Trama & recensione
Il crollo d’una parete nelle Catacombe cappuccine di Palermo svela una vecchia Bibbia, testa di ponte di un pellegrinaggio che porterà ad un segreto insospettabile. Cos’è il GRIV? Servizi segreti ispirati dalle previsioni catastrofistiche di Al Gore e di buona parte della scienza contemporanea. Qual è il suo obbiettivo? Salvaguardare la Terra ad ogni costo.Un protagonista fobico e musicopatico; un’equipe di professionisti a spasso per la storia e, sullo sfondo, lo spionaggio ai massimi livelli.L’eredità di Iside mette insieme mistery, noïr e avventura. Una caleidoscopica narrazione attraverso mezzo mondo; attraverso guerre e civiltà pregresse.Cosa muoveva il vecchio frate vissuto a cavallo di tre secoli? Qualcuno cercherà di scoprirlo, passando da un’investigazione sincopata e da una tecnica narrativa assolutamente graffiante.
Opera prima di Francesco Gioè, "L'eredità di Iside" è un romanzo difficile da catalogare sotto un genere ben definito: un po' romanzo storico, un po' thriller, un po' noir, un po' spy-story, un po' romanzo d'avventura. L'eredità di Iside è tutto questo racchiuso in un unico romanzo. Protagonista e voce narrante del romanzo è Gregorio Gendusa, alias Galileo, agente dei servizi segreti italiani che lavora contemporaneamente anche per il Nucleo Eden, sezione italiana del GRIV, una branca dei servizi segreti svedesi che si occupa di questioni ambientali. Gregorio è certamente un protagonista molto singolare: soffre di una fobia del futuro, ma non una semplice ansia come potrebbe capitare a tutti pensando a quel che ci potrebbe riservare la sorte, ma dei veri e propri attacchi di panico al solo sentir nominare qualcosa che a che fare con l'avvenire. Una fobia che non lo aiuta di certo nei suoi rapporti sociali, in particolare con le donne, come scopriamo proprio all'inizio del libro! Gregorio si trova coinvolto in un'indagine insieme a un altro agente del GRIV e due studiosi, dopo il ritrovamento di una misteriosa Bibbia nelle catacombe cappuccine, una Bibbia che contiene un misterioso indizio relativo a un antico arazzo sull'Apocalisse. Da quel momento inizia per il quartetto una sorta di caccia al tesoro che li porterà dapprima in Egitto, poi in Grecia, poi in Africa.Contemporaneamente alla ricerca di Gregorio & co. viene sviluppato un'altro filo della trama, in questo caso tutta ambientata in Africa, più precisamente in Uganda, dove si trovano altri membri del GRIV, sotto mentite spoglie, incaricati di partecipare ad un'asta per impedire che alcuni speculatori mettano le mani su un'area importante da un un punto di vista ambientale. Ben presto però le cose si complicano ed entrano in scena misteriosi e bellicosi pigmei dalle strane sembianze ed antichi riti risalenti addirittura all'antico Egitto.A prima vista le due trame sembrano non essere collegate tra di loro ed essere quasi due storie parallele, ma in realtà i due filoni confluiscono in uno solo dando vita a una storia originale, avvincente e davvero ben scritta, fino ad un finale che, tira sì le fila di tutto il discorso, ma allo stesso tempo apre nuove prospettive... un finale che si potrebbe quasi definire aperto.La trama di questo romanzo è piuttosto complessa, ma ben articolata e assolutamente non confusa, anche se in un primo momento il lettore potrebbe trovarsi spiazzato dai cambi di prospettiva e di ambientazione, con l'inserimento di nuovi personaggi e situazioni. La scrittura, molto fluida e scorrevole, è ricca di giochi di parole, rimandi, citazioni musicali e cinematrografiche che rendono la lettura un'esperienza davvero appassionante. Oltre a questo, è notevole la ricerca svolta dall'autore in ambito storico, politico e religioso (come si può dedurre anche dalla nota bibliografica alla fine del libro, dove vengono citate tutte le fonti), che spesso dà un'impronta quasi "saggistica" al romanzo, ma che non risulta mai pedante o noiosa, anzi si inserisce perfettamente nella storia, chiarendo magari alcuni punti che potrebbero risultare oscuri ai lettori.All'interno del libro troviamo anche numerosi elementi grafici, come disegni, mappe, pagine di giornale che intercalano e arricchiscono le parti scritte; io ho letto la versione ebook e quindi non ho potuto apprezzare pienamente questi elementi, dato che sull'e-reader si vedevano piccolissimi, ma nella versione cartacea sicuramente rendono molto di più. ;)Come dicevo precedentemente, tutta la storia viene narrata dal punto di vista di Gregorio Gendusa, che si potrebbe definire un narratore onniscente, in quanto conosce tutti gli avvenimenti, anche quelli di cui non è diretto protagonista, e spesso interviene a commentarli con l'ironia che lo caratterizza. Pur essendo Gregorio il protagonista, anche gli altri personaggi non sono lasciati in secondo piano o meno caratterizzati, ma sono tutti ben costruiti nelle loro peculiarità.Concludendo, "L'eredità di Iside", pur essendo un libro piuttosto corposo, non è mai pesante o noioso, ma è un racconto che si dipana tra storia, archeologia, religione e mistero amalgamando perfettamente tutti questi ingredienti e risultando così una lettura davvero coinvolgente che consiglio a tutti gli appassionati di libri ricchi di azione, avventura e mistero.
Voto: ♥ ♥ ♥ ♥
P.S. un grandissimo ringraziamento all'autore, Francesco Gioè, per avermi dato la possibilità di leggere e recensire il suo romanzo!