari poteri è tale che si crea una sovrapposizione difficilissima da spiegare e forse qui l'autrice ha infatti esagerato un po'. Per il resto nel libro succedono tantissime cose fin dall'inizio e i momenti di stallo sono davvero pochi. Ciò nonostante una sfoltita al testo non avrebbe fatto male, perché alcuni passaggi non sono proprio fondamentali, ma chi ha amato i primi due libri non ne rimarrà deluso. Siamo dinnanzi a un romanzo fantasy di alto livello, e anche se alcune scelte dell'autrice non piaceranno a tutti, non si può negare che si tratta comunque di scelte non banali. Il finale soprattutto è talmente agrodolce che quasi non te lo aspetti e forse arriva fin troppo velocemente rispetto alla parta centrale della storia che occupa ben più dei tre quarti del libro. Al di là del finale lieto e meno lieto che viene auspicato in base a preferenze personali soggettive, penso che invece possa deludere un po' tutti l'epilogo delle relazioni tra i vari personaggi, non tanto per come è andata a finire la storia in generale, non tanto perché la giustizia tanto agognata venga riscattata o meno, ma per come in particolare si assiste ad un disgregamento relazionale che lascia una sensazione di vuoto assoluto come se fosse la fine di un'epoca. Come dice il titolo stesso, in questo libro troviamo il VIAGGIO finale dei personaggi della trilogia e dopo averlo terminato la sensazione è proprio quella di avere affrontato un lungo e faticoso viaggio senza ritorno.
voto:
Acquisto consigliato? Sì, consiglio questa trilogia a tutti gli amanti del fantasy complesso e non banale, a chi ama le caratterizzazioni vivide e le descrizioni approfondite, senza tralasciare una buona dose di azione e tanti tanti colpi di scena